Estratto dell’articolo di Massimo Franco per il “Corriere della Sera”
giorgia meloni e vittorio sgarbi 1
Al netto della soddisfazione scontata delle opposizioni, le dimissioni di Vittorio Sgarbi da sottosegretario segnalano la prima crepa nel governo guidato da Giorgia Meloni. Crepa piccola, annunciata, eppure imbarazzante.
Rivela tensioni neanche troppo sotterranee tra Sgarbi e il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano; con una coda di veleni della quale si scorgono al momento solo i primi indizi.
[…] L’accusa dell’ormai ex sottosegretario è di essere stato portato a dimettersi «con effetto immediato» dopo un’iniziativa dell’Antitrust. «Sono stato destinatario di una molto complessa e confusa lettera che aveva accolto due lettere anonime inviate all’Antitrust dal ministro della Cultura», ha spiegato Sgarbi, preannunciando peraltro che scriverà alla premier Giorgia Meloni: l’unica che ringrazia.
VITTORIO SGARBI E GENNARO SANGIULIANO
Evocare due lettere anonime attribuendole a Sangiuliano rappresenta un ossimoro. Da quanto si capisce, la colpa attribuita al ministro sarebbe di averle ricevute a sua volta, e inoltrate invece di cestinarle.
[…] Il silenzio mantenuto finora dalla premier e dal ministro rendono facile al Pd e al M5S additare la loro «reticenza». E, al di là delle accuse ipotizzate contro Sgarbi per l’acquisto sospetto di un quadro e per le sue attività extrapolitiche, rivela i veleni in circolo.
Rimanda ad altre questioni aperte che toccano una maggioranza tanto forte quanto incline a farsi male da sola. Il fatto che Sgarbi definisca il suo gesto «un colpo di teatro» tende a declassarlo a mossa in linea col suo discutibile istrionismo. Ma sembra fatta anche per anticipare la decisione dell’Antitrust a lui sfavorevole; e velare la sensazione che sia stato condotto al passo indietro dallo stesso governo.
GIORGIA MELONI E DANIELA SANTANCHE
Il problema è che si inserisce in uno sfondo di tensioni interne alla coalizione, ben al di là della competizione infinita tra Meloni e la Lega di Matteo Salvini. Basta citare la vicenda surreale di un deputato di FdI, Emanuele Pozzolo, che a una festa di Capodanno porta una pistola.
Qualcuno spara, e l’arma ferisce uno dei presenti. Ma dopo oltre un mese nessuno dei pubblici ufficiali presenti — oltre a Pozzolo, il sottosegretario Delmastro e un sindaco — ha spiegato alla magistratura l’accaduto. E, per quanto silente, rimane aperto il caso della ministra del Turismo, Daniela Santanchè, per il modo in cui ha diretto in passato una sua società: una gestione per la quale le opposizioni chiedono «un passo indietro».
giovanni donzelli giorgia meloni emanuele pozzolo. Giorgia Meloni Emanuele Pozzolo nel 2013