Stefano Zurlo per “il Giornale”
giuseppe conte roberto speranza
C' è il dato penale. E quello politico. Vanno a braccetto, ma potrebbero pure prendere due strade diverse.
L' inchiesta della procura di Bergamo, quella che ha come consulente il professor Andrea Crisanti, deve stabilire se la mancata istituzione della zona rossa ad Alzano Lombardo e Nembro abbia portato all' aumento del numero dei morti.
Se sì, come sembra evidente, i pm devono però stabilire se regole e norme siano state rispettate.
Nell' Italia delle mille leggi, circolari e dpcm non è facile districarsi e per questo la magistratura sta raccogliendo un mare di carte.
verbale del comitato tecnico scientifico sulla zona rossa ad alzano e nembro
Si potrebbe arrivare, almeno per alcune posizioni sul territorio, alla scoperta sconcertante che gli errori ci sono stati e sono stati gravi, ma sono stati compiuti applicando le norme vigenti.
Può sembrare un paradosso ma non lo è: le disposizioni date da Roma nella prima drammatica fase dell' epidemia legavano almeno in parte le mani a medici e infermieri.
GIUSEPPE CONTE OLIVIA PALADINO
Ne sa qualcosa lo stesso Crisanti, profeta ascoltato solo in Veneto e fra mille difficoltà: ai primi di febbraio, in anticipo sulla pandemia che sarebbe esplosa pochi giorni dopo, aveva iniziato a fare i tamponi alla comunità cinese di Padova.
Una mossa che avrebbe tagliato la strada al virus e l' avrebbe smascherato quando era ancora invisibile. Ma lo screening fu fermato senza tanti complimenti; le direttive nazionali interpretate dalla regione Veneto erano fin troppo chiare: quei tamponi non erano necessari e a Crisanti avrebbero chiesto di restituire il costo di quell' intervento, classificato alla voce burocratica di danno erariale.
alzano lombardo
Oggi l' inchiesta deve chiarire i comportamenti dei protagonisti di quella difficile partita, giocata fra Milano e Roma.
Il 12 giugno il premier Giuseppe Conte afferma nel corso di un interrogatorio di non aver ricevuto il verbale della seduta del Comitato tecnico scientifico che il 3 marzo ha finalmente sollecitato la zona rossa. Possibile? Non si è spiegato bene o forse la ricostruzione di quell' audizione è incompleta?
GIUSSEPPE CONTE COME ANDREOTTI BY EDOARDO BARALDI
In un' intervista concessa al Fatto Quotidiano il 2 aprile, Conte mostra invece di conoscere bene quel documento così rilevante, pure arrivato dieci giorni dopo la comparsa del virus all' ospedale di Alzano. L' altra sera il premier si corregge ancora e si attesta a spanne su questa linea: «Del verbale su Alzano e Nembro del 3 marzo venni a conoscenza il 5 marzo».
Un mezzo giallo insomma e un pasticcio tutto intero: un' altra manciata di giorni persi in una guerra in cui la tempestività era ed è tutto.
alzano lombardo nembro
Ma l' inchiesta deve ripercorrere fin dove possibile l' esasperante palleggio fra il centro e la periferia, in mezzo a incontri, annunci, dpcm.
Il 4 marzo c' è un altro meeting: Speranza raccoglie le preoccupazioni della regione Lombardia e promette un intervento. Sembra un minuetto, è una tragedia. Arriva l' esercito ma la zona rossa slitta ancora. Di chi è la colpa, se un reato è stato commesso?
La Costituzione, all' articolo 117 lettera «q», affida a Roma e non alle regioni la gestione dell' emergenza nelle epidemie.
giuseppe conte in aula
Ma in Italia c' è sempre una legge o una leggina che dice il contrario del contrario: tutti colpevoli, nessun colpevole.
Il giudizio politico è netto: una catena di responsabilità anzitutto a Roma e poi da Roma in giù. Quello penale è più problematico e, forse, sfumato.
Ma il lavoro di scavo non è finito.
giuseppe conte in aula giuseppe conte alla camera conte speranza conte conte conte giuseppe conte luigi di maio giuseppe conte alzano lombardo