A cura di Elvira Serra per il “Corriere della Sera”
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Su La27Ora abbiamo chiesto alle mamme e ai papà di raccontarci come si stanno riorganizzando in vista della fine del lockdown, con le scuole chiuse. Sono arrivate oltre 800 risposte, spesso preoccupate, addirittura angosciate. Soprattutto per chi non ha i nonni, sembra inevitabile scegliere di rinunciare al lavoro o limitarlo drasticamente per occuparsi dei figli (con conseguenze sullo stipendio): lo faranno le madri, ma anche i padri. Qualche coppia immagina un futuro possibile alternandosi sul lavoro, tre giorni alla settimana per ciascuno. In tanti rivendicano che la scuola non è un parcheggio, ma uno strumento indispensabile nella formazione dei figli. Ed è ancora più «acrobatico» gestire tempo e ruoli per i genitori separati. Se volete, è ancora possibile raccontarci le vostre storie sul sito online 27esimaora.corriere.it.
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GETTARE LA SPUGNA
Sono Francesca, ho 43 anni e una bambina di due anni e mezzo. Sono infermiera, il mio compagno lavora in banca. Entrambe le nostre attività non hanno mai chiuso e aumenteranno il ritmo al termine del lockdown. Non abbiamo nonni. Ogni giorno è una corsa a ostacoli, ma non potrà durare a lungo. Io dovrò gettare la spugna e rinunciare al mio lavoro.
Francesca
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LA SCUOLA E’ FONDAMENTALE
Lavoro da casa spesso, ho tutto il necessario per lo smart working, ma quello che non ho più è il tempo e la concentrazione. Ho due ragazzi da seguire, e significa fare da cuoca, insegnante, compagna di giochi, psicologa ecc. Mi sveglio all' alba per recuperare due ore preziose di lavoro e poi continuo quando i ragazzi vanno a dormire. Di giorno, intervallo lunghe call di lavoro con veloci baci e raccomandazioni: non stare al telefono, non giocare con la Playstation, studia che è importante. Come mai hanno progettato delle tombe di plexiglas per le spiagge e nulla per le scuole? Perché nessuno pensa che la scuola sia fondamentale?
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Una mamma
LAVORARE A GIORNI ALTERNI
Mamma medico in libera professione e papà lavoratore autonomo. Con i nostri piccoli di 4 e 6 anni, senza il supporto dei nonni, stiamo cercando di organizzare la nostra attività su 6 giorni alla settimana in cui alterneremo tre giorni a casa con i piccoli e tre al lavoro. Questo, oltre che ridurre le nostre entrate almeno del 40 per cento, ridurrà il nostro tempo passato tutti insieme.
Una giovane famiglia di Marostica
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LAVORARE DI NOTTE
Sono un giornalista di 45 anni. Tra poco più di un mese i miei bimbi compiranno 1 e 4 anni. Da un mese stiamo vivendo, con mia moglie, una delle esperienze più belle che si possa fare: 24 ore su 24 tutti insieme. Siamo stanchi, stressati, spazientiti. Ma anche felici, vivi. Due bambini così piccoli necessitano di avere sempre (sempre) qualcuno accanto a loro. La mia scelta è stata di lavorare il più possibile di notte. A breve i ritmi torneranno più frenetici. E non credo di essere in grado di reggere ancora per molto. E i bimbi? Babysitter o nonni: qualsiasi scelta faremo sarà sbagliata.
Dario M.
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LA SINDROME DI DOWN
Ho due figli, un bambino di 4 anni e una bambina di sei. Il minore è nato con la sindrome di Down, le sue sedute riabilitative sono state interrotte il 23 febbraio. Sono stata in costante contatto con le terapiste di mio figlio, straordinarie professioniste che mi hanno supportata in ogni modo. Ma come ogni bambino con disabilità, mio figlio si merita di essere seguito da persone competenti, di esperienza. Non da me, pur con tutto l' amore di cui sono capace. In questi giorni in cui siamo passati dal lutto inconsolabile all' ansia di riaprire le attività, non ho sentito nominare i centri riabilitativi.
Sara Ferrari
MODALITÀ SOPRAVVIVENZA
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Sono una mamma divorziata con affidamento condiviso al 50 per cento con il mio ex marito. Lui avvocato e io dirigente in una multinazionale. «Smart working» vuol dire riuscire a coniugare le conference call con le lezioni online dei bambini (8 e 11 anni), i compiti , i litigi e la necessità di sfogare l' energia... Sono sola con loro a settimane alterne e le settimane in cui sono con me sono in modalità «sopravvivenza». Mangiamo a volte tardi, e loro stanno usando molto di più i tablet o la tv... Quando li porto dal padre il venerdì sera sono sfinita...
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Mamma divorziata
GLI SFORZI DI UNA NONNA
Sono stata una nonna a tempo pieno, adesso sono una nonna online. Non è facile con due bambini di 4 e 7 anni... La mattina comincia alle 8.15 con Silvia che non vuole finire il latte, il papà che non vede l' ora di mettere via tazze e tovaglia perché alle 8.30 deve trovarsi davanti al computer. Sono sfinita. Quando alle 16.30 arriva la mamma è una liberazione.
Una nonna online
LA SCUOLA NON E’ UN PARCHEGGIO
Vivo a Milano e lavoro a Pavia. Esco alle 7, rientro alle 19. Mio marito esce alle 8, rientra alle 19.30. Due figli sotto i 14 anni, che per legge non possono essere lasciati soli. Abbiamo una ragazza che ci dà una mano due pomeriggi a settimana e l' aiuto dei 4 nonni, alternati per gli altri 3 pomeriggi. Adesso i nonni sono fuori dallo schema. Lo so che la scuola non è un parcheggio. Ma è «anche» il presupposto per consentire ai genitori di lavorare. I congedi sono economicamente insostenibili, almeno per noi. Non ho soluzioni in tasca, ma confesso che non sto più dormendo la notte.
Serena Rezoagli
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LE ACROBAZIE DI UN PAPA’ DIVORZIATO
Sono un papà divorziato, ho una figlia di 9 anni con la mia prima moglie, e una bimba di pochi mesi con la mia attuale compagna. Vivo in una provincia diversa da quella della mia prima bambina. Agli inizi dell' emergenza lei ha smesso di andare a scuola, io e sua madre ci siamo divisi le giornate per stare con lei. Io ho lo smart working, la madre no. Quindi la mattina presto mi alzo, mi metto in macchina per essere da mia figlia alle 7.30, prima che la madre vada al lavoro, con l' ansia di essere multato dalle forze dell' ordine. La giornata con lei passa tra compiti e lezioni online, al mio lavoro ho potuto dedicarmi poco... Nel mentre, la mia compagna pensa alla bimba piccola, che rivedo la sera. Come si fa a tirare fino a settembre?
Paolo
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I CAMPI ESTIVI
Le giornate delle mie due bambine (seconda media e quinta elementare) erano scandite da scuola a tempo pieno e sport (pallavolo una, tennis l' altra), con mitici nonni sani e tassisti, anche se ultrasettantenni. Cosa sarà delle bambine ora? Mio marito lavora in un' azienda tessile. Io faccio l' avvocato civilista. Si può studiare un modo per far aprire i campi estivi, i centri sportivi dove i nostri figli possano in sicurezza trascorrere giugno e luglio? A numero contingentato, col pranzo a sacco...
Silvia Arduini
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LASCIARE IL LAVORO
Ho tre bambini piccoli a casa (5 anni, 3 anni e 6 mesi). Fino a ora con mio marito siamo riusciti a fare i miracoli tra turni di lavoro segmentati e tanta pazienza. Ma se le scuole non riaprono dovrò lasciare il lavoro. Non stupiamoci se le donne al lavoro saranno sempre di meno.
Una madre che lavora
SCEGLIERE LA BABYSITTER
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Siamo una famiglia con due bambine di 12 e 9 anni. Sia io che mia moglie lavoriamo con ruoli di responsabilità nel Milanese. Fino ad oggi i santi nonni si sono occupati delle nostre figlie, ma vista la situazione stiamo cercando una babysitter che è introvabile: le mie figlie non le voglio lasciare alla prima che capita, sono la cosa più importante per noi.
Lorenzo da Monza.