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    GIANNINI AL MASSIMO - SIAMO UN PAESE IN LOCKDOWN POLITICO: LA MAGGIORANZA TIRA A CAMPARE E SALVINI E MELONI TIRANO A VOTARE – “GIUSEPPI” ANNUNCIA E RINVIA E SI RITROVA CON UNA RESISTENZA DEGLI ALLEATI CHE NON GLIENE FANNO PASSARE UNA – MA SU TUTTI GIÀ INCOMBE L'AUTUNNO DEL NOSTRO SCONTENTO. QUASI SETTE ITALIANI SU DIECI HANNO PAURA PER LA PROPRIA SITUAZIONE FINANZIARIA. COSA SPERARE PER SETTEMBRE? OLTRE ALL'ECONOMIA, È BLOCCATA ANCHE LA DEMOCRAZIA


     
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    Massimo Giannini per "La Stampa"

     

    giuseppe conte rocco casalino giuseppe conte rocco casalino

    Siamo un Paese in lockdown politico: la maggioranza tira a campare, l'opposizione tira a votare. Siamo un Paese in lockdown economico: quest'anno bruceremo 9 punti di Pil e quasi un milione di occupati. Siamo un Paese in lockdown sociale: per la prima volta dal dopoguerra, le persone scivolate verso classi inferiori a quella d'origine (26,2%) superano quelle salite verso le classi superiori (24,9%).

     

    Il costo insopportabile della pandemia lo pagano i più deboli: giovani e donne, inattivi e precari. E la pandemia non finisce. "Non c'è alcuna seconda o terza ondata: siamo dentro un'ondata permanente": lo sostiene il virologo tedesco Hendrick Streeck (meglio uno scienziato straniero, dopo la discutibile performance di quelli nostrani, ormai ridotti a gladiatori da colossei televisivi).

    protesta dei commercianti in piazza san pietro 7 protesta dei commercianti in piazza san pietro 7

     

    Molti cittadini si mobilitano: non passa giorno senza che nelle piazze degli 8 mila comuni della Penisola si svolgano manifestazioni spontanee o proteste organizzate, per chiedere sostegno ai redditi e soluzione ai problemi.

     

    Molti cittadini cercano requie tra le pieghe della dura estate del Covid, intasando autostrade poco attrezzate e occupando spiagge troppo affollate. Ma su tutti già incombe l'autunno del nostro scontento. Ce lo ha spiegato Alessandra Ghisleri: quasi sette italiani su dieci hanno paura per la propria situazione finanziaria. Cosa sperare per settembre? Oltre all'economia, è bloccata anche la democrazia.

     

     

    intervento di massimo giannini (1) intervento di massimo giannini (1)

    Come scrive Marcello Sorgi, la coalizione giallorossa soffre della sindrome di Rumor: temporeggia e galleggia. Conte riscuote ancora fiducia, ma è ormai prigioniero di un format: annuncia e rinvia. In parte dipende dalla sua indole dorotea, come dimostrano la concessione di Aspi o la riduzione dell'Iva.

     

    In parte dipende dalla resistenza degli alleati e degli apparati, come dimostra il Decreto semplificazione. Il risultato è un governo che non sta del tutto fermo. Ma spesso ostenta "falso movimento". E quando il movimento è reale, la velocità di crociera è incompatibile con la drammatica escalation della crisi. Così torna la domanda di rito: ci sono alternative?

    matteo salvini 1 matteo salvini 1

     

    Nel Paese ci sono due opposizioni. C'è un'opposizione politica: è la destra che ieri si è ritrovata in Piazza del Popolo a Roma. Ma dobbiamo dirlo con chiarezza, la stessa che usiamo quando denunciamo i limiti della sinistra: la Triplice Salvini-Meloni-Berlusconi è forse una possibile maggioranza aritmetica, ma non è una credibile alternativa politica.

     

    Intanto c'è un problema generale: in tutto il mondo, da Trump a Bolsonaro, da Johnson a Orban, le forze conservatrici stanno uscendo malconce dallo stress test del coronavirus.

     

    È presto per dire che il Covid sta portando a esaurimento il ciclo delle destre, ma di fronte al contagio globale chi ha scommesso sull'Individuo contro lo Stato sta perdendo la battaglia. Poi c'è uno specifico nazionale: anche se per una volta si presenta unita e "moderata", anche se rinuncia agli assembramenti e impone ai suoi militanti mascherine, gel e posti a sedere distanziati, la destra italiana rimane "unfit to lead Italy" (come titolò l'Economist nel 2011).

     

    matteo salvini, antonio tajani e giorgia meloni 1 matteo salvini, antonio tajani e giorgia meloni 1

    L'alleanza Lega-Fratelli d'Italia-Forza Italia resta un amalgama mal riuscito di populismo e di radicalismo. Un anno dopo il folle agosto del Papeete, e complice la clausura imposta dal virus, Salvini ha perso il tocco magico dei selfie e il rapporto con le masse.

     

    È ormai troppo debole per dare spallate al governo, ma è ancora troppo forte per poter essere messo in minoranza da Meloni e Berlusconi. Per questo la Triplice non sa cosa dire sull'Europa e sul Mes, sull'emergenza sanitaria e su quella finanziaria.

     

    matteo salvini 1 copia matteo salvini 1 copia

    Si limita a cavalcare le solite onde emotive: più sicurezza e meno immigrati, più condoni e meno tasse. Il tutto condito dall'immancabile e intollerabile crociata contro tutte le magistrature, l'unico tema sul quale si trovano d'accordo il Capitano e il Cavaliere. Forse in autunno questa Resistibile Armata conquisterà alcune delle sei grandi Regioni in cui si andrà al voto. Ma governare l'Italia è un'altra cosa. Nel Paese c'è anche un'opposizione sociale: è la Confindustria.

     

    giuseppe conte carlo bonomi giuseppe conte carlo bonomi

    Carlo Bonomi parla di un ceto politico per il quale "conta di più il dividendo elettorale che la civiltà di una società", di un Paese in cui "nessuno ha l'interesse, il coraggio, la volontà di dire qual è la verità e cosa ci aspetta in autunno". La critica è fondata: c'è urgente bisogno di un piano per uscire dalla fase di economia assistita e di un progetto per spendere bene i fondi comunitari. Ma c'è da chiedersi se certi toni aiutino l'Italia a rialzarsi.

     

    giuseppe conte carlo bonomi giuseppe conte carlo bonomi

    Il leader del Quarto Partito (come De Gasperi chiamava gli industriali) aveva già detto un mese fa: «Questa politica è peggio del Covid»: evidentemente esiste anche un "populismo delle élite". Così non si contribuisce a elevare il discorso pubblico. Nell'ora più buia, i corpi intermedi hanno una responsabilità enorme. Devono uscire dalla logica corporativa della lobby. Rappresentano una parte, ma devono saper comprendere il tutto. Vale per le parti sociali e per i partiti, per le istituzioni e in fondo anche per noi cittadini. Solo così la smetteremo di essere un Paese di lotta e di "sgoverno".

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