STEFANIA GIANNINI
Annalisa Chirico per www.ilgiornale.it
Non sono tutte Ivanka Trump. La figlia del presidente eletto degli Usa si è insediata al fianco del papà di cui è super consigliera.
Non solo per amore filiale, ma perché ha dimostrato sul campo di essere preparata, capace e dedita al lavoro. In Italia, nei giorni della crisi di governo, le prime poltrone a tremare sono tutte femminili. Gli appelli alle «quote rosa» hanno generato risultati non encomiabili.
Non perché i ministri coinvolti non fossero femmine doc ma perché, alla prova dei fatti, hanno confermato quel che era più di un sospetto: essere donna in politica non basta. Non è titolo di merito né garanzia di successo.
la ministra marianna madia
Stando ai rumors, nel governo che verrà non ci sarà spazio per la titolare dell`Istruzione Stefania Giannini. L'ex montiana si è intestata una modesta riforma passata sotto lo slogan di «buona scuola» e, nonostante l'infornata di assunzioni, non è mai entrata in sintonia con il mondo degli insegnanti.
CROZZA RENZI MADIA BOSCHI
Il secondo ministro dato in uscita è Marianna Madia, presenza tanto botticelliana quanto eterea, ha battagliato per una riforma della pubblica amministrazione bocciata dalla Corte costituzionale. S’imbizzarrì per un servizio di Chi che la ritraeva nella spontaneità di chi gusta un cono di gelato.
maria elena boschi dopo il referendum
Entrata nel governo in quota lettiana, Madia non si è mai guadagnata la fiducia del capo. Sarebbe giunto il momento dell'addio pure per il ministro della Salute Beatrice Lorenzin. Dopo aver seguito Alfano sulla via del centrosinistra con poltrone al seguito, l`ex capo segreteria di Paolo Bonaiuti, già firmataria di una prefazione poi ritirata a un libro sull'omeopatia, ha commissionato e approvato una campagna di comunicazione bollata come «inguardabile» dallo stesso premier e ampiamente criticata per i toni pedagogici e a sfondo razzista (formidabile l'opuscolo sulle «cattive abitudini» impersonate da ragazzi di colore).
boschi al san carlo4
Se uno dei ministri testé menzionati saltasse, qualcuno oserebbe forse gridare alla parità di genere tradita o al colpo di stato sessista contro le donne? La verità è che, catapultate dagli uomini in posizioni di potere secondo una logica di quote - la montiana, l`alfaniana, la lettiana - e non per meriti personali, le donne ministro non hanno dato una esaltante prova d sé. Se licenziate in anticipo, dovremo augurarci che siano sostituite da persone in grado di scrivere una riforma senza censure di incostituzionalità, o di concepire una campagna di comunicazione che non sia fonte di imbarazzo.
on ci siamo scordati di Maria Elena Boschi, il ministro delle Riforme, l`unica scelta dal capo in quanto volto femminile del renzismo sin dalla prima corsa alla segreteria del Pd. Con lui ha condiviso oneri e onori, e dopo aver dato il nome alla riforma bocciata dagli italiani, il suo passo indietro sarebbe una assunzione di responsabilità.
LORENZIN
Magari solo una pausa, una boccata d'ossigeno, che forse le avrebbe giovato già dopo il caso Banca Etruria. A differenza delle altre però Boschi ha saputo tessere le trame politiche per l'approvazione parlamentare, non scontata, della riforma. Non si può dire che non sia una abile politica. Per lei potrebbe valere l`antico adagio: scomparire quel tanto che basta per poi tornare.