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    "MAURIZIO MI CHIAMÒ NEL 1987, COME CRITICO D’ARTE, LITIGAMMO SUBITO, PERCHÉ AVEVA INVITATO UN TIZIO NOIOSISSIMO" - VITTORIO SGARBI RICORDA COSTANZO CHE LO INVENTÒ IN TV: “TORNAI DUE ANNI DOPO E FECI FILOTTO, UNO DUE E TRE: LA LITE CON LA PROFESSORESSA A CUI DIEDI DELLA STRONZA, GLI INSULTI ALLE PANCHINE DI SOTTSASS E LA DICHIARAZIONE DI ODIO PER FEDERICO ZERI QUANDO DISSI CHE LO VOLEVO MORTO. MAURIZIO INTUÌ UNA VERITÀ: CHE L’IMPREVISTO IN TV È COME UN INCIDENTE STRADALE, NON RESISTI E TI FERMI A GUARDARE”


     
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    Giovanna Cavalli per www.corriere.it

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    Costanzo, Sgarbi:

    «Ero convinto che Maurizio fosse immortale e in un certo senso lo è, perché è ancora qui tra noi, con noi. Anzi Costanzo siamo noi, lui vive in noi». Vittorio Sgarbi lo ha saputo in diretta (era ospite a L’aria che tira su La7) e di getto ha commentato: «Lui era nostro padre, è morto nostro padre».

     

    Nostro?

    «Sì, il mio, di Lilli Gruber, di Nicola Porro, di Massimo Giletti, di Paolo Del Debbio, di Corrado Formigli, di Giovanni Floris, di tutti noi che siamo il suo lascito testamentario, lui che un delfino non l’ha mai scelto, proprio come non lo ha voluto Berlusconi, che quando se ne andrà non lascerà nessuno uguale a lui. Maurizio invece ha tanti figli di un modello di tv, un mix irripetibile di cronaca, teatro, cinema in cui l’imprevisto è la chiave del successo».

     

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    Ricorda il vostro primo incontro?

    «Mi chiamò nel 1987, come critico d’arte, litigammo subito, perché aveva invitato un tizio noiosissimo. Tornai due anni dopo e feci filotto, uno due e tre: la lite con la professoressa a cui diedi della str…, gli insulti alle panchine di Sottsass e la dichiarazione di odio per Federico Zeri quando dissi che lo volevo morto. Maurizio intuì una verità: che l’imprevisto in tv è come un incidente stradale, non resisti e ti fermi a guardare. Lui è stato come un meteorite caduto sulla televisione italiana. Di Mike Bongiorno non è rimasto niente, forse lo stesso accadrà con Pippo Baudo, Costanzo invece sarà eterno, anzi lo è già, è ancora qui».

     

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     Avete mai litigato? Costanzo non la rimproverava mai per le sue celebri sfuriate?

    «Sì, quella prima volta nel 1987. Mi disse: “Se non le va bene come conduco il programma, allora lo conduca lei”. Ma niente di più. Gli piacevano i miei scatti, le mie intemperanze, il fatto che non recitassi una parte in commedia. Mi ha dato un palco, come a un cantante. Il Maurizio Costanzo Show era la Scala della tv».

     

    Gli voleva bene, vero?

    «Sì, certo che gliene volevo. E anche lui mi ha amato nella vita personale, non solo quella professionale. Ci sentivamo una volta al mese, ma con Maurizio non esistevano pranzi o cene o cocktail o vacanze. Bruno Vespa vado a trovarlo nella masseria in Puglia, Maurizio non è mai andato in masseria o in villeggiatura. Perché la sua vita vera era quella in tv, non l’altra. I primi tempi eravamo soltanto io e Maria De Filippi. Finita la puntata me ne andavo a casa, lei invece restava lì, questa era l’unica differenza».

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    Ha già sentito Maria?

    «Non ancora, sono sempre al telefono, anzi se mi lascia andare forse ci riesco».

     

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