Mario Ajello per ''Il Messaggero''
rutte
Nel Pd, li considerano «compagni che sbagliano». Rutte un «compagno»? No, non lui e neanche il popolare Kurz, ma il resto della squadra dei «Frugali» - 3 su 5 - è composto da socialisti e sinistresi doc. E questo è il problema, questa la delusione massima. E infatti ieri, tra Montecitorio e il Nazareno, gli esponenti del partito di Zingaretti non si davano pace: «Ma è mai possibile che proprio da sinistra vengano gli attacchi all'Italia rosso-gialla?».
sanna marin con il marito markus raikkone 1
Della serie: «Dai nemici mi guardi Dio che dagli amici mi guardo io». Insomma, se il cattivissimo Rutte («C'hai Rutte o c...», ironizza volgarmente ieri pometiggio in slang un parlamentare dem napoletano) è un liberale furbo e capace di cambiare schemi e coalizioni tra destra e sinistra pur di galleggiare e resistere, con lui a pestare i piedi all'Italia sul Recovery Fund nelle trattative infinite e nei litigi notturni si sono distinti tre premier socialisti.
Il primo: lo svedese Lofven, alla guida di un governo traballante e poco amato in patria, pallido erede della tradizione socialdemocratica di quel Paese ormai quasi arrivato alle battute finali. La seconda: la danese Frederiksen, quella che l'altra notte quando, in nome del politicamente corretto, ha cominciato a dire che «l'Europa deve essere più attenta alla difesa dello Stato di diritto», è stata rimbrottata dalla Merkel: «Non posso certo essere io a prendere lezioni su questo tema, che oltretutto non c'entra nuilla con ciò di cui stiamo parlando» (di soldi).
POLVERE DI STELLE
stefan lofven 1
E poi, c'è la star: Sanna Marin. Ossia la giovane guida socialista (34 anni) della Finlandia, che era diventata l'eroina della sinistra nostrana in estasi: «Ah quanto è brava, e pure caruccia, la Marin!». Peccato però che ora anche lei sia schierata dalla parte di quelli che, nel Pd e in M5S, vengono chiamati «i nemici dell'Italia». Oddio, non che la bella Sanna e gli altri social-frugali siano spietati come Rutte. Anzi si sono smarcati talvolta dagli eccessi del premier olandese.
PAOLO GENTILONI DAVID SASSOLI
Ma con lui condividono una sorta di idea di lotta di classe: quella dei piccoli Stati europei contro il ceto dei Paesi più grandi e più pesanti come l'Italia. In più, visto che come dice Conte «ogni nazione ha il suo Salvini», sia la Marin sia gli altri temono di venire sbranati dai sovranisti interni e sovraneggiano a loro volta. Il problema è che, nella trattativa europea, sono variamente impegnati 4 pezzi grossi dem: il ministro Amendola, Gentiloni, Sassoli, Gualtieri. Non sia mai che, per colpa dei socialisti scandinavi, il Pd non possa sbandierare in vista del voto delle Regionali di aver portato a casa un euro-tesoretto per la patria. Compagni sì, quelli del Nord, ma vatti a fidare!
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