Francesco Verderami per il “Corriere della Sera”
meme del presepe con matteo salvini giorgia meloni silvio berlusconi
Salvini ha le orecchie che gli pulsano. C'è Berlusconi che gli dice di voler «dare ai miei nipoti un nonno presidente della Repubblica». C'è Letta che lo invita a scaricare il Cavaliere e gli propone un patto per scegliere insieme ai grillini un candidato comune di suo gradimento al Quirinale. C'è Renzi che gli sussurra di puntare su Draghi per formare, dopo, un governo dei segretari.
È dura la vita per chi vuol essere il kingmaker del presidente della Repubblica e sa di giocarsi praticamente tutto in questa prova. Un passo falso e addio. E il leader della Lega, che si è dato come priorità la compattezza della coalizione, non deve fronteggiare solo gli avversari. Deve fare i conti anche con gli alleati. Perché i centristi di Coraggio Italia sono pronti a presentare un documento sull'identikit del loro candidato ideale al Colle, dal quale emergerà che il profilo non è quello di Berlusconi, mentre i sovranisti di Fratelli d'Italia lo pungolano chiedendogli come fa a stare al governo con chi pone veti al fondatore del centrodestra.
matteo salvini e giorgia meloni incontrano silvio berlusconi nella sua villa a roma 9
Nel marasma generale, i suoi sherpa gli raccontano che un senatore del Pd va in giro per palazzo Madama sponsorizzando la candidatura di Casini. Che poi è più o meno quanto fa da settimane a Montecitorio la grillina Grande, considerata vicinissima a Di Maio, cioè al ministro degli Esteri che a Natale ha inviato una bottiglia di champagne all'ex presidente della Camera. «Luigi? Lui non punta su Draghi?», si interroga Salvini disorientato.
BERLUSCONI MELONI SALVINI
Tanto basta per convincerlo ulteriormente che è utile prendere tempo. La proposta del «tavolo tra i leader» aveva e ha (anche) questa funzione. E dato che slitta il vertice del Pd, è bene rimandare anche il vertice dell'alleanza. Ma quando anche il segretario dem pareva esser stato persuaso da un dirigente di centrodestra - che consiglia di «non aver fretta» - la Meloni ha deciso di mettere fretta, sostenendo che non si può offrire al Paese lo spettacolo dei giochi politici sul Colle, dato che fuori dal Palazzo infuria la pandemia.
salvini meloni tesei berlusconi
Il Covid è la variabile indipendente che Salvini è costretto a inserire in un'equazione già complicata. Perché il virus, per il suo fattore numerico oggi indecifrabile, avrà un'incidenza politica nelle votazioni per il Quirinale. In più ci sono una serie di incognite, a cominciare dalla decisione di Berlusconi. Ora, è chiaro che il leader della Lega deve mostrarsi allineato con il Cavaliere. Perciò attende che l'alleato sciolga la riserva. Almeno su questo è d'accordo con la Meloni, con la quale ieri si è sentito dopo tanto tempo.
meme sulla crisi di governo salvini berlusconi meloni
E i due convengono che il presidente di Forza Italia dispone di un'altra arma che potrebbe usare: se capisse di non avere i numeri per diventare capo dello Stato, potrebbe lanciare lui un nome. «È escluso che faccia un endorsement per un esponente del centrodestra. O c'è lui o non c'è nessuno», avvisa uno dei capi dell'alleanza: «E visto quello che dice in privato su Amato e Casini, restano solo Draghi e Mattarella».
Ecco perché Salvini non usa parole definitive sul presidente della Repubblica e sul premier. Per questo motivo ieri i dirigenti della Lega scommettevano sui due, che vengono definiti «le uscite di emergenza». Che il capo del Carroccio non si fidi di Draghi è noto ai suoi deputati, tra i quali circola una battuta: «Se andasse al Quirinale, poi non ci inviterebbe nemmeno per la festa del 2 giugno».
BERLUSCONI SALVINI MELONI AL QUIRINALE
Che la Meloni non si fidi completamente degli alleati è altrettanto noto, vista la condizione che ha posto all'ultima riunione: «Se stiamo uniti su Berlusconi, dovremo muoverci insieme anche su altre ipotesi». Il centrodestra avrà pure la golden share sul Quirinale, ma se sbaglia mossa non esisterà più dopo la quarta votazione. È l'incubo di Salvini.