Lettera a FRANCESCO MERLO pubblicata da La Repubblica
MARIO DRAGHI
Caro Merlo, e così anche l'efficientissimo, stimatissimo e validissimo governo Draghi si è andato a schiantare contro il muro costruito negli anni da ambulanti e balneari che, nonostante la Bolkenstein e le salatissime procedure d'infrazione che ci vedono protagonisti da più dieci anni, resistono ai cambi di clima e di maggioranze parlamentari.
Non è ben chiaro di quali poteri di pressione (economica? Elettorale?) dispongano queste categorie per vedersi assicurata una così lunga e consistente franchigia, che si fa forte, di volta in volta, di motivazioni contingenti (anche se il danno da Covid 19 ai balneari, questa volta, dovrebbero spiegarcelo, visto che le estati del '20 e del '21 sono state affollate all'inverosimile, anche per le mancate vacanze all'estero) e della debolezza della politica e dei governi.
Eppure si sono sottratte, entrambe le categorie, ai minimi principi di concorrenza e al pagamento di congrui canoni demaniali. (Sui balneari, per carità,sono pronto a rimangiarmi tutto a fronte di documentate prove di congruità...) E i tassisti sono sempre in agguato, con i loro emendamenti al disegno di legge pronti per essere presentati. Uno strano Paese, il nostro. Pierpaolo Cautela
mario draghi cop26
LA RISPOSTA DI MERLO
Non ci sono solo ambulanti e balneari, caro Cautela. L'Italia è un Paese fondato sulle corporazioni che sono il filo che ha unito fascismo, regime democristiano e sindacato comunista.
E ancora oggi la corporazione ha la forza della famiglia allargata o, se preferisce, del tribalismo ristretto, qualche volta della cosca. Ecco perché viene sempre promesso e sempre rimandato, anche dal governo Draghi, lo smantellamento delle rendite di posizione e dei privilegi, che rendono costosa e pesante la vita, dal prendere un taxi al comprare un'aspirina, dall'aprire un negozio al fare impresa, dal bagno al mare alla stipula di un contratto di vendita.
francesco merlo
Le liberalizzazioni, che erano il sogno dell'elettore di centrodestra, furono uno dei tradimenti dei governi Berlusconi e sono ora combattute da Salvini e Meloni più di quanto combattono l'immigrazione. In Italia ci hanno provato solo Bersani (ministro del governo Prodi) e Mario Monti.
Ma il corporativismo non è solo di destra. È anche la difesa di privilegi che spesso sono spacciati per conquiste sindacali. E il sindacalismo corporativo non è un oltranzismo o una deviazione, ma è quella natura antica, prepotente e incapace di misurarsi con il mercato, si tratti di pescivendoli che fanno incetta di licenze, di notai, di professori universitari, di banchieri, di architetti
bersani