IL CALENDARIO DEI POMPIERI SCOTTA
Stefano Zurlo per il Giornale
SGARBI
Sembra di stare dentro una congiura di palazzo. Reticenze. Omissioni. Verità indicibili. Rancori dalle radici tenaci. Facce livide. Solo che la vittima non è in carne e ossa, ma è un testo che Vittorio Sgarbi aveva confezionato per il calendario 2017 dei vigili del fuoco.
Sorpresa con giallo: il calendario esce finalmente ma la prosa del critico d' arte non c' è più. Missing. Sparita.
Qualcuno l' ha strappata. Il sospettato, anzi qualcosa di più a sentire il suo acerrimo rivale, è uno e uno solo: il ministro dell' Interno Angelino Alfano che con Sgarbi proprio non si piglia. Anzi i due si sono beccati infinite volte e Sgarbi che, com' è noto non è un' educanda e non ama gli spagnolismi, l' ha infilzato ripetutamente con garbati epiteti del tipo «Frankenstein», «amico della mafia», «capra assoluta».
ALFANO VIGILI DEL FUOCO
Questa volta la zuffa a distanza si sviluppa intorno a un calendario che dovrebbe portare con l' anno nuovo un messaggio di pace, speranza, promozione. E invece sotto l' albero di Natale Sgarbi erutta tutta la sua indignazione e sottolinea la censura: «Il capo dipartimento dei vigili del fuoco Bruno Frattasi mi ha detto che è stato il ministro a imporgli di non pubblicare il mio intervento».
Premessa: il Vittorio nazionale è da sempre vicino ai pompieri. E dopo il terribile colpo di maglio di Amatrice il legame s' è rinsaldato. Il polemista si è lanciato sulle opere ferite, ha composto una sorta di elogio della bellezza sbriciolata dei dipinti, delle chiese, dei manufatti. E ha pescato proprio dalle parti del cratere un maestro sconosciuto, Cola dell' Amatrice, facendone il simbolo di una possibile rinascita.
SGARBI
Tutto bello e commovente, come in una favola. E i pompieri, naturali alleati del critico fra polvere e calcinacci, colgono la palla al balzo per chiedergli un intervento che dia una vibrazione in più alla loro strenna. Sauro Moretti, l' assistente di Sgarbi, viene tempestato di messaggi e sms. Il countdown corre veloce, bisogna fare presto, il fibrillatissimo Sgarbi, che già corre come il mercurio da un interesse all' altro, viene invitato ad accelerare.
I messaggi riempiono il paesaggio come gocce d' autunno: «Stiamo preparando il calendario 2017 e vorremmo collegarlo all' attività svolta dai vigili del fuoco per la salvaguardia delle opere d' arte. Il titolo pensato è Salvare la bellezza!, riferito anche all' articolo 9 della Costituzione. Ci onorerebbe molto ospitare un intervento del maestro Sgarbi».
VIGILI DEL FUOCO
Il problema è che il maestro è entrato in rotta di collisione con il ministro dal quale dipende il preziosissimo corpo. Nessuno al momento se ne rende conto, ma il crash è solo questione di tempo. Il 14 novembre Sgarbi consegna il suo articolo che sobriamente definisce «bellissimo».
L'1 dicembre è ospite d' onore alla festa dei vigili. Ed è lì che arriva anche Alfano. I due non si salutano, ma poco dopo Frattasi sussurra a Sgarbi: «Non sapevo che il ministro ti detestasse fino a questo punto».
È solo un quaresimale antipasto. La vendetta, vera o presunta, si consuma rapidissima come un piatto bollente. Il fiume di apprezzamenti si asciuga in un flebile balbettio, le parole lasciano spazio al silenzio, la cortigianeria viene riavvolta come un tappeto logoro. Moretti fiuta che qualcosa non quadra, s' informa, trova le conferme.
VITTORIO SGARBI
Sgarbi è fuori dal catalogo. Frattasi indica il mandante: «È stato Angelino». «Pensavo - osserva ora lo scrittore - che il prefetto fosse autonomo, almeno per quel che riguarda un calendario». Sembra davvero una saga nella penombra. È il paradosso di Natale dei pompieri: lingue di fuoco salgono al cielo sempre più alte.
LAUDATO SI’, MI SIGNORE; PER FRATE FOCU
Testo di Vittorio Sgarbi per l’introduzione al calendario dei Vigili del Fuoco pubblicato da il Giornale
Tra le più felici invenzioni di un grande poeta, Gabriele D' Annunzio, c' è la definizione di un Corpo dello Stato, al quale ognuno guarda con speranza e riconoscenza: i Vigili del fuoco.
La nostra sicurezza, la nostra vita, talvolta, è garantita dalle cosiddette forze dell' ordine, votate a combattere il male degli uomini: Arma dei Carabinieri, Polizia, Finanza. Esse perseguono i delitti, individuano i colpevoli, risarciscono gli innocenti.
Uomini malvagi contro persone indifese. Per questo hanno la nostra confidente gratitudine, quando non sono deviate verso teoremi criminali, non sempre reali, dalla magistratura.
Ma i Vigili del fuoco, che, per la loro operatività, furono chiamati, e ancora sono nella pratica funzione, «pompieri», hanno la nostra più ampia e maggiore riconoscenza, perché non combattono la malvagità colpevole degli uomini, ma il male della natura e del caso.
Non devono inseguire e reprimere uomini che sbagliano a danno di altri uomini, ma il fuoco, l' acqua, i sussulti della terra, l' aria che si fa tempestosa come uragano.
sgarbi berlusconi
Sono uomini dalla nostra parte contro la violenza della natura che si esprime nei suoi fondamentali elementi, quando essi si manifestano furiosamente fuori dall' armonia, nel corso dei fiumi, nel movimento dei venti, nella forza incontrollabile del fuoco, nell' anima implacata della terra.
Quando gli elementi si scatenano, i Vigili del fuoco, vigili anche dell' acqua, dell' aria e della terra, mostrano la forza dell' uomo nel resistere e contrastare la natura nemica. È l' impresa più difficile, nell' impari confronto che vede l' uomo travolto, sconfitto, e la natura violenta, irriducibile.
A un certo momento le parti si ribaltano. E, per tutti noi, i Vigili del fuoco salvano i feriti, recuperano i morti, mettono in sicurezza edifici, opere d' arte e beni materiali degli uomini. E, da uomini, essi si fanno angeli. La felice formula di D' Annunzio indica anche la funzione sempre più necessaria e richiesta: la prevenzione.
Lo Stato dovrà, dopo i soccorsi, ricostruire. Ma i Vigili del fuoco non spengono soltanto gli incendi accesi da ogni forza della natura nei suoi elementi infuriati, ma, appunto, vigilano, controllano, cercano di contenere le minacce e l' ira di un improvviso sconvolgimento dell' ordine delle cose.
ALFANO GENTILONI
A nessuno, come a loro, dobbiamo gratitudine per ciò che impediscono e per ciò che dominano, quando ormai tutto sembra perduto. Per la violenza chiamiamo le altre forze dell' ordine; per l' emergenza i Vigili del fuoco. Essi arrivano e ci rassicurano moralmente.
La loro efficacia materiale è un valore spirituale. Essi vigilano sulle nostre cose e salvano le nostre anime, perché anch' esse non si consumino nella cenere. E, in fondo, i Vigili del fuoco non si occupano dell' ordine del mondo, della natura per l' uomo, ma della inquietante minaccia del disordine, della natura contro l' uomo. E ci riconciliano con Dio.
i vigili del fuoco cercano fra i detriti