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    FUTURO E POVERTA’ CON ALFANO - SILVIO SI TIENE LA CASSAFORTE DEL PDL E LE COLOMBE RESTANO SENZA UN EURO: DOVE VANNO?


     
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    Virginia Piccolillo per "Il Corriere della Sera"

    La formula magica è: tutti dentro o niente per chi resta fuori. Alla vigilia del Consiglio nazionale di sabato che nelle intenzioni di Berlusconi farà morire politicamente il Pdl e rinascere Forza Italia, una cosa sola è chiara: soluzioni mediane non sono previste dalla macchina organizzativa del partito.

    BERLUSCONI E ALFANO AL QUIRINALE FOTO LAPRESSEBERLUSCONI E ALFANO AL QUIRINALE FOTO LAPRESSE

    Chi rivendicherà la sopravvivenza del Pdl, contro la volontà del Cavaliere, non avrà diritto né ad una stanza, né ad un euro, né all'uso del simbolo se non avrà la maggioranza. È il muro costruito dai tesorieri: dal momento del voto, che all'auditorium del Palazzo dei Congressi di Roma si terrà in forma palese e, sostengono, a maggioranza semplice, il Pdl cesserà di essere un'entità politica. Resterà in vita solo in attesa di riscuotere i circa 18 milioni di rimborsi elettorali per il 2016-2018. Oppure, in caso di sconfitta della linea politica del Cavaliere, perderà il suo presidente, la sua ragione sociale (sul simbolo c'è il suo nome) e il catalizzatore di voti e di sostegno economico.

    Al di là della battaglia politica è uno scontro economico-finanziario. Da un lato c'è Berlusconi che dice di poter contare su un «found-raising» di sostenitori per la nuova Forza Italia, che attualmente ha due soli iscritti, il commissario straordinario Sandro Bondi, e lui medesimo come presidente. Che garantisce già con fidejussioni per circa 110 milioni di euro.

    ALFANO E BERLUSCONIALFANO E BERLUSCONI

    Dall'altra c'è un potenziale partito dissidente che se guadagnasse la maggioranza perderebbe quella che finora è stata la sua fonte principale di consenso e fondi.
    Cosa accadrà? «Sarà una fusione per incorporazione» spiegano illustri dirigenti del Pdl, ipotizzando a breve di far confluire fondi, sedi e personale in Forza Italia. Ma chi gestisce l'organizzazione finanziaria del partito spiega invece che i due partiti formalmente dovranno restare tali. Anche perché ci sarebbe confusione di ruoli e commistione di questioni finanziarie. Nel Pdl, Berlusconi è presidente, dunque creditore dei rimborsi elettorali. In Forza Italia è il garante di un debito bancario: le famose fidejussioni.
    In più c'è il buco del Pdl.

    SILVIO BERLUSCONI E ANGELINO ALFANOSILVIO BERLUSCONI E ANGELINO ALFANO

    Attualmente il bilancio viene considerato in attivo grazie a quei 18 milioni attesi. Ma basteranno solo per coprire i 9 milioni di debiti di fornitori, le spese di questo Consiglio nazionale che potrebbero equivalere almeno a 10-15 mila euro, escluso l'eventuale catering, e il residuo di gestione fino all'arrivo di Forza Italia. Altrimenti sarebbero guai. Scatterebbero le spese del personale, quelle delle sedi e quelle generali. In più pesa ancora sui conti il prestito, ottenuto da Berlusconi stesso, per sostenere le spese della manifestazione in suo favore in Piazza del Popolo.

    SANDRO BONDISANDRO BONDI

    Se verrà ratificata la linea del Cavaliere, la sede sarà della nuova Forza Italia: verranno riservate solo 4 stanze per il Pdl. Era già previsto nel contratto che sarebbe subentrato un nuovo affittuario. Forzista diventerà anche gran parte dei circa 200 dipendenti del partito. Solo uno sparuto gruppetto terrà in vita il Pdl che potrebbe sempre far comodo in futuro per eventuali gemellaggi ad elezioni locali.

    MAURIZIO BIANCONIMAURIZIO BIANCONI

    Per questo le uniche deroghe all'azzeramento degli incarichi pdl sono quelle dei tesorieri: Maurizio Bianconi e Rocco Crimi, attualmente al lavoro per gestire la fase di passaggio. Si tratta dal punto di vista logistico, amministrativo e finanziario, di gestire un potenziale doppio divorzio. Anzi triplo, considerando che dopo i finiani del Fli, anche i Fratelli d'Italia hanno già lasciato il Pdl. Lo sa bene l'ufficio territoriale del partito che in queste ore sta facendo la spunta di chi c'è, chi è andato via, chi non c'è più, magari perché, e sono diversi, è deceduto nel frattempo. Così si scopre che dei circa 1.000 consiglieri nazionali dell'ultima assemblea sabato ce ne saranno forse meno di 860.

    Rocco Crimi e Mara CarfagnaRocco Crimi e Mara Carfagna

     

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