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    SALA D'ATTESA - SE PERSINO CALENDA TI DICE CHE LA TUA STRATEGIA POLITICA È UN DISASTRO, FATTI UNA DOMANDA! - ''SÌ ALL'ACCORDO COI 5 STELLE, MAI CON DI MAIO''. IL SINDACO DI MILANO, CHE SOGNA DI ESSERE IL PROSSIMO LEADER DEL PD, NON SOLO SI 'SCEGLIE' L'ALLEATO CHE GLI PARE A LUI, MA NON CAPISCE CHE DOPO UN DEMOCRISTIANO COME DI MAIO, IN TESTA AL M5S ARRIVERANNO DIBBA E FICO, GENTE CHE L'EXPO NON GLIEL'AVREBBERO MANCO FATTO FARE, E DOPO LA SUA CONDANNA LO AVREBBE COSTRETTO A DIMISSIONI PERPETUE E PUBBLICA GOGNA


     
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    Giannino della Frattina per ''il Giornale''

     

    giuseppe sala in tribunale 1 giuseppe sala in tribunale 1

    Che il sindaco Giuseppe Sala sia un cavallo di razza non c' è dubbio. Certo aiutato dall' aver potuto mettere a frutto i suoi talenti prima alla Bocconi e poi nel terreno fertile del microcosmo Milano: prima da ottimo manager nell' impresa privata, poi da stimato boiardo comunale nella sua esperienza in un' amministrazione di centrodestra come quella di Letizia Moratti messa successivamente a frutto nel successo di un' Expo voluta e conquistata sempre dal centrodestra. E infine traghettando sulle sponde della sinistra per indossare la fascia tricolore di primo cittadino.

     

    BEPPE SALA BEPPE SALA

    Un curriculum a cui ora Sala sembra voler aggiungere un ruolo da protagonista nel palcoscenico nazionale, come dimostrano le sue sempre più frequenti uscite che invece di occuparsi di tombini e periferie allagate, puntano ai grandi temi della politica. Come nell' intervista consegnata ieri alla prima pagina di Repubblica proprio nel giorno in cui il Pd aveva convocato la sua Direzione per cercar di capire che pesci pigliare visti i sondaggi che vanno a picco. «Salvini si può battere. Ecco come», il titolo a caratteri belli grossi che non nasconde certo il suo vero bersaglio: i colonnelli del Pd e non certo il Matteo lumbàrd che per tutta risposta lo ha invitato a candidarsi.

     

    ALESSANDRO DI BATTISTA E LUIGI DI MAIO ALESSANDRO DI BATTISTA E LUIGI DI MAIO

    Il problema è che come tutti i purosangue, anche Sala nella sua trance agonistica rischia la rottura sulla dirittura d' arrivo. Perché dire che «va esclusa ogni forma di collaborazione con l' M5s, perlomeno con la guida politica attuale» e poche righe dopo che alle prossime elezioni «noi dovremo essere pronti a costruire alleanze, anche con chi verrà dopo Luigi Di Maio alla guida del movimento», è quantomeno cosa politicamente poco accorta, per non dire una sciocchezza. Perché forse Sala non ha capito che dopo un democristianone come Di Maio, alla guida dei «grillini» arriveranno dei savonarola come Alessandro Di Battista o ancora peggio Roberto Fico.

     

    Gente che a Sala l' Expo nemmeno l' avrebbe fatta cominciare e che dopo la sua condanna per «falso», lo avrebbe costretto a dimissioni perpetue e pubblica gogna. E, infatti, subito è arrivata la strigliata del colonnello Pd Carlo Calenda che dopo avergli dato dell'«ottimo sindaco» gli chiede «come si fa a dire: noi vogliamo governare il Paese con un partito che oltre ad insultarci quotidianamente sta governando in modo disastroso».

     

    Di Battista Di Maio Fico Di Battista Di Maio Fico

    Tanto per ricordare Sala che il suo vero nemico non è tanto quella «deriva sovranista» che promette di combattere nella prima riga della sua intervista, ma piuttosto gli apparatcik, quei burocrati di partito incistati nei Palazzi che lo aspettano a Roma per fargli la festa. E questo Sala lo sa bene.

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