Paolo Baroni per www.lastampa.it
GIANCARLO GIORGETTI ALLA CAMERA
Sul fondo Salvastati, il famigerato Mes, il governo rinvia ancora la decisione. In pratica, dopo il via libera della settimana scorsa della Corte tedesca, l’Italia resta l’ultimo paese in Europa a non aver ratificato il trattato. E non è detto che lo faccia nelle prossime settimane. Anzi.
La maggioranza è divisa, col suo intervento al question time il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha buttato di nuovo la palla in avanti. Sul Mes, ha spiegato il ministro in risposta all’interrogazione di Luigi Marattin di Itali Viva, «emerge con chiarezza la necessità che la decisione di procedere o meno alla ratifica del Trattato sia preceduta da un adeguato e ampio dibattito in Parlamento, anche tenuto conto di quanto emerso dal recente atto di indirizzo approvato dalla Camera».
GIANCARLO GIORGETTI E GIORGIA MELONI
A suo parere, infatti, «l'impianto attuale del trattato istitutivo del Mes appare non tenere conto del diverso contesto di riferimento e appare opportuno che, a monte, siano valutate modifiche relative al contenuto del meccanismo».
Oltre a questo Giorgetti ha voluto ricordare «che le modifiche al Trattato istitutivo del Mes sono state oggetto di un negoziato chiuso a dicembre 2020, l'accordo modificativo sottoscritto il 27 gennaio 2021 dall'Italia e da altri diciotto Stati membri aderenti all'euro e a decorrere da tale data i governi che ci hanno preceduto non hanno portato in Consiglio dei Ministri il relativo disegno di legge di ratifica e tale dato appare importante anche in considerazione del fatto che a far data dal 18 gennaio 2022 tutti gli aderenti tranne l'Italia e la Germania avevano proceduto alla relativa ratifica».
GIANCARLO GIORGETTI CHRISTIAN LINDNER
Evidenziando quindi la necessità di un dibattito parlamentare prima di procedere alla ratifica, il ministro ha comunque sottolineato che «siamo coscienti dell'impegno assunto dall'Italia e che allo stato tutti gli altri aderenti abbiano proceduto alla ratifica».
«Aggiungo, inoltre, come da più parti evidenziato, che il MES “appare una istituzione in crisi e per il momento in cerca di una vocazione.
In parte per colpa sua, in parte no, è un'istituzione impopolare. Nessuno fra i Paesi europei ha voluto chiedere la sua linea di credito sanitaria”», ha concluso il ministro dell’Economia ipotizzando «a titolo esemplificativo» che a suo parere il Mes da strumento per la protezione dalle crisi del debito sovrano e delle crisi bancarie dovrebbe trasformarsi «in un volano per il finanziamento degli investimenti e per il sostegno per affrontare sfide come quella del caro energia e della crisi internazionale connessa alle vicende ucraine, aggiornando le condizionalità attualmente previste ovvero le modalità di utilizzo delle risorse».
GIANCARLO GIORGETTI ALLA CAMERA 1
La risposta dei Giorgetti ha lasciato di stucco Marattin. «Le parole pronunciate dal ministro Giorgetti sul Mes sono molto gravi: il governo intende veramente non procedere alla ratifica? – si è chiesto il capogruppo di Azione-Italia Viva in Commissione Bilancio nel corso della replica - La settimana scorsa Giorgetti ha rimandato ogni decisione sul Mes al pronunciamento della Corte costituzionale tedesca.
Oggi, dopo che la Corte di Karlsrhue si è espressa, lo stesso Giorgetti ci ha detto che siccome il Mes è un'istituzione in crisi, forse non verrà più ratificato. È conscio il ministro delle conseguenze di queste parole? Il governo intende rimanere l'unico paese in Europa a non procedere alla ratifica? Se il problema è un dibattito parlamentare, noi siamo prontissimi. Ma resta il fatto che le parole pronunciate oggi sono gravi. Spero solo che in Europa non siano state ascoltate».
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