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    "SÌ ALLA RIPRESA DEGLI ALLENAMENTI. E SE UN CALCIATORE VIENE TROVATO POSITIVO NON SI DOVRA’ FERMARE TUTTO" - IL PROFESSOR FRANCESCO VAIA, DIRETTORE SANITARIO DELLO SPALLANZANI, PARLA CON ZAZZARONI DEL PROTOCOLLO E DELLO RIPARTENZA DEL CALCIO: “IL PAESE E LO SPORT DEVONO ATTRAVERSARE INSIEME QUESTO DESERTO. SIAMO NELLA FASE DELLO SVEZZAMENTO. NECESSARIO UN MONITORAGGIO COSTANTE…”


     
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    Estratto dell’intervista di Ivan Zazzaroni a Francesco Vaia pubblicata da www.corrieredellosport.it

     

     

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    «Faccio una premessa, mi ascolti con attenzione: non le parlo a nome dello Spallanzani, ma a titolo personale, come Francesco Vaia». Ovvero come nove pagine di curriculum vitae, e quando arrivi all’ultima hai sostenuto con successo un esame di Epidemiologia. Napoletano, sessantasei anni il prossimo 27 novembre, quello stesso giorno Roberto Mancini ne compie dieci di meno (dice, ma che c’azzecca?), laurea - nell’81 - in Medicina e Chirurgia all’Università Federico II di Napoli, dal primo gennaio Vaia è il direttore sanitario dello Spallanzani di Roma. Professore universitario a contratto, centinaia di consulenze e docenze in tutta Italia, nel settore è un’autorità riconosciuta universalmente: «Se vogliamo rendere un buon servizio allo sport non dobbiamo decontestualizzarlo», prosegue.

     

    «Posto che quello che le dirò non è nell’ottica della decisione, visto che quella spetta all’autorità politica, al Governo, io proverò a fornire un contributo di chiarezza sulla base delle esperienze maturate dal mio punto di osservazione, il faro dell’ospedale che dirigo. Quindi se lei mi chiede se sono favorevole alla ripresa degli allenamenti io le rispondo sì, ma solo se la consideriamo all’interno di un percorso di svezzamento che riguarda l’intero Paese. Dobbiamo riaprire l’Italia, questo è certo, rispettando due parametri: il buonsenso e l’esperienza tecnico-scientifi ca, che devono camminare insieme».

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    In altre parole, altissimo senso di responsabilità e regole ferree, quelle peraltro più volte indicate.

    «Dobbiamo attraversare questo deserto, il passaggio da T con 0 a T1 riguarderà tutte le attività. Scuole, fabbriche, commercio, grande distribuzione, artigianato, strutture turistiche e per il tempo libero, musei, luoghi di culto, sport. Tutto lo sport. Fondamentale sarà l’osservazione costante della popolazione, il monitoraggio dell’andamento epidemiologico».

     

    Al momento nessun esperto è stato in grado di fornire una tempistica credibile.

    «Stiamo sentendo di tutto, troppa televisione. La tempistica è una pretesa e, come tutte le pretese, irrazionale. Stiamo parlando di un virus che nessuno conosceva, ora operiamo sull’EBM, evidence based medicine, la medicina basata su prove di efficacia, il processo della valutazione e dell’uso sistematici dei risultati della ricerca».

     

     

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    Vaia si sofferma infine sul caso in cui un calciatore dovesse essere trovato positivo quando riprenderanno gli allenamenti: “Se un calciatore verrà trovato positivo non si dovrà fermare tutto”.

     

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