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    VOGLIO UNO SGARBI SPERICOLATO – IL CRITICO SI PARAGONA A VASCO ROSSI! - “DA SOLO VALGO L’1-1,5%. SE HAI UNO COME VASCO IN COALIZIONE, LO METTI BELLO VISIBILE SULLA SCHEDA ELETTORALE IN MODO DA SFRUTTARNE LA POPOLARITÀ" – IL VECCHIO SGARBONE È CERTO DI TORNARE IN PARLAMENTO, CANDIDATO DEL CENTRODESTRA IN UN COLLEGIO SICURO. MA LUI SPINGE PER PRESENTARE "RINASCIMENTO" AL PROPORZIONALE CON...


     
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    Tommaso Labate per corriere.it

     

     

    sgarbi sgarbi

    «Metti caso che hai Vasco Rossi che sta in coalizione con te. Che cosa fai, gli dai un collegio blindato e tanti saluti? Oppure fai in modo che quel nome porti consensi a tutta l’alleanza? Lo tieni nascosto o lo metti bello visibile sulla scheda elettorale in modo da sfruttarne la popolarità? Davvero, io non capisco. Però dai, vediamo in un modo o nell’altro di risolverla...».

     

    Dimenticate la versione arrabbiata, fumantina ed esplosiva di Vittorio Sgarbi. Lo Sgarbi spalmato ieri pomeriggio sul sedile di dietro di una berlina che gira per le vie di Viterbo, dove il critico d’arte è assessore alla Cultura e alla Bellezza, è un uomo che non si dà pace.

     

    Il passepartout per ritornare in Parlamento, candidato col centrodestra in un collegio granitico, non è in discussione. Lo vuole a tutti i costi Giorgia Meloni e sono contenti anche gli altri leader. Lui, però, preme per presentare al proporzionale il simbolo di Rinascimento col nome Sgarbi insieme al simbolo di Noi con l’Italia, il partito di Maurizio Lupi che non ha bisogno di raccogliere le firme. Sembrava che la strada verso questa soluzione fosse spianata, adesso è tornato tutto in discussione. «Non voglio polemizzare con Lupi.

     

     

    vasco rossi al circo massimo vasco rossi al circo massimo

    Lui è un ragazzo buono, semplice, sincero. Ma, dico io, mi volete usare nel simbolo? Io da solo prendo dall’1 all’1,5%, a prescindere dalla coalizione. In un Comune di duemila elettori, venti voti non me li toglie nessuno. Pensa poi nelle grandi città! Questi consensi li posso portare dentro, possono essere decisivi», lamenta. E ancora: «Ma quanto fanno schifo i nomi dei partiti di oggi, ancorati esclusivamente al racconto dell’immediato, del presente? Italia viva fa schifo, Azione fa schifo, un po’ anche Noi con l’Italia fa schifo. Senti quant’è bello Ri-na-sci-men-to...», scandisce. «La storia, il racconto, il cammino, l’idea: com’era per i nomi bellissimi della Prima repubblica, Partito repubblicano, Partito comunista...». In una cartelletta, ma anche memorizzati tra file di WhatsApp, ha delle bozze di simbolo.

     

    sgarbi sgarbi

    «Lupi mi ha telefonato per dirmi “sai, Vittorio, se mettiamo più simboli nel tondino poi l’elettore si confonde”. Qua ne ho uno che riprende la Creazione di Adamo di Michelangelo. Ma secondo voi Michelangelo può mai confondere l’elettore? Ma scherziamo? Le mani di Dio e di Adamo protese l’una verso l’altra come la mia e quella di Lupi... Ma sapete quanti voti di centro toglieremmo a Calenda, Carfagna e Gelmini?», ripete Sgarbi. Convinto di riuscire a spuntarla, ha anche incassato le adesioni di parecchie personalità disposte a candidarsi con lui: «Posso strappare Tommaso Cerno al Pd, e sono qualche decina di migliaia di voti. Luca Palamara ci starebbe, e lui di voti ne vale almeno sessantamila.

     

    Poi c’è il generale Mori, altri voti. Il colpo da maestro, che ho già pronto, sarebbe il direttore d’orchestra Alberto Veronesi, figlio di Umberto Veronesi, che ha già fatto una bella campagna elettorale per le Comunali a Lucca. E Morgan? È problematico, ma Morgan varrebbe centomila voti da solo...». La berlina continua a girovagare per le vie di Viterbo. Mani da stringere, mostre da inaugurare e quel sogno — la lista Noi con l’Italia e Rinascimento, con simbolo griffato da Michelangelo Buonarroti — che Sgarbi non vuole lasciare in un cassetto. «Possiamo essere decisivi, bisogna ripeterlo a Lupi, freniamo l’emorragia di voti che altrimenti vanno verso Calenda e che col mio nome nel simbolo si fermerebbero prima del confine. Non mi capacito, non mi arrendo...».

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