ANZIANA AL TELEFONO
Antonio Mariozzi per il “Corriere della Sera”
«Pronto?... Buongiorno signora, sono il maresciallo dei carabinieri... non si allarmi, la chiamo perché suo nipote è rimasto coinvolto in un incidente stradale... sta bene, ma l' abbiamo trattenuto in caserma... ci sarebbe una somma da pagare per risarcire il danno e farlo tornare a casa senza problemi giudiziari». Mettetevi nei panni della nonna contattata per aiutare il ragazzo. Valutate la fiducia che ispira la divisa sbandierata dall' autore della telefonata.
Concedete pure l' abilità dei truffatori, che inventavano di sana pianta ruoli e circostanze e, come quei cartomanti delle tv locali, riuscivano a farsi dire nel corso della telefonata il nome del nipote («Sì, proprio lui...») e indirizzo della truffata. Chiudete infine il cerchio con la prontezza dei complici del telefonista, che in tempi strettissimi arrivavano a casa dell'anziana vittima, prendevano contanti e gioielli e rapidamente li reinvestivano in acquisti utili all'organizzazione oppure li nascondevano in bonifici o li scambiavano nei «compro oro».
carabinieri
Il quadro che viene fuori è un totale di almeno 66 truffe condotte in tutta Italia da una banda di 13 persone, tutte napoletane, finite in carcere (tranne un deferito) nell' operazione «Sciacallo» della Procura di Frosinone su indagini della Squadra mobile e dei carabinieri del Nucleo operativo della città ciociara. Centomila euro sono stati recuperati e restituiti alle vittime degli ultimi cinque raggiri, ma le verifiche cominciate nel 2015 hanno fotografato un fenomeno molto più diffuso e un arricchimento molto più cospicuo.
Il copione era sempre lo stesso - con la variabile dell'«avvocato» al posto del maresciallo - e la truffa veniva ripetuta sistematicamente a ritmi regolari. Fissata la base in una località tranquilla, la banda batteva a tappeto in quattro o cinque giorni tutta l' area in un perimetro di un centinaio di chilometri, riuscendo a portare a casa anche 20 mila euro a telefonata. Prendevano le auto a noleggio, cambiavano continuamente le sim telefoniche e dopo aver preso i soldi tornavano a casa pronti a ricominciare. Tracce del loro passaggio se ne trovano in tutte le regioni, a eccezione della Campania e delle Isole.
CARABINIERI ACCUSATI DI STUPRO
L' inizio della fine arriva quando sul tavolo del pm Barbara Trotta affluiscono una decina di denunce tutte simili tra loro e concentrate in pochi giorni. Partono le indagini, i capi di imputazione nel fascicolo si moltiplicano, a Colleferro viene bloccato uno della banda che aveva in tasca il malloppo.
Quindi scattano gli arresti. «Un successo dovuto all' impegno di polizia e carabinieri nella repressione e soprattutto nella prevenzione» si rallegra il questore di Frosinone, Filippo Santarelli. E aggiunge: «Giriamo la provincia per incontrare gli anziani e invitarli a denunciare. Alcuni hanno paura ma devono essere tranquilli perché è grazie al coraggio di chi l' ha fatto che abbiamo compiuto questa operazione».