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    SI INTRECCIANO LE ORGE – ALBERTO GENOVESE E QUEL COLLEGAMENTO CON L’INCHIESTA SU VILLA INFERNO: L'AMICA DELLA VITTIMA DELLO STUPRO A CASA DELL’EX AD DI "FACILE.IT" AVVIÒ CON LA SUA DENUNCIA L’INDAGINE SU FESTINI E DROGA A BOLOGNA – ALTRE GIOVANI CHE HANNO PARTECIPATO ALLE FESTE COCATE DI GENOVESE SONO PRONTE A TESTIMONIARE - IL VIDEO DI UNA FESTA: I RUMORI FINO AL MATTINO SI SENTIVANO DALLA STRADA - VIDEO


     
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    GIANNI SANTUCCI e GIUSEPPE GUASTELLA per il Corriere della Sera

     

    alberto genovese alberto genovese

    Per tredici volte negli ultimi quattro anni polizia e carabinieri sono dovuti intervenire nelle abitazioni di Alberto Genovese e sempre per feste che disturbavano interi palazzi. Le loro relazioni confluiranno nell'inchiesta che ha portato in carcere l'imprenditore per violenza sessuale, sequestro di persona, lesioni e cessione di stupefacenti.

     

    In una gli agenti annotano che l'uomo venne trovato in «stato psico-fisico alterato». Nell'indagine sulla feroce violenza sessuale ai danni di una ragazza appena 18enne del 10 e 11 ottobre scorsi, si aggiunge ora un'altra testimone che si è fatta avanti con la polizia.

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    Altre potrebbero farlo nei prossimi giorni: giovani che hanno partecipato alle tante feste in cui girava droga nei piatti e il padrone di casa si ritirava in camera da letto per fare sesso con l'ospite «prescelta». Non tutte le feste, però, avevano lo stesso tono. Solo quelle riservate ad una cerchia di una ventina di persone raggiungevano l'eccesso. Le altre erano party di lusso affollati da belle ragazze, alcune di loro legate all'agenzia di modelle di cui Genovese detiene una quota.

     

    Per identificare chi partecipava e se ci sono state altre violenze sessuali, gli investigatori della Squadra mobile, guidati da Marco Calì e coordinati dal pm Rosaria Stagnaro e dall'aggiunto Letizia Mannella, stanno esaminando ore ed ore di filmati registrati dalla ventina di telecamere installate maniacalmente da Genovese nell'attico a due passi dal Duomo di Milano dove, testimoniano quelle immagini, è avvenuta la violenza. Sarà interrogato anche il «domestico» dell'imprenditore che controllava chi entrava in casa e faceva la guardia alla porta della camera.

    ALBERTO GENOVESE ALBERTO GENOVESE

     

    Intanto emerge un collegamento con l'inchiesta su «Villa Inferno» di Bologna dove si sarebbero svolti festini a base di droga e sesso: una delle amiche della vittima che la sera dello stupro la cercarono ma furono bloccate è la stessa persona che con la sua denuncia ha innescato l'inchiesta emiliana per induzione alla prostituzione minorile, spaccio e pornografia minorile che ha portato a tre arresti.

     

    Emerge dalle indagini milanesi che per 13 volte, a partire da fine 2015, polizia e carabinieri sono intervenuti nelle abitazioni di Genovese nel cuore storico della città, sempre per «disturbo alla quiete pubblica», e cioè proprio per quelle feste che rendevano la vita impossibile agli altri inquilini che hanno firmato anche cinque esposti contro l'imprenditore che per quel reato è stato iscritto dal pm Letizia Stagnaro in una diversa indagine.

    alberto genovese alberto genovese

     

    Reato, però, che non consente un'azione incisiva della giustizia visto che come pena prevede solo pochi mesi d'arresto e qualche centinaio di euro di multa. E se nessuno dall'esterno poteva sapere delle possibili degenerazioni criminali in quelle serate (come lo smodato consumo di cocaina, chetamina e anfetamina), le relazioni delle forze di polizia durante i controlli raccontano già il profilo di un milionario che da una parte disprezzava le autorità, dall'altra era incline allo «sconvolgimento».

     

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    Intorno alle 22.30 del 10 ottobre scorso (poco prima che iniziasse la violenza) ai poliziotti che avevano bussato a casa sua sempre per il problema della musica, Genovese appare «irritato, ponendosi con un atteggiamento indisponente e poco collaborativo». In passato era stato trovato «in stato psico-fisico alterato». Sono anche questi due elementi sui quali si basano le prime indagini sulla feroce violenza sessuale: le feste degli eccessi «nelle quali era solito scegliere le ragazze che poi invitava in camera» e il pesante consumo di droga.

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