Clémentine Spiler per LesInRocks
victor hugo
Sondare nella vita sessuale degli scrittori francesi è l’indiscrezione che si è permessa Iman Bassalah nel libro “La vie sexuelle des écrivains”. Marguerite Duras diceva che “si desidera come si scrive”, e lei ne sapeva qualcosa di letteratura e amanti. Non ci si aspettava invece che Victor Hugo avesse un simile appetito sessuale.
L’opera è una vera inchiesta, che attinge a documenti d’archivio, lettere, diari. Si concentra su otto autori: George Sand, Marguerite Duras, Colette, Madame de La Fayette, Victor Hugo, Marcel Proust, Jean de La Fontaine e Georges Simenon. Attraverso coloro che hanno preso la penna per descrivere la propria epoca, si traccia anche un’evoluzione dei costumi.
Spiega l’autrice: «Oggi pensiamo di aver inventato la sessualità, invece tutto è organizzato e commercializzato, dai siti per adulti ai club per scambisti. Viviamo in una società che si crede viziosa, ma non lo è affatto, se la paragoniamo ai secoli scorsi».
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Così scopriamo che Victor Hugo tormentava le domestiche affinché gli mostrassero i seni, e frequentava assiduamente i bordelli. Era un tossico del sesso, quasi uno stupratore. Ha sottomesso tutta la sua famiglia al suo potere, la figlia è finita in un istituto psichiatrico, con la diagnosi di “erotomane” (Truffaut le dedicò il film L'histore d'Adèle H), la moglie ha descritto la prima notte di nozze come una violenza interminabile. C'è una specie di schizofrenia fra l’uomo pubblico e l’uomo privato, infatti pubblicamente si batteva per le cause delle donne e fu definito il primo femminista.
La fama dello scrittore ha superato la verità della persona, e ancora si parla di un patriarca infallibile e di sua moglie come del suo grande amore, dimenticando le Juliette, Léonie, Blanche e le altre del bordello.
george sand
George Sand fece della sua mascolinità un’arma di seduzione. Scelse nome e abiti da uomo inizialmente per “sopravvivere nella giungla”, così era libera di viaggiare, di entrare nei circoli maschili, nelle biblioteche. Ma con il successo letterario gli uomini caddero ai suoi piedi. Lei preferì quelli deboli, oppure era la sua virilità che li rendeva tali. Prima Alfred de Musset, poi Frédéric Chopin, entrambi caduti in malattia dopo la relazione con lei. Li lasciò per altri piaceri carnali.
In “L’amant” di Marguerite Duras raccontava la scoperta del piacere avvenuta a 15 anni con un cinese molto più grande di lei, nelle cui braccia fu spinta dalla madre. Scoprì il suo corpo e la sua femminilità in un rapporto distruttivo. Per l’autrice erotismo e scrittura andavano di pari passo. In un’intervista ricordò le sue avventure occasionali nei vagoni del treno e nelle cabine, sempre con sconosciuti, a volte violente. Una vita perseguitata dal fantasma del piacere proibito.
l amant film tratto dal romanzo della duras
Marcel Proust condivide con la Duras questo trauma materno. Mentre André Gide viveva pienamente la sua sessualità, Proust se lo negò, a causa di sua madre. Era terrorizzato da lei e dall’idea che scoprisse le sue tendenze omosessuali.
Dopo la morte di lei, cominciò a frequentare case di appuntamenti esclusivamente maschili, faceva il “voyeur”, si limitava a guardare e non partecipava mai. I suoi grandi amori non li ha mai vissuti alla luce del giorno. Si drogava e agli amici esprimeva il profondo disgusto per i gay. La sua scrittura riflette questo mascheramento, lunghe frasi per nascondere l’innominabile.
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E Madame de La Fayette? Esempio di castità nella scrittura, dove non fece mai riferimento alla sua torrida relazione con La Rochefoucault. Il secolo era libertino ma non si poteva ancora scrivere oscenità, anzi, si rischiava la pena di morte. Oggi ci sono tutti questi romanzi che si vendono grazie al fatto che garantiscono sesso esplicito. All’epoca si parlava di meno e si faceva di più.