MONICA COLOMBO per il Corriere della Sera
PAOLO DAL PINO
Il Consiglio federale, che si riunirà alle 12 in video conferenza, deciderà il piano B. Ma è bene chiarire che, qualunque esso sia, rappresenterà solo l'alternativa. Tra due settimane, con Torino-Parma, si riaccende la serie A su cui grava l'ombra pesante della quarantena.
Il vero nemico del calcio resta sempre il virus, che si è attenuato, ma non così tanto, non ancora almeno, da convincere il Comitato tecnico scientifico e di conseguenza il governo ad allentare le norme in caso di Covid. Per adesso servono 14 giorni di isolamento del positivo e di tutta la squadra, che potrebbe continuare a allenarsi (in ritiro) ma non a giocare. Un bel guaio.
gravina spadafora dal pino
Da oggi si entra nella zona rossa, quella pericolosa. Se in serie A ci sarà un contagiato, che sia un giocatore o uno dello staff, poco importa, il campionato rischia di non partire o di partire zoppo. Figc e Lega confidano che la curva continui a scendere e la prossima settimana incontreranno il ministro della Salute, Speranza, per capire se sarà possibile un cambiamento di rotta. Magari attraverso un provvedimento ad hoc per alcune categorie. Ma certezze non ce ne sono e gli scienziati tengono la guardia alta. Per questo il piano B non è secondario.
Gabriele Gravina Foto Mezzelani GMT24
La Federcalcio lo discuterà in un Cf che si annuncia molto teso e carico di attesa. Il tema centrale è il blocco delle retrocessioni in serie A, che non è all'ordine del giorno, ma che la Lega ha votato a larghissima maggioranza nell'assemblea di venerdì scorso. In teoria è difficile che passi, considerando che B e Dilettanti hanno fatto sapere di essere contrari, al pari delle componenti tecniche.
Ma, come ogni partita politica che si rispetti, le sorprese non sono da escludere. Il clima è elettrico. E le trattative per accaparrarsi voti continueranno sino all'ultimo istante. Ne servono 11 su 21. I presidenti confidano nella Lega Pro, che deve sciogliere le riserve e in qualche altro voto sparso.
Enrico Preziosi del Genoa, che il blocco lo ha votato, non si fa nessuna illusione: «La nostra richiesta probabilmente non sarà presa in considerazione. La Figc ha la sua autonomia e noi dobbiamo rispettarla», ha detto a Radiorai. Il piano federale è stabilire la classifica attraverso la media punti delle partite in casa e fuori moltiplicate per quelle che restano. Difficile un'intesa sulle due retrocessioni, che potrebbe diventare realtà solo se la B non potesse fare i playoff.
preziosi
E a proposito di playoff, Gravina, che li aveva messi da parte per venire incontro alla A (per adesso sono una possibilità solo se non si ripartisse), potrebbe a sorpresa decidere di metterli nuovamente sul piatto. Di sicuro spingerà per far ratificare la proposta di escludere dal campionato i club che non rispetteranno rigorosamente il protocollo sanitario e il riferimento è ai tamponi. E qui si torna al punto di partenza. Al calcio che riparte con l'ombra del positivo.
Il Consiglio federale dovrà prendere una decisione anche su come finire il campionato di Lega Pro. Il presidente Ghirelli, che aveva il mandato della sua assemblea per non ripartire, è stato fermato da Gravina. Ora l'idea è di procedere a una forma light di playoff con partite di sola andata per stabilire il nome della quarta promossa insieme a Monza, Vicenza e Reggina. Anche i playout saranno snelli, ma ci saranno. Perché la Figc è contraria al blocco delle retrocessioni anche in serie C.
PAOLO DAL PINO