TIMES, 'MARCIA INDIETRO DI ZELENSKY SU ZALUZHNY DOPO PRESSIONI'
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(ANSA) - ROMA, 31 GEN - "Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha licenziato il comandante in capo delle forze armate ucraine Valery Zaluzhny, ma è stato costretto a revocare la sua decisione dopo le pressioni degli alti comandanti militari e dei partner internazionali". A sostenerlo è il britannico Times, ricostruendo la vicenda del possibile siluramento del generale ucraino dopo le indiscrezioni riportate dai media ucraini e internazionali dei giorni scorsi. Secondo alti ufficiali - scrive il Times - il generale Zaluzhny è stato convocato lunedì per un incontro faccia a faccia con Zelensky, e tre fonti hanno riferito che gli è stato poi chiesto di dimettersi.
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Quando ha rifiutato, il presidente ha affermato che avrebbe firmato un decreto di licenziamento. Zaluzhny - ricostruisce ancora il quotidiano britannico - è tornato nel suo ufficio e ha informato i suoi vice di essere stato licenziato. "Sto facendo le valigie", ha detto a uno degli agenti che gli hanno chiesto informazioni sulle voci sulle sue dimissioni. Sempre secondo le fonti, dopo che Zaluzhny ha detto ai suoi subordinati che se ne sarebbe andato, i comandanti senior e i partner internazionali, tra cui Stati Uniti e Regno Unito, hanno espresso la loro preoccupazione.
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E la decisione ha provocato una reazione negativa sui social media ucraini: per due ore sono circolate voci secondo cui l'incarico sarebbe stato offerto al capo dell'intelligence militare ucraina, Kyrylo Budanov, e poi al comandante delle forze di terra ucraine, il colonnello generale Oleksandr Syrsky. Ma entrambi - riporta il Times - avrebbero rifiutato l'offerta, costringendo Zelensky a fare marcia indietro.
LE VOCI SULL’ADDIO DI ZALUZHNY E LA CRISI DELLA DIFESA UCRAINA IL PORTAVOCE DI ZELENSKY: «FALSO»
Estratto dell’articolo di Lorenzo Cremonesi per il “Corriere della Sera”
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A quasi due danni dall’invasione militare voluta da Vladimir Putin, il governo ucraino rivela incertezze e debolezze interne che necessitano di soluzioni rapide in vista del terzo anno di guerra. Le voci circolate ieri nei corridoi del potere a Kiev riguardo alle eventuali dimissioni del capo di Stato maggiore, Valery Zaluzhny, sono state subito smentite dai portavoce del presidente Volodymyr Zelensky.
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Ma non è certo la prima volta che circolano rumors di dissidi e tensioni tra i circoli legati al presidente e i vertici militari, tanto più in concomitanza del controverso progetto di legge per allargare la leva obbligatoria. Una richiesta arrivata proprio dallo stesso Zaluzhny sulla necessità di infoltire i ranghi dell’esercito decimato e stremato da due anni di guerra.
I social e i canali d’informazione locali già nel tardo pomeriggio avevano iniziato a diffondere la notizia delle dimissioni del 50enne Zaluzhny e immediatamente le agenzie stampa russe Tass e Novosti avevano fatto da volonterose casse di risonanza, ben felici per una volta di segnalare i dissidi interni ucraini, piuttosto che dover smentire i consueti scontri tra Putin e i suoi generali.
Volodymyr Zelensky a Davos
Era poi stato il deputato ucraino Oleksiy Goncharenko a riportare su Telegram che a Zaluzhny sarebbe stata offerta la posizione di ambasciatore in un importante Paese europeo, ma che questi avrebbe subito rifiutato. Poco dopo era giunta la prima smentita dal ministero della Difesa: «Cari giornalisti non c’è nulla di vero». Quindi le parole dirette del capo ufficio stampa di Zelensky, Serhii Nykyforov: «Assolutamente no: il presidente non ha dimesso il capo di Stato maggiore». [...]
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I commentatori ucraini da tempo segnalano che la forte popolarità del capo di Stato maggiore (un anno fa i sondaggi gli davano l’87 per cento delle preferenze a fronte di una diminuzione del tasso di gradimento per Zelensky) poteva addirittura spingerlo a proporsi come candidato in alternativa al presidente. Era quindi stato lo stesso Zaluzhny a dichiarare di non essere affatto disposto ad entrare in politica. [...]
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