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    EHI SIRI, COME POSSO AIUTARTI? – IERI SERA IL SOTTOSEGRETARIO INDAGATO HA AVUTO UN FACCIA A FACCIA CON IL PREMIER CONTE, CHE HA PROVATO A CONVINCERLO A LASCIARE “VOLONTARIAMENTE”, MA LUI NON MOLLA: “SE MI VOGLIONO FUORI DEVONO CACCIARMI” – MA IL PRESSING PER IL “BEAU GEST” STA AUMENTANDO, ANCHE DA PARTE DELLA STESSA LEGA…


     
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    1 – INCONTRO CONTE-SIRI, M5S IN PRESSING PER LE DIMISSIONI

    Da www.ansa.it

     

    SIRI CONTE SIRI CONTE

    Faccia a faccia ieri sera tra il premier Giuseppe Conte e il sottosegretario Armando Siri. Lo si apprende da fonti della maggioranza che non aggiungono altro in merito al contenuto e all'esito dell'incontro. Nella Lega si sta valutando una exit strategy che non inquini la campagna elettorale con lo scontro permanente sulla legalità con il M5S e che, allo stesso tempo, non determini ulteriori strappi.

     

    Per questo, ragionano fonti di maggioranza, un "beau gest" del consigliere economico di Salvini è in qualche modo atteso anche nella Lega. Anche perché, dall'altra parte, Di Maio ha mutuato la questione Siri in un pamphlet elettorale tutto incentrato sulla lotta alla corruzione, cavallo di battaglia storico del Movimento.

     

    matteo salvini armando siri matteo salvini armando siri

    2 – IL SOTTOSEGRETARIO RESISTE: MI VOGLIONO FUORI? ALLORA DEVONO CACCIARMI

    Fiorenza Sarzanini per il “Corriere della Sera”

     

    Prima l' interrogatorio dell' imprenditore Paolo Arata, subito dopo quello del sottosegretario ai Trasporti e senatore leghista Armando Siri. Fino ad allora ogni atto dell' inchiesta deve rimanere «segreto», solo le difese ne hanno avuto copia. Il patto suggellato ieri tra i pubblici ministeri e gli avvocati dei due indagati per corruzione fa ben comprendere l' intreccio - che rischia di diventare cortocircuito - tra l' azione giudiziaria e quella politica.

    francesco arata con manlio e vito nicastri francesco arata con manlio e vito nicastri

     

    Perché nessuno può escludere, visto il clima che si è creato di attacco all' inchiesta, che ci sia una «manina» pronta a far filtrare parte degli atti proprio per avvelenare ulteriormente il clima. E allora è Siri - d' accordo con il suo legale Fabio Pinelli - a cercare di stringere i tempi, escludendo comunque un passo indietro volontario. «Io sono pulito, quindi nessuna autosospensione. Se mi vogliono fuori dal governo devono cacciarmi», ha ribadito ieri nel colloquio con il difensore che anticipa l' incontro con il premier Giuseppe Conte.

     

    giuseppe conte armando siri giuseppe conte armando siri

    A Siri si contesta di aver «messo a disposizione le funzioni pubbliche per interessi privati» di Arata. Avrebbe presentato emendamenti e proposte di legge sull' eolico in cambio di 30 mila euro. In realtà nelle carte dell' inchiesta ci sarebbe la ricostruzione di un rapporto molto più articolato e stabile, tracce di altre dazioni, Arata che si vanta di poterlo gestire.

     

    siri salvini siri salvini

    Tanto che le sue conversazioni con il figlio - intercettate grazie ad alcune cimici sistemate nell' auto e in casa, ma anche a un trojan inserito nel telefonino - vengono ritenute dagli inquirenti «un' ammissione di colpevolezza». E dunque toccherà a lui chiarire come mai, riferendosi al sottosegretario, parlava di soldi in cambio di favori che avrebbe ottenuto proprio per poter accedere agli incentivi previsti dal «mini eolico».

     

    VITO NICASTRI VITO NICASTRI

    Denaro che avrebbe fatto confluire nelle aziende che condivideva con Vito Nicastri, imprenditore palermitano arrestato perché ritenuto il finanziatore della latitanza del boss mafioso Matteo Messina Denaro. «Quando saremo convocati spiegheremo ogni cosa», assicura l' avvocato Gaetano Scalise.

    ARMANDO SIRI ARMANDO SIRI

     

    Prima sarà interrogato Arata, subito dopo toccherà a Siri che si «presenterà spontaneamente di fronte ai pubblici ministeri», anticipa l' avvocato Pinelli. Una sequenza stabilita con i pm proprio per consentire a Siri di gestire la vicenda anche politicamente. «Il difensore spiega di essere «molto più tranquillo, perché abbiamo letto alcuni atti dell' inchiesta. Ma soprattutto perché - come abbiamo chiarito già diverse volte - il sottosegretario non ha nulla a che fare con la mafia. Non sapeva nemmeno che Arata conoscesse Nicastri, che peraltro non ha idea di chi sia. Chi continua ad accostare le due vicende sta solo strumentalizzando la situazione».

     

    armando siri 3 armando siri 3

    Se i magistrati decideranno di andare oltre le dichiarazioni spontanee ed effettuare l' interrogatorio, dovranno svelare tutto quanto è stato raccolto sino ad ora nei confronti del sottosegretario. E dunque chiedere conto anche di quanto accaduto durante la formazione del governo gialloverde, quando Arata si era trasformato in uno dei maggiori «sponsor» di Siri affinché avesse un posto nell' esecutivo. Nei colloqui intercettati si capisce che avrebbe preferito lo Sviluppo economico, lì dove Siri ha poi chiesto interventi sull' eolico anche se intanto era finito ai Trasporti.

     

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