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    FIGLI? NO, GRAZIE. IL FUTURO FA PAURA– IL 51% DEI DICIOTTENNI HA DICHIARATO CHE NON VORRA’ MAI DIVENTARE GENITORE – TRA I MOTIVI: LA CARENZA DI LAVORO, L’ASSENZA DI POLITICHE ADEGUATE PER LA FAMIGLIA E LA MANCANZA DI FIDUCIA NELLA SOCIETA’ E NEL MONDO POST-PANDEMIA - LA MINISTRA PER LA FAMIGLIA ELENA BONETTI: “UN PAESE CHE NON È IN GRADO DI ESPRIMERE UNA FORZA GIOVANE NON HA PROSPETTIVE DI UN WELFARE SOSTENIBILE”


     
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    Leonardo Di Paco per "la Stampa"

     

    Ai giovani chiedete tutto ma non di non mettere su famiglia o fare figli: uno su due vi risponderà «no grazie».

     

    Lo rileva un sondaggio commissionato dalla Fondazione Donat-Cattin all' Istituto demoscopico Noto Sondaggi: il 51% dei ragazzi interpellati ammette infatti di non immaginarsi genitore, il 30% stima che a 40 anni avrà un rapporto di coppia ma senza figli, mentre il restante 20% pensa che sarà single. Un allarme che la ministra per la Famiglia Elena Bonetti raccoglie con preoccupazione: «Il tema della denatalità, della scelta della genitorialità sempre più rimandata, è sia sintomo che causa di una situazione di difficoltà del Paese. Un Paese che non è in grado di esprimere una forza giovane, innovatrice, è un Paese che non ha prospettive di un Welfare sostenibile», spiega la ministra durante un convegno organizzato a Torino in occasione del trentennale della morte dell' ex ministro e intitolato, non a caso, "Culle vote".

     

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    «Dopo l' esperienza drammatica che abbiamo vissuto questa progettazione del futuro passa dalla possibilità delle persone di immaginarsi una famiglia. O si cambia il paradigma delle politiche sociali o non otterremo mai uno sblocco in questo senso», aggiunge la ministra.

     

    GIOVANI DISOCCUPATI GIOVANI DISOCCUPATI

    Nello spiegare le ragioni per cui faticano a immaginarsi genitori i ragazzi intervistati - tutti tra i 18 e i 20 anni - parlano di fattori che riguardano la sfera sociale più che un' avversione netta alla genitorialità in sé. In particolare le preoccupazioni riguardano la carenza di lavoro (87%), seguita dall' assenza di politiche adeguate per la famiglia (69%). Una percentuale analoga di ragazzi, però, parla anche di crisi delle relazioni stabili mentre solo un ulteriore 37% ritiene i figli un ostacolo in quanto condizionano la vita.

     

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    In relazione alla volontà di non avere figli i giovani possono essere divisi in tre categorie, spiegano i ricercatori: c' è chi ha un atteggiamento definito «narcisista» per cui ritiene che un figlio, e più in generale legami stabili, limitino la propria libertà; chi manifesta la paura di non potersi permettere economicamente questa possibilità e infne chi assicura di non volere figli per mancanza di fiducia nella società e nel futuro.

     

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    Un concetto ripreso da Bonetti: «Il tema della denatalità viene spesso guardato dal punto di vista degli effetti devastanti che può provocare. Un Paese che non è in grado di garantire una sufficiente presenza di forza giovane, che è quella che interpreta l' innovazione e le scelte del futuro, è un Paese che non solo non ha la prospettiva di un welfare sostenibile, ma che nemmeno può interpretare quel necessario slancio di rinnovamento che di fatto possa garantire lo sviluppo per tutta la collettività».

     

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    I timori sui rischi di un inverno demografico per il nostro Paese, viene ricordato dalla Fondazione, vennero denunciati proprio da Carlo Donat-Cattin: «Da ministro della Sanità, lo fece nel settembre del 1986 a Saint Vincent, e già allora sollecitava un radicale cambio delle politiche per la famiglia. Vedeva l' Italia come un paese "in scadenza" sulla base di dati che gli aveva fornito il demografo Antonio Golini». Dati confermati anche dalle proiezioni di alcune compagnie di assicurazione, che tuttavia furono contestati da alcuni giornali che accusarono il ministro di nostalgia verso politiche demografiche del ventennio fascista. Le "culle vuote" di questi anni hanno però confermato le sue previsioni».

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