Dall’account facebook di Alessandro Capriccioli
ALESSANDRO CAPRICCIOLI
Ieri, quando sembrava che quello relativo alle feste in casa con più di sei persone fosse un divieto (oggi viene fuori che si tratta di una semplice raccomandazione), i libertari de noantri hanno subito inscenato la tragedia greca: dittatura! Dittatura! Nessuno può dirci cosa possiamo fare e cosa non possiamo fare dentro casa nostra!
Ora, io mi permetterei di ricordare ai suddetti libertari de noantri (i quali più che libertari mi sembrano persone che niente sanno e niente hanno voglia di sapere, ma questo l'ho già detto) che la nostra esistenza è piena zeppa di cose che è (giustamente) vietato fare dentro casa propria: non vi si può svolgere (giustamente) un'attività abusiva di somministrazione al pubblico, non vi si può detenere (giustamente) benzina oltre un certo limite, non vi si può (giustamente) ospitare un coccodrillo, non vi si può (giustamente) sparare alle persone (e qua tremo, perché magari questi maître à penser del libertarianesimo all'amatriciana sono pure dalla parte di quelli che sparano ai ladri quando li trovano in salotto).
FESTA A CASA
Il fatto di trovarsi a casa propria, insomma, non esclude (né concettualmente né giuridicamente) l'idea di un divieto: e questo non c'entra una beneamata mazza con l'inviolabilità del domicilio sancita dalla Costituzione, che riguarda piuttosto le modalità attraverso cui possono avvenire ispezioni e sequestri.
Non sembrerebbe una cosa difficile da capire: un conto è dire che dentro casa non si può tenere un ettolitro di benzina, un altro conto è dire che per entrare in casa e controllare quanta benzina c'è occorre un provvedimento dell'autorità giudiziaria. Ma evidentemente per i libertari de noantri anche un concetto così semplice risulta particolarmente ostico.
FESTA A CASA
Io, personalmente, se la raccomandazione fosse stata un divieto non mi sarei scandalizzato: posto che durante un'epidemia più persone si incontrano tutte insieme più aumentano le probabilità che almeno una di loro sia positiva, con la conseguenza che ficcarne trenta in un posto chiuso a mangiare, bere, parlare e fumare può dar luogo a quella cosa che chiamiamo "focolaio", la quale a sua volta può diventare molto pericolosa non soltanto per gli astanti (i quali hanno scelto consapevolmente di stare chiusi in trenta in quella casa), ma per tutti coloro che essi incontreranno nei giorni successivi, che invece hanno fatto scelte diverse e non devono esser costretti a subire quelle degli altri.
Gli altri. Questo è il problema dei paladini della libertà all'amatriciana: gli altri. Non sono in grado di comprendere, non capiscono, non arrivano cognitivamente a considerare il fatto che in uno stato di diritto la libertà di ciascuno non può pregiudicare quella altrui. Nemmeno dentro casa propria, che non è una zona franca in cui si può fare ciò che si vuole.
Ricapitolando, in quattro punti: alla fine la roba delle feste private è una raccomandazione e non un divieto. Se fosse stato un divieto non ci sarebbe stato alcunché per cui stracciarsi le vesti. L'inviolabilità del domicilio non c'entra nulla. I libertari de noantri dovrebbero prendere la sana abitudine di fare un passaggio cerebrale (anche minimo) prima di mettersi a strillare.