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    ALT! SICCOME IL FASCISMO NON BASTA, “REPUBBLICA” PER ATTACCARE MATTEO SALVINI TIRA FUORI IL NAZISMO – CLAUDIO GATTI CI HA PURE SCRITTO UN LIBRO “INCHIESTA” CON LE RIVELAZIONI DI UNA GOLA PROFONDA SUI TENTATIVI DEI “POST-NAZISTI” (SIC!) DI INFILTRARSI NEL CARROCCIO DAL 1985 A OGGI – NON DEVONO ESSERE GRANCHE', SE IN 34 ANNI NON SONO RIUSCITI A TRASFORMARE IL TRUCE IN HITLER


     
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    Claudio Gatti per “la Repubblica”

     

    salvini come hitler salvini come hitler

    Chiedersi se il nostro ministro dell' Interno sia fascista non è solo un esercizio inutile. È un grave errore. Non tanto perché Matteo Salvini non ha mai avuto un credo politico, quanto perché la facile smentita può estinguere un dibattito assolutamente necessario. Che deve però essere indirizzato lungo binari differenti. La vera minaccia non viene infatti dai legami con i neofascisti, bensì dall' influenza che hanno esercitato - ed esercitano tuttora - i postnazisti nel suo entourage e nel suo partito.

     

    CLAUDIO GATTI I DEMONI DI SALVINI CLAUDIO GATTI I DEMONI DI SALVINI

    Un' influenza che sono riuscito a ricostruire con un' inchiesta, adesso trasformata nel libro " I Demoni di Salvini", edito da Chiarelettere. Essenziale è stato il contributo di una gola profonda che mi ha aiutato a ricomporre i tasselli di un complotto ordito da un manipolo di ex neofascisti e neonazisti, che dopo aver metabolizzato fascismo e nazismo, sono divenuti "postnazisti". Che questo sia il termine più appropriato per descriverli me lo ha fatto capire una persona che ha partecipato al piano di "infiltrazione e contaminazione" della Lega. Si chiama Andrea Sciandra ed è un ingegnere elettronico oggi manager di una multinazionale europea.

     

    Chi spinge Sciandra a muoversi - l' ideatore dell' operazione - si chiama invece Maurizio Murelli, un ex neofascista che nei primi anni 70 è stato condannato a 17 anni per l' uccisione di un agente di polizia. Negli anni trascorsi in carcere, Murelli conosce la crema della destra eversiva e neofascista italiana ma, essendosi reso conto che quello del neo-fascismo è un vicolo cieco, decide di abbandonare la "via del guerriero" per intraprendere quella "del sacerdote". Apre così una casa editrice a Saluzzo (in provincia di Cuneo) e lancia la " rivista militante" Orion.

    Maurizio Murelli Maurizio Murelli

     

    Assieme a Sciandra, Murelli conclude che per dare continuità ai pilastri del pensiero fascio- nazista - quindi tradizionalismo, nazionalismo, autoritarismo e razzismo - occorre un " nuovo veicolo politico". « L' obiettivo era di individuare l' essenza dello spirito guerriero che aveva animato il nazismo e trovarne una nuova rappresentazione », spiega Sciandra. La trovano nel movimento autonomista che col tempo confluirà nella Lega Nord.

     

    Maurizio Murelli Maurizio Murelli

    Marco Battarra, stretto collaboratore di Murelli, ricorda bene quel periodo: « Quando nel 1985 la Lega ha fatto la prima riunione a Milano, contando Bossi eravamo in nove, di cui due di Orion. Nove persone in tutto, intorno a un tavolo a casa del primo segretario della Lega della sezione di Milano. E i primi manifesti della Lega sono stati stampati nella tipografia di Murelli».

     

    Poi scende in campo Alberto Sciandra, allora giovane studente del Politecnico: «Entro in quella che era Piemont Autonomista nell' 89. Nel 90 si fonda la Lega in provincia di Cuneo, e io sono uno dei cinque fondatori. Quando poi nella Lega ho incontrato tanti " camerati", mi sono detto: in tanti la pensiamo allo stesso modo, in tanti abbiamo riconosciuto che questo movimento nuovo può essere un veicolo di un pensiero più profondo che altrimenti non potrebbe assumere forma».

     

    SAVIANO ACCOSTA SALVINI A HITLER SAVIANO ACCOSTA SALVINI A HITLER

    Senza che Sciandra lo sappia, nello stesso periodo comincia il proprio lavoro di talpa politica anche Mario Borghezio, all' epoca legatissimo al mondo della destra radicale, che entra in rapporti con il gruppo di Saluzzo. Lo conferma Murelli, ma lo stesso Borghezio ammette di essere un esperto dell' arte dell' infiltrazione politica, da lui praticata inizialmente nei confronti della Dc.

     

    C' è anche una terza figura classificabile come postnazista che, come Battarra, Sciandra e Borghezio, entra nel cuore leghista. È il giornalista Gianluca Savoini, da decenni amico di Maurizio Murelli e del gruppetto di Orion. Di tendenze " nazional- rivoluzionarie" sin dai giorni del liceo, frequentatore del mondo della destra radicale all' epoca dell' università, nel 1991 Savoini entra nella Lega e qualche anno dopo trova un lavoro a la Padania.

    MARIO BORGHEZIO MATTEO SALVINI MARIO BORGHEZIO MATTEO SALVINI

     

    Lì stringe un rapporto stretto sia con Bossi sia con Salvini, all' epoca parcheggiato dal Senatur nella redazione del quotidiano leghista. Appena diventa segretario del Carroccio, a fine 2013, Salvini sceglie Savoini non solo come portavoce ma anche come sherpa personale che apra la strada di Mosca. Insomma gli affida un ruolo centrale sia sul fronte interno sia su quello estero.

     

    MARIO BORGHEZIO MARIO BORGHEZIO

    In Bossi e Salvini i postnazisti hanno trovato bersagli e complici ideali, in quanto spregiudicati leader di quello che Sciandra definisce « un corpo senz' anima » il cui unico credo - l' etno-nazionalistismo - era però in linea con i valori e il pensiero della destra radicale.

     

    Nel corso di tre decenni spregiudicatezza politica e mancanza di bussola etica hanno guidato i due leader della Lega Nord in un crescendo di artifici demagogici che li ha traghettati dalla xenofobia antimeridionale agli schemi culturali dei cospiratori postnazisti, oggi interamente assorbiti nella liturgia «metapolitica » della Lega.

    salvini putin salvini putin

     

    Questo non significa che Salvini oggi, come Bossi ieri, abbia sposato la causa postnazista. E neppure che sia un burattino eterodiretto. Vuol dire che, come il suo padre/padrino politico, è un uomo pronto a tutto. Incluso ad allearsi con i nemici della democrazia. Sia in Italia che all' estero.

     

    MARIO BORGHEZIO MARIO BORGHEZIO

    In Italia lo ha fatto sposando "l' essenza del fascismo", all' estero alleandosi a Vladimir Putin per il quale, guidato da Savoini, ha operato come "agente d' influenza". «Io sono ormai lontano anni luce da quelle idee, ma se guardo a Salvini dico: caspita, sta facendo ora quello a cui io e gli altri di Saluzzo aspiravamo trent' anni fa. E adesso lo trovo terribile!

    » commenta l' ingegner Sciandra.

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