Estratto dell’articolo di Claudia Voltattorni per il “Corriere della Sera”
RAFFAELE FITTO GIORGIA MELONI
Un decreto per «riorganizzare», «rafforzare» e «semplificare», quindi «per gestire meglio il Pnrr». Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto sulla governance del Piano nazionale di ripresa e resilienza che rafforza la regia del piano sotto la Presidenza del Consiglio creando una struttura nuova con l’obiettivo di «rendere più efficace l’azione della struttura che deve mettere in campo i progetti: non vogliamo che neanche un euro vada perduto», spiega il vicepremier Antonio Tajani. […] Il decreto, sottolinea il ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto, «è frutto del lavoro di questi mesi e la base di un percorso futuro».
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Sparisce l’Agenzia della coesione e la Presidenza del Consiglio assume il coordinamento strategico ed è responsabile dei colloqui con la Commissione europea. Sempre presso Palazzo Chigi viene rafforzata la struttura di missione Pnrr che incorpora la segreteria tecnica. Spetta invece al ministero dell’Economia il coordinamento operativo su attuazione, gestione finanziaria e monitoraggio del Piano per la trasmissione alla Commissione delle richieste di pagamento e delle verifiche di competenza.
L'AVANZAMENTO DEL PNRR
«Serve un intervento — chiarisce Fitto — che deve portare a far parlare diversi programmi, la coesione deve dialogare con il Pnrr». I dati dei Fondi di coesione, ad esempio, rivela Fitto, «ci vedono tra gli ultimi dal punto di vista dei risultati»: su 116 miliardi della programmazione 2014-2020, gli impegni sono stati pari a 67 miliardi e i pagamenti pari a 36 miliardi. Ecco perché «bisogna porre rimedio».
[…] Intanto slitta a fine marzo il via libera della Commissione europea alla terza tranche del Pnrr chiesta dall’Italia alla fine dello scorso anno. Anziché i soliti due mesi, Bruxelles impiegherà tre mesi a vagliare il dossier di Roma con la documentazione che certifica il raggiungimento dei 55 obiettivi e tappe per ottenere i 19 miliardi di euro previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. Un prolungamento dei tempi necessario, viene spiegato a Bruxelles, per controllare la documentazione che dovrà poi ottenere l’ok anche della Corte dei Conti Ue.
URSULA VON DER LEYEN E GIORGIA MELONI
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