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    “SMALLING, CON QUEI PIEDI…”; “MHKITARYAN, PER COLPA TUA LA STAMPA MI CRITICA” - MOURINHO RITROVA IL DIFENSORE INGLESE E L’ARMENO CON CUI A MANCHESTER FURONO SCINTILLE. E RIABBRACCIA ANCHE PEDRO E SANTON – COME SARA’ LA ROMA DI MOU? DE GEA IN PORTA, JUSTIN KLUIVERT DA RIGENERARE, COME VICE-ALLENATORE L’IDEA DE ROSSI. TOTTI, CHE DA CALCIATORE SOGNAVA DI LAVORARE CON JOSE’, TORNA COME DIRIGENTE? – E CON MENDES IL MERCATO…


     
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    Luca Valdiserri per il “Corriere della Sera - ed. Roma”

     

    José Mourinho, per rispetto del lavoro di Paulo Fonseca, non arriverà fisicamente a Roma prima della fine del campionato. Però è chiaro che ha già iniziato a lavorare per costruire il gruppo che deve risollevarsi da questa stagione senza risultati ma soprattutto triste, che è un aggettivo che non si addice alla squadra e ai tifosi giallorossi.

     

    Quattro sono i calciatori in rosa che Mourinho ha già avuto alle sue dipendenze: Santon nell'Inter del triplete, Smalling e Mkhitaryan nel Manchester United che ha vinto l'Europa League 2017, Pedro per pochi mesi nel Chelsea 2015-2016 (Mou fu esonerato il 17 dicembre). Curiosa è la storia della finale di Europa League: lo United affrontò l'Ajax e a fine gara Mourinho consolò un giovanissimo Justin Kluivert, promettendogli che un giorno sarebbe stato il suo allenatore. Chissà se Kluivert tornerà dal prestito al Lipsia (16 presenze e un solo gol in Bundesliga) tornerà a Trigoria e la previsione di Mourinho si avvererà. La base giovane della Roma - Mancini, Kumbulla, Ibanez, Villar, Pellegrini e Zaniolo - è garanzia del lavoro triennale per costruire una squadra con una forte identità. Veretout è sicuramente un calciatore adatto al calcio del portoghese e Dzeko può rientrare nel progetto: il bosniaco ha ancora un anno di contratto, molto oneroso.

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    La comune appartenenza alla Gestifute del potentissimo Jorge Mendes ha già fatto rilanciare sui siti di calciomercato i nomi di tre portoghesi: José Sa (portiere dell'Olympiakos), Renato Sanches (centrocampista del Lilla) e André Silva (centravanti dell'Eintracht Francoforte, ex Milan). Un altro nome per la porta - che è sicuramente una delle priorità per il prossimo mercato - è quello di David de Gea, che in questa stagione al Manchester United è stato «panchinato» dal più giovane Henderson. Mou lo ha allenato in Premier e muoverà tutte le sue conoscenze per cercare di aver lo in prestito. Un'operazione simile a quella che Sabatini fece con Szczesny. Nei suoi staff, Mou ha sempre voluto un ex della squadra: Clark e Holland al Chelsea, Beppe Baresi all'Inter, Karanka al Real Madrid, Carrick al Manchester United. È una grande suggestione pensare a Daniele De Rossi, dopo l'esperienza con la Nazionale a Euro 2021.

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    Ancor più clamoroso sarebbe il ritorno di Francesco Totti in un ruolo dirigenziale. P.s.: domani si gioca la semifinale di ritorno di Europa League contro lo United (andata: 6-2 per gli inglesi). C'è chi dice che, per l'annuncio ufficiale, si poteva almeno aspettare venerdì. E invece l'unica possibilità su un milione di fare il miracolo può passare dall'iniezione di entusiasmo data da Mou.

     

     

    MOURINHO

    Simone Golia per gazzetta.it

     

    Quando metterà piede a Roma, non sarà tutto nuovo per José Mourinho. Conosce l'Italia, dove ha vinto con l'Inter, conosce l'Olimpico, teatro di finali e battaglie. E conosce anche Smalling, Mhkitaryan, Pedro e Santon, già allenati nelle sue avventure precedenti. Qualcuno lo ha lanciato, con altri invece non sono mancati problemi e schermaglie.

     

     

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    SMALLING E LA BATTUTA SUI PIEDI

    Chris Smalling appartiene alla categoria di mezzo, quelli cioè che sono stati presi di mira da Mourinho a suon di sorrisi e battute. Nel 2017, parlando durante un seminario all'Università di Lisbona, il portoghese spiegò i dettagli del piano tattico adottato dal suo Manchester United nella finale di Europa League vinta contro l'Ajax di Peter Bosz. Gli olandesi, che due anni dopo avrebbero sfiorato la finale di Champions, già rubavano gli occhi con il bel gioco, con la personalità di un giovanissimo de Ligt, le punizioni di Schone e l'imprevedibilità di Ziyech: "Prepariamo meglio una partita quando siamo consapevoli delle nostre debolezze - rivelò Mou - dissi ai miei giocatori di non dare ai nostri avversari ciò che volevano. Scherzai con Smalling: 'Con i tuoi piedi di sicuro non imposteremo da dietro!', gli dissi"

     

     

    Mkhitaryan Mkhitaryan

    FRA TAGLI DI CAPELLI E RIMONTE—   Nel settembre 2018 un gol di Smalling regalò allo United la vittoria sul campo del Watford: "L'unica cosa che non mi piace in Chris in questo momento è il taglio di capelli, ma non posso dirglielo", scherzò Mourinho, che qualche mese dopo - nell'aprile dello stesso anno - rovinò la festa scudetto dei cugini del City, i quali avrebbero potuto celebrare il titolo proprio con una vittoria nel derby: sotto 2-0 alla fine del primo tempo, i Red Devils ribaltarono il match nella ripresa grazie alla doppietta dell'ex juventino Pogba e alla rete decisiva proprio di Smalling: "Cosa ci ha detto José all'intervallo? Che non potevamo diventare i clown di Guardiola".

     

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    MHKITARYAN, CHE LITI!—   Rapporto decisamente diverso fu quello con Mhkitaryan, allenato allo United dal 2016 al 2018. Tre trofei, ma anche tanti problemi: "Una volta Mourinho mi ha visto a colazione e mi ha detto: 'Per colpa tua la stampa mi critica'. Io gli risposi: 'Davvero mister? Non lo faccio certo di proposito", ricordò l'armeno, che non ha mai avuto dubbi: "È l'allenatore più difficile che abbia mai avuto. Vincente di natura, vuole che tu vinca e che tu faccia quello che ti chiede".

     

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    A far precipitare le cose fu uno sfogo post partita del portoghese: "Mi disse che dovevo pensare ad allenarmi di più. A quel punto pensai: 'Non ho altro da fare qui a Manchester. Lavoro duramente, presso, segno, aiuto la squadra e qualcuno è pure insoddisfatto'". Il loro rapporto raggiunse il punto più basso tra novembre e dicembre 2017, quando Mhkitaryan fu lasciato in tribuna per sei partite consecutive. Da lì la cessione all'Arsenal nell'inverno 2018 in cambio del cartellino di Alexis Sanchez.

     

    IL BAMBINO —   Chi esulterà nel vederlo varcare i cancelli di Trigoria sarà davide Santon, il suo "bambino", come lo aveva soprannominato lo Special one, che lo fece esordire con l'Inter a soli 18 anni. Oggi ne ha 30, ma nel febbraio del 2009 Mourinho lo schierò senza problemi negli ottavi contro lo United di Cristiano Ronaldo: "Purtroppo ha avuto due grossi infortuni ma a 17 anni tutti dicevano che sarebbe diventato per l’Inter ciò che Maldini è stato per il Milan", il rammarico di Mou, che gli ripeteva come un martello di non passare troppo tempo con Balotelli: "Ma eravamo amici - scherzò qualche anno dopo lo stesso Santon - e poi lui aveva la patente, io no!".

     

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    IL PUPILLO—   Nel 2015 Mourinho si impose con il Chelsea per strappare Pedro - in uscita dal Barcellona - alla concorrenza dello United. Lo spagnolo godeva della sua piena fiducia, tanto da giocare 10 partite di Premier su 12 dal 1'. Peccato che l'allenatore portoghese venne esonerato dai Blues dopo appena 4 mesi e dopo aver perso 9 delle prime 16 giornate di campionato: "La fiducia fra lui e lo spogliatoio era molto bassa", dichiarò poi Pedro. Ora spera che alla Roma le cose possano andare diversamente.

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