1 - L’ARGENTINA ALLE URNE MILEI MOBILITA LA PIAZZA IN CASO DI SCONFITTA
Estratto dell’articolo di Laura Lucchini per “la Repubblica”
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Il candidato anarco- capitalista Javier Milei si gioca oggi la possibilità di diventare il presidente dell’Argentina. Ma se così non dovesse essere, ha già un piano: denunciare brogli e mobilitare la piazza. Come Donald Trump e Jair Bolsonaro, l’estrema destra che vuole prendere il potere a Buenos Aires gioca con il fuoco. Tanto che ieri la Camera Nazionale per le Elezioni (Cne) ha dovuto ricorrere a una mossa inedita e convocare i delegati dei due principali partiti ai fini di “salvaguardare la democrazia”. Oggi si vota e la tensione è ai massimi livelli.
ASSALTO CAPITOL HILL
[…] Il disconoscimento da parte di Donald Trump del risultato elettorale alle presidenziali Usa del 2020 ha condotto all’assalto a Capitol Hill il 6 gennaio 2021, una delle pagine più buie della storia recente degli Stati Uniti. La strategia dell’ex presidente Usa ha ispirato un anno più tardi il brasiliano Jair Bolsonaro, il cui rifiuto di concedere la vittoria in modo pacifico a Ignacio Lula da Silva è sfociato nelle rivolte contro i palazzi di governo a Brasilia nel 2022.
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[…] L’Argentina va oggi al ballottaggio e i sondaggi prevedono una gara all’ultima scheda. Milei, a capo del partito La Libertad Avanza è dato al 51,1% mentre Sergio Massa, l’attuale ministro dell’Economia che rappresenta il peronismo di Union por la Patria (Up) segue al 48,8%.
Il contesto economico spiega perché la tenuta sociale è a rischio. L’inflazione ha superato il 142%. Un argentino su quattro vive sotto la soglia della povertà.
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[…] Il Pil non cresce da tre mesi. Infine Buenos Aires deve al Fondo Monetario Internazionale (Fmi) 44 miliardi di dollari. Chi assume il potere alla Casa Rosada il 10 dicembre, deve traghettare il Paese fuori da queste acque. […] Milei, un economista che prima di lanciarsi in politica animava i dibattiti televisivi con una rubrica di sesso tantrico e incendiarie opinioni di finanza, ha fatto campagna promettendo di dollarizzare l’economia, mettere fine alla “casta”, tagliare la spesa pubblica, privatizzare il privatizzabile ed eliminare la banca centrale.
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Lo sfidante Sergio Massa, che è in parte responsabile del disastro economico, ha sostanzialmente fatto campagna sulla paura verso la pericolosa deriva autoritaria di Milei. Milei ha iniziato a contestare i risultati elettorali fin da quando è arrivato secondo al primo turno, il 22 ottobre. […]
Mercoledì, il suo entourage, ha innalzato i toni, parlando di “frode colossale”. Giovedì, la squadra di La Libertad Avanza ha presentato alla procura le presunte prove della manipolazione.
Un giorno più tardi, l’incaricato di Milei, Francesco Viola, ha dovuto ammettere che non si era trattato di una vera e propria denuncia, bensì di una presentazione basata su «video postati sui social network, articoli di giornale e segnalazioni di fonti anonime».
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[…] i seguaci del culto del “loco” Milei stanno già ripetendo la filastrocca dei brogli e sono già scesi in piazza tre volte per denunciarli. […] la tensione è emersa anche a teatro. Venerdì sera Milei ha sfidato il silenzio elettorale comparendo su un palco riservato al Teatro Colón per la rappresentazione di Madama Butterfly di Puccini. Il pubblico lo ha accolto con alcuni applausi e molti fischi.
Dalla buca dell’orchestra è partita una marcia peronista. Qualcuno ha intonato il coro “Milei spazzatura, tu sei la dittatura”. Il caos è stato tale da costringere il candidato ad andarsene tra i fischi. […]
2 - L’ULTIMA INCARNAZIONE DEL PERONISMO MASSA, L’«USATO SICURO» CONTRO MILEI
Estratto dell’articolo di Sara Gandolfi per il “Corriere della Sera”
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[…] Sergio Massa, prescelto dalla coalizione peronista Unión por la Patria, […] ha pure tappezzato le strade della capitale con la sua faccia e la scritta, «Arriva l’Argentina che stavamo aspettando». Ed è in politica da più di trent’anni.
Oggi 35 milioni di elettori decideranno se dare il voto (obbligatorio) all’«usato sicuro» peronista o al «dilettante» Javier Milei. Il nervosismo è palese. I sondaggi confermano un testa a testa che potrebbe costringere a ritardare l’annuncio del vincitore.
Alla vigilia, Massa ha ostentato sicurezza: «Vincerò con un voto in più», ha assicurato chiudendo la campagna al Liceo Carlos Pellegrini di Buenos Aires. Era arrivato solo terzo alle primarie generali di agosto, sorpassato sia dal libertario Milei sia dalla conservatrice Patricia Bullrich. Da lì è cominciata la rimonta, assistito anche dai consiglieri brasiliani che firmarono il successo di Lula l’anno scorso. Al primo turno, massa ha ottenuto il 36,8% contro il 29,9% di Milei.
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Oggi i duellanti si contendono i voti di un centro-destra quasi vaporizzato e di una folla di indecisi. Tra di loro molti ex elettori peronisti che «sono recuperabili», sussurrano ottimisti nello staff di Massa, perché, nonostante la rabbia che provano per la gestione del governo uscente di Alberto Fernández, «non voteranno mai Milei e brontolando ci daranno alla fine un’altra chance». […] Tra i protagonisti della forte rimonta di Massa c’è pure una Grande Assente, la potente e super divisiva Cristina Kirchner. […] ha accettato di recludersi dietro le quinte della politica per non rovinargli la «candidatura della svolta», da lei stessa orchestrata. Ricomparirà solo a cose fatte […]
3 - TRA I GIOVANISSIMI CHE TIFANO MILEI «NON È MATTO, LUI BATTERÀ I CORROTTI»
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Estratto dell’articolo di Sara Gandolfi per il “Corriere della Sera”
[…] Javier Milei. […] un economista ultraliberista cresciuto nei talk show televisivi. Con i tormentoni anti-sistema su TikTok e Youtube, Milei ha conquistato i giovani e chi fatica ad arrivare a fine mese per colpa dell’inflazione al 140%. Quasi metà degli argentini oggi vive in povertà ed è carica di rabbia. Poi, ci sono gli anti-peronisti da sempre. «Li caccerà finalmente e le tasse che paghiamo serviranno per la nostra libertà, non per foraggiarli. Milei non è matto, dice verità scomode», incalza Lucas, commerciante di Ezeiza.
Meno tasse più libertà, sono gli slogan che hanno prodotto il miracolo: la Libertad Avanza è passata da tre soli seggi in Parlamento — tra cui Milei e la candidata vice-presidente Victoria Villarruel — a 37 deputati e 7 senatori. Ora il «leone» vuole entrare alla Casa Rosada, sconfiggere l’attuale ministro degli Esteri Massa, che al primo turno a sorpresa è arrivato primo (37% contro 30%), e spodestare il kirchnerismo.
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La sorella minore Karina, capo onnipresente della sua campagna, alla fine lo ha convinto ad abbandonare la motosega con cui passeggiava ai cortei, promettendo di «distruggere» le istituzioni. Cambio di strategia: toni più pacati e capelli più pettinati per attrarre i voti degli indecisi e degli orfani del centro-destra tradizionale […] oggi lo staff di Milei segue il «modello» di Donald Trump e del brasiliano Jair Bolsonaro. Invita i sostenitori a indossare la maglia della nazionale argentina ai comizi, accusa senza prove il peronismo di una «colossale frode elettorale» e pretende che le urne siano presidiate da soldati dell’esercito e della marina.
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Per chiudere la campagna, Milei ha scelto le piazze, Massa le scuole e le fabbriche. A rubare la scena, negli ultimi giorni, è stata però la vice del ticket d’estrema destra. Figlia e nipote di militari implicati nella repressione degli anni Settanta, Victoria Villarruel nega i 30.000 desaparecidos , che comunque considera terroristi, e propone di requisire terreni ed edifici dell’Esma, la famigerata Scuola della Marina dove furono sequestrati e torturati oltre 5.000 oppositori della dittatura militare. Ne uscirono vivi meno di 200. […]
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