Marco Galluzzo per il "Corriere della Sera" -Estratti
lucia pasqualini - francesco maria talo' - Musalia Mudavadi
La telefonata fasulla ricevuta dal capo del governo, ad opera di due giornalisti e comici russi, che si sono spacciati per il presidente dell’Unione africana, Moussa Faki, non ha soltanto provocato le dimissioni del consigliere diplomatico di Palazzo Chigi, l’ambasciatore Francesco Talò, ma ha anche messo in moto un’indagine riservata dei nostri servizi segreti per appurare una serie di dettagli tecnici sulle modalità di quanto accaduto.
VIGNETTA DI ALTAN SU GIORGIA MELONI
Dal momento in cui è stato pubblicato l’audio, con tutte le conseguenze che si sono avute in Italia, sono infatti partite due ricostruzioni, parallele ma diverse. Una fattuale e interna all’amministrazione, sui passaggi dell’ufficio diplomatico di Palazzo Chigi, sugli errori fatti, su cosa non ha funzionato su un dossier gestito direttamente da Lucia Pasqualini, consigliere d’ambasciata, che fra qualche mese potrebbe essere destinata ad altro incarico.
L’altra più sofisticata e necessariamente più lunga, che sostanzialmente aspetta delle risposte dai nostri apparati di sicurezza su una serie di interrogativi: se, come sembra, dietro i due giornalisti russi c’è il Cremlino, un nesso rimarcato direttamente anche da Giorgia Meloni in conferenza stampa, allora toccherà ai nostri Servizi appurare il grado (e dunque le modalità e gli eventuali trucchi digitali, telefonici, informatici) dell’intrusione, ai danni di Palazzo Chigi, operati dai russi.
Francesco Maria Talo
Oltre a questi due argomenti tiene banco l’attesa per il successore di Talò, una scelta che per il profilo e le funzioni del ruolo (basti pensare che l’ambasciatore è stato più volte a Washington per colloqui riservati, incluso nel cosiddetto quintetto dei consiglieri della sicurezza nazionale di Usa, Francia, Germania, Gran Bretagna e Italia) non è delle più facili. È circolato in ambienti diplomatici e istituzionali un favore del capo del governo per due ambasciatori che ha conosciuto e apprezzato in questi mesi: Fabrizio Bucci, titolare della nostra sede diplomatica a Tirana, e Agostino Palese, capo della nostra ambasciata in Etiopia.
lucia pasqualini
(...) Il Corriere ha contattato anche il nostro ambasciatore presso l’Unione africana, Alberto Bertoni, colui che facilmente avrebbe potuto fare una verifica (come richiesto dalla Meloni) su Moussa Faki, avendo grande consuetudine con lo staff del politico africano. Ma evidentemente non è accaduto, e forse non gli è mai stata chiesta. Al telefono Bertoni pronuncia solo poche parole: «Lei è un giornalista? Allora non parlo, mi scusi».
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