Fabrizio Goria per "la Stampa"
AUMENTANO I PREZZI DELLE MATERIE PRIME
La crisi delle materie prime rischia di essere ben più grave, e prolungata, di ciò che si potesse immaginare. A dirlo è la Banca centrale europea (Bce) che, nel suo bollettino economico, ha messo in evidenza come la scarsità di materiali, dai semiconduttori alle plastiche, possa danneggiare la ripartenza economica post-Covid. Specie in Germania, dove sono già ora presenti evidenze significative di un impatto sul settore manifatturiero, con prevalenza per il comparto automobilistico.
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Effetti negativi che, secondo la Bce, potrebbero durare fino alla fine dell'anno. Oltre allo spauracchio dell'inflazione importata dagli Usa, dunque, la penuria delle forniture. La Bce ha ammesso che sono presenti «gravi strozzature in alcuni comparti chiave dell'industria manifatturiera, in particolare in Germania». L'ultima indagine trimestrale della Commissione europea presso le imprese ha mostrato un livello quasi quattro volte superiore alla media (il 23%, contro il 6% storico, ndr) di industrie manifatturiere dell'eurozona che hanno segnalato la mancanza di materiali o di attrezzature come un fattore chiave di limitazione della produzione. In particolar modo, metalli, plastiche e chip.
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Ed è proprio l'ultimo capitolo quello più spinoso. Secondo Francoforte, «gli effetti di queste strozzature nella produzione di semiconduttori sono più evidenti nei settori con una quota più elevata di input di apparecchiature elettroniche, come quello informatico ed elettronico, delle apparecchiature elettriche e automobilistico». Chiaro è il riferimento di Francoforte a Volkswagen, Siemens e i colossi della manifattura teutonica. I numeri sono poco positivi. La situazione non è destinata a migliorare in pochi mesi. «La carenza di semiconduttori dovrebbe persistere nel breve termine», avverte la Bce. Questo perché «mentre le principali aziende produttrici di chip globali prevedono di espandere la capacità e aumentare la spesa in conto capitale di quasi il 74%, la cui implementazione è in gran parte prevista entro la fine del 2021, sia la complessità sia il tempo necessario per costruire nuovi impianti sono tali che i venti contrari del settore probabilmente rimarranno per tutto l'anno».
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A questo scenario di incertezza si aggiungono le fiammate sui prezzi, che incideranno anche sulla produzione industriale. Sebbene temporanee, è possibile che si protraggano fino al primo trimestre 2022, secondo la Bce. La nota positiva arriva da S&P Global, che ha rivisto al rialzo le stime di crescita per l'euro area, portandole a +4,4% quest' anno e al +4,5% nel 2022, e per l'Italia, +4,9% sia per quest' anno sia per il prossimo.