son tottenham city
Il calcio riserva sempre sorprese. Così proprio quando le forze stanno venendo meno, il tuo miglior calciatore, nonché capitano e guida della squadra, abbandona il campo per infortunio e gli avversari prendono il controllo del match, ecco che fai gol. Il Tottenham vince l'andata dei quarti di Champions, prima gara in Europa nel nuovo impianto del club, contro il City nel derby tutto inglese che interessa da vicino anche la Juve, possibile avversaria in semifinale.
Decide una rete di Son al 78', quando il match sembrava scivolare dalle mani di Pochettino verso quelle di Guardiola per un finale all'attacco. Pep sorprende tutti, rilanciando Delph (Zinchenko è indisponibile) da terzino sinistro e Mahrez (impalpabile) sull'ala dal 1', in una sorta di 4-1-4-1 mascherato a seconda dei momenti da 4-4-2 o 4-3-3, anche se parlare di modulo con le squadre di Pep è sempre complicato. Panchina per De Bruyne, non per Bernardo Silva, che va addirittura in tribuna. Il recuperato Aguero al centro dell'attacco. Pochettino risponde schierando l'11 base, se si eccettua l'assenza di Dier, sostituito da Winks.
APPROCCIO — Il Tottenham parte con coraggio, pressando alto già al calcio d'inizio, con Kane che mura il lancio di Otamendi e obbliga Ederson all'uscita dopo pochi secondi. Il lavoro del centravanti inglese, coadiuvato da Son, Alli ed Eriksen complica parecchio la fase di costruzione dal basso degli ospiti, anche perché Gundogan fatica in avvio nel ruolo tradizionalmente di De Bruyne. Non a caso il primo pericolo lo creano gli Spurs all'8', con Alli che innesca Sissoko sulla sinistra e poi si butta in area per cercare la volée al volo col destro sul cross: palla alta non di molto.
city aguero guardiola
La partita può però svoltare poco dopo, sulla ripartenza di Sterling. Il tiro dell'ala di Guardiola è murato col braccio da Rose. Il Var richiama Kuipers, che dopo il replay al monitor assegna il giusto rigore al City. È il 13', ma Aguero si fa ipnotizzare da Lloris (terzo penalty di fila parato dal francese) e consegna la prima esultanza da Champions al Tottenham Hotspur Stadium. Curioso l'atteggiamento di Guardiola, che non guarda l'esecuzione del Kun, ma si fa raccontare l'accaduto dal vice Arteta. Il rischio corso non cambia l'approccio degli Spurs e al 24' i londinesi per poco non passano: Kuipers è bravo a dare il vantaggio sul fallo subito da Alli, Eriksen serve rapidamente Kane in area, che si gira e calcia, Ederson si salva in bello stile. Il canovaccio continua sino all'intervallo, ma il City, pur soffrendo il ritmo, non concede altre chance.
sacchi guardiola
La ripresa sembra da subito più frizzantina. Ci provano prima gli uomini di Guardiola, con una bella azione manovrata, che consente dopo appena 2' a Sterling di stoppare e calciare da posizione defilata: Lloris è attento. La risposta è affidata al sinistro a giro di Son che sfiora il palo alla destra di Ederson. Poi il coreano si ripete in diagonale col destro, ma il portiere brasiliano inchioda a terra in tuffo il pallone.
AHI KANE — La partita cambia al 56', quando in un contrasto duro con Delph, Kane si fa male. Il capitano dei padroni di casa imbocca subito il tunnel degli spogliatoi zoppicando, senza nemmeno aspettare l'ingresso di Lucas Moura. Il Tottenham perde la sua boa di riferimento e inevitabilmente si abbassa, anche perché il passaggio da recupero palla ad azione offensiva non è più così automatico come con il centravanti in campo. Guardiola capisce che è il momento di insistere, magari cambiando qualcosa, e al 70' toglie uno spento Aguero per Gabriel Jesus.
kane
SON OF LONDON — Quando però sembra che il City stia stringendo d'assedio l'area di Lloris, ecco che sbuca Son. Il coreano al 78' è tenace nel tener vivo un pallone sulla linea di fondo, approfitta della dormita di Delph (chiusura timida e in ritardo) e calcia rientrando col sinistro in porta. Ederson per una volta non è reattivo a sufficienza nello scendere e la palla s'infila in rete. La reazione ospite è praticamente nulla, nonostante Guardiola inserisca De Bruyne e Sané. Too late, Pep. Il Tottenham Hotspur Stadium festeggia l'esordio in Europa con una vittoria di prestigio. Se basterà per agguantare le semifinali di Champions ce lo dirà solo il ritorno di mercoledì prossimo a Manchester.
LIVERPOOL
Giorgio Coluccia per gazzetta.it
liverpool porto 3
Le stesse note, il solito Liverpool in formato Champions. La squadra di Klopp batte il Porto nell’andata dei quarti di finale e ipoteca il passaggio del turno. L’anno scorso ai lusitani andò molto peggio, battuti con una cinquina all’andata negli ottavi. Stavolta finisce 2-0, in 26’ vanno a segno Keita e Firmino con una forte proiezione verso le semifinali.
PARTENZA SPRINT — L’approccio al match del Porto non è da buttare, nonostante manchino gli esperti Pepe ed Hector Herrera, ma al primo tiro gli inglesi trovano il gol in modo fortunoso. Al 5’ la sventagliata di Milner trova Manè, che parte di sinistra e serve l’accorrente Keita, lesto a calciare e a trovare la deviazione casuale di Oliver: non c’è scampo per Casillas. Al 22’, su un retropassaggio killer degli ospiti, Salah potrebbe raddoppiare, ma col sinistro manda di poco a lato solo davanti al portiere ospite. Il raddoppio arriva al 26’ e il rasoterra di Alexander-Arnold permette a Firmino di spingere in rete in modo facile facile. I lusitani potrebbero rientrare in partita con Marega, capace di mancare il bersaglio due volte, poi vengono graziati da Firmino, il cui tiro al volo finisce alto non di molto.
liverpool porto
MANCATA REAZIONE — Nella ripresa su punizione Henderson pesca Manè, la punta va a segno, ma viene colta in posizione di fuorigioco. Gli ospiti ci provano, i pericoli veri scarseggiano e i Reds abbassano i ritmi anche in vista della sfida casalinga di domenica prossima quando ad Anfield arriverà il Chelsea in una sfida cruciale per il titolo. E mercoledì prossimo trasferta in Portogallo, con vista sulle semifinali.