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    CACCIA AL PUSHER - SI CERCA CHI HA VENDUTO LA COCAINA A CHIARA FRIGGERI, LA 18ENNE MORTA DI OVERDOSE DOPO CINQUE GIORNI DI AGONIA - LA PROCURA, CHE AVEVA GIÀ APERTO UN FASCICOLO SUL CASO PER LESIONI, HA AGGRAVATO L'IPOTESI ACCUSATORIA: MORTE IN CONSEGUENZA DI ALTRO - REATO - IL FIDANZATO HA RIFERITO DI AVERLA VISTA PARLARE CON UN GRUPPO DI NORDAFRICANI…


     
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    Giuliano Pavan per www.ilmessaggero.it

     

    CHIARA FRIGGERI CHIARA FRIGGERI

    È il tassello più importante. Quello che indirizzerà le accuse contro chi ha venduto la droga a Chiara Friggeri, la 18enne di Monfumo morta venerdì mattina, 12 giugno, dopo cinque giorni di agonia. Domenica scorsa era stata colpita da un arresto cardiocircolatorio dopo aver assunto cocaina. Ora la Procura, che aveva già aperto un fascicolo sul caso per lesioni, ha aggravato l'ipotesi accusatoria: morte in conseguenza di altro reato. E mercoledì mattina affiderà all'anatomopatologo Alberto Furlanetto l'incarico di effettuare l'autopsia sul corpo della giovane. I risultati saranno fondamentali. Così come le analisi effettuate sulla sostanza stupefacente assunta dalla 18enne.

     

    GLI SCENARI

    Il fascicolo è nelle mani del sostituto procuratore Giulio Caprarola. Il magistrato ha già ricevuto la relazione dei carabinieri su quanto avvenuto domenica scorsa nella casa della nonna di Chiara a Monfumo. Così come ha già in mano le prime dichiarazioni rilasciate dal suo fidanzato Ivan, un 30enne di Cuneo che era con lei al momento del malore, e dei familiari della ragazza, accorsi subito per prestarle i primi soccorsi in attesa dell'arrivo dell'ambulanza. Le versioni combaciano.

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    Non ci sono dubbi. Nemmeno sull'intervento dei sanitari. Le spiegazioni della morte vanno dunque ricercate da un'altra parte. In primis sulla composizione della sostanza. Chiara, stando a quanto raccontato dal suo fidanzato (è stato già accertato che non ha preso droghe, ndr), ha assunto cocaina. O almeno è quello che era convinta di aver acquistato. Le analisi disposte dagli inquirenti hanno l'obiettivo di definire con certezza di che sostanza fosse. Ma soprattutto se fosse tagliata male. Dai risultati dipenderà lo sviluppo delle indagini, e di conseguenza la gravità delle accuse mosse al momento contro ignoti.

     

    IL PUSHER

    Chi le ha venduto la droga rischia grosso. I carabinieri sono sulle sue tracce, anche grazie a quanto raccontato loro da Ivan. Domenica lui e la giovane stavano arrivando a Padova in treno da Torino. A Vicenza il convoglio si è fermato, Chiara è scesa e il suo fidanzato ha riferito di averla vista parlare con un gruppo di nordafricani. Si presume che da uno di loro abbia acquistato la droga. Ma è una supposizione. I carabinieri hanno infatti già qualche sospetto. Ma l'indagine è delicata e al momento non trapela nulla.

     

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    D'altra parte sarà proprio l'autopsia a dover dare una svolta all'inchiesta. Se si dovesse stabilire che Chiara è morta per colpa dell'assunzione di droga, si dovrà accertarne anche la quantità assunta. Nel caso in cui fosse stata modica, cioè non in grado di provocare un'overdose, l'attenzione si sposterebbe sulla composizione. E dunque sulla sostanza da taglio utilizzata. E in quel caso la posizione dello spacciatore si farebbe ancora più complicata.

     

    IL DOLORE

    Tutta Monfumo, e non solo, piange la scomparsa di Chiara. Il sindaco, Luciano Ferrari, a nome dell'amministrazione si è stretto attorno alla famiglia della 18enne. Ma a lanciare il messaggio più importante, anche in un momento così difficile, è stata la nonna di Chiara, Maria Lucia Benedettini: «Cari ragazzi, non giocate con la vostra vita. Non scherzate con le droghe per sballarvi. Non serve a niente». Sua nipote, dopo il diploma di parrucchiera conseguito a Barcellona, aveva il sogno di aprire un negozio di tatuaggi tutto suo.

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