Leonardo Bisonte per Il Fatto Quotidiano - Estratti
daniela santanche
Disegno di legge, anzi decreto legge d'urgenza, anzi no. Sulla regolamentazione degli affitti brevi il governo è più impantanato che mai. Dopo l'accelerazione fatta trapelare giovedì sera, con la trasformazione in decreto legge del vecchio ddl Santanché, annunciato ad agosto, ora sta per arrivare la marcia indietro.
Il Ddl propone una nuova normativa da applicare agli affitti brevi: minimo due giorni di alloggio, e soprattutto equipaggiamento delle locazioni brevi agli hotel per norme igienico-sanitarie e antincendio e qualifica di imprenditore per chi affitta ai turisti più di tre appartamenti.
A confermare l'accelerazione era stato di nuovo venerdì scorso il deputato di Fratelli d'Italia, riferimento per Federalberghi, Gianluca Caramanna: “Non è vero che il decreto legge sugli affitti brevi è saltato. – aveva dichiarato – Da quel che mi risulta, il testo sarà pronto a giorni”.
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Ma non pare essere proprio così. Il testo infatti sembra destinato a un ennesimo rinvio, affossato da dichiarazioni infuocate. Da una parte c'è il ministro dei trasporti Matteo Salvini che ha dichiarato: “La proprietà privata è sacra, ognuno deve essere libero di decidere come mettere a reddito il proprio immobile”. Dall'altra l'idea di un decreto è stata stroncata anche dal deputato di FdI Tommaso Foti: “Non essendovi urgenza, – ha detto – un testo su questa materia va ben meditato”. Da quel che risulta al Fatto, il decreto non sarà portato in Consiglio dei ministri come annunciato, ma tornerà ad essere, come precedentemente previsto, un disegno di legge: tempi più lenti e ben poche possibilità di vedere la luce in questo parlamento.
daniela santanche agli incontri del principe viareggio 1
Il dossier inizia a diventare un problema crescente per il governo, stretto tra i diversi gruppi di interesse che lo sostengono – dagli albergatori ai piccoli proprietari –, o che premono da fuori, come le grandi piattaforme, e le richieste dei sindaci delle città metropolitane e turistiche, anche di centrodestra, che chiedono più poteri.
Nel contesto attuale, una soluzione di compromesso che accontenti tutti è pressoché impossibile, come sottolinea una fonte del ministero del Turismo: il ddl Santanché avrebbe accontentato, in parte, gli albergatori, rendendo più difficile la concorrenza delle locazioni domestiche.
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Molto meno i sindaci, non dando la possibilità di regolare il numero di locazioni per area e demandando ai comuni i controlli.
(...) Se un decreto d'urgenza poteva accecare il testo governativo, non è così con un disegno di legge. E per Daniela Santanché, sempre più isolata, il primo intervento legislativo rischia di trasformarsi in un boomerang.
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