Alice Mattei per it.businessinsider.com
serena williams
A Wimbledon, si sa, non si scherza su regole e disciplina. Per chi lo fa ci sono pesanti multe (per quanto possa essere pesante una multa per un atleta milionario) e soprattutto la disapprovazione del circolo del tennis più importante del mondo. Quest’anno la scure dei giudici del circolo dove è obbligatorio giocare in bianco si è abbattuta con particolare severità su Serena Williams, rea di aver lanciato, per stizza, una racchetta e fatto saltare una zolla di terra.
In realtà non se n’è accorto nessuno, perché l’episodio sarebbe avvenuto in allenamento e il campo, in realtà, era un campetto pratica. Ma ai giudici inglesi poco è importato. Alla tennista più forte di sempre (anche se oggi è la numero dieci del ranking) è arrivata una multa da 10 mila sterline.
Ma la sanzione a Serena non è la sola di questa edizione; anzi: l’australiano Bernard Tomic è stato multato dell’intero prize money (ossia del premio i partecipazione a Wimbledon) di 45 mila sterline per aver tenuto una condotta antisportiva durante l’incontro con Jo-Wilfried Tsonga che, in buona sostanza, avrebbe lasciato vincere.
Molto più lieve, anche se non si capisce perché, la multa comminata al nostra Fabio Fognini che, dopo aver perso male contro Tennys Sandgren, ha imprecato contro il torneo e il campo e si è augurato una bomba a Wimbledon. Per lui solo una multa di 3500 sterline. E tutta la nostra disapprovazione.
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SERENA VINCE E FA FESTA COME RAPINOE NESSUNA PAURA DEI GIUDIZI MASCHILISTI
Gaia Piccardi per il “Corriere della Sera”
Le ragazze non hanno più paura del giudizio, vincono e festeggiano da uomini. L'urlo di Serena Williams sul centrale rimbomba da Wimbledon alla City: ammainata la visiera della connazionale Riske in tre set, l' ex numero uno si assicura la 37esima semifinale Slam (contro la ceca Strycova) sulla strada del 24esimo trionfo Major (come Margaret Court). È tutta la vita che le dicono che gioca come un maschio: «C' è qualcosa che non mi torna. Perché se un uomo piange in campo è sensibile e se lo fa una donna è isterica? Perché se abbiamo l' ambizione di sfidarlo diventiamo pazze?».
Le grandi domande della nuova Serena - visibilmente più magra, meno ansiosa, reduce dallo psicologo per metabolizzare l' incidente con Osaka all' ultimo Us Open, con extension inedite e truccatissima se nel Royal Box appare la sua amica Meghan Markle in Windsor - ripropongono il tema lanciato su un' altra erba dalla Nazionale Usa femminile di calcio, capace di conquistare il quarto titolo mondiale.
serena williams
Non solo Megan Rapinoe e Alex Morgan, capocannoniere del torneo con 6 reti, hanno festeggiato ogni gol con pose statuarie (Megan) o ironiche (Alex), ma poi insieme alle compagne si sono scatenate in una festa sguaiata a base di birra, champagne e twerking, atterrando a New York (sede della parata celebrativa di oggi) completamente ubriache.
Se a gonfiare i muscoli è Cristiano Ronaldo, è un figo. Se lo fa Balotelli ricorda Hulk. Quando sono Rapinoe, Morgan o Williams a ululare al cielo tutta la loro gioia, diventano donne arroganti. «L' accusa più insensata che abbia mai sentito. Siamo ragazze di parola: avevo promesso alla Casa Bianca che avremmo vinto e ho mantenuto» scherza dall' America la capitana dai capelli rosa.
serena williams con il marito alexis oanian
A un passo dalla storia di Wimbledon a 37 anni (sarebbe l' ottavo titolo, il primo da mamma), anche Serena ha qualcosa da dire: «La squadra di calcio americana mi è stata di grandissima ispirazione durante tutto il torneo. Sono una grande fan e appoggio tutte le battaglie che le calciatrici combattono ogni giorno per l' affermazione di se stesse e dei propri diritti. Non ha senso che guadagnino meno degli uomini.
serena williams after party
Le sento vicine». Anche Serena ha dovuto lottare. Per uscire viva dal ghetto di Compton, Los Angeles, per salire in cima al ranking con un tennis non raffinatissimo ma super atletico, per diventare la più grande di ogni tempo in un ambiente wasp come Wimbledon con pochissimi precedenti di campionesse o finaliste afroamericane (Ora Mae Washington, Althea Gibson, Zina Garrison, Venus Williams).
Dentro il megafono dell' All England Club, Serena è l' ultrà fasciata di bianco che con un tweet concede l' endorsement alle calciatrici che ribadiscono di non voler andare da Trump alla Casa Bianca, è la mamma di Olympia che scende in campo con un cerottino Disney sul braccio e, dopo aver battuto la Riske, zompa sulla cyclette con la bambina in braccio, è la diva che si prepara alla recita (ultima?) nominando sul campo la strepitosa 15enne Coco Gauff come erede. Un' altra che gioca a tennis da maschio, gender free.
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