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    “SONO GIOVANE E SPRIZZO DI LINFA PRODIGIOSA” - IL SUPERMAN CENSURATO DI NABOKOV ESCE OGGI SUL "TIMES LITERARY SUPPLEMENT” - IL POEMETTO SATIRICO CON ALLUSIONI EROTICHE SULL'UOMO D'ACCIAIO, FU RIFIUTATO DAL "NEW YORKER" NEL 1942 - PER LA POESIA NABOKOV TRASSE ISPIRAZIONE DALLA COPERTINA DI SUPERMAN 16 DEL 1942, CHE RAFFIGURA CLARK KENT E LOIS LANE IN UN PARCO CITTADINO MENTRE…


     
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    Antonello Guerrera per “la Repubblica”

     

    nabokov nabokov

    «Caro signor Nabokov, mi spiace informarla che la sua poesia non è stata accettata per la pubblicazione sul New Yorker. Secondo noi, tanti lettori non la capirebbero. E poi, sì, c' è quel problema a metà poesia di cui parlava lei stesso nella sua lettera Ma non si preoccupi, la stimiamo molto e il suo inglese è straordinariamente buono. Alla prossima».

     

    Silenzio, parla Charles Pearce. Il quale, siamo nel 1942, è il cofondatore della casa editrice Duell, Sloan and Pearce e soprattutto il responsabile della sezione poesia del magazine New Yorker, che si è appena permesso di rifiutare una poesia di Vladimir Nabokov.

     

    Già, e cioè The Man of To-Morrow Lament, ossia L' uomo del lamento di domani ma anche L' uomo del lamento fino al mattino. Protagonista un supereroe, allora il più celebre di tutti: Superman, alias Clark Kent, ma in una veste nuova, tormentato dai dilemmi della contemporaneità e dell' esistenza.

     

    superman nabokov poesia superman nabokov poesia

    Una poesia mai pubblicata, che oggi sarebbe perduta. Fortuna però che Andrei Babikov, scrittore, traduttore e avido studioso di letteratura russa, l' ha recuperata di recente presso la biblioteca Beinecke Rare Book and Manuscript Library dell' università di Yale: perché quella poesia dimenticata, svergognata e un po' maledetta era lì, mischiata tra le lettere di Nabokov al suo amico Edmund Wilson, eppure ben conservata, in una cartellina. «Un inedito di Nabokov!», esclama Babikov che presenta il poema in un articolo che uscirà oggi sul Times Literary Supplement.

     

    nabokov srive in auto nabokov srive in auto

    Certo, nel 1942 lo scrittore russo, allora 43enne, è ancora semisconosciuto in America e gran parte delle sue opere le ha scritte in russo ma non sono state tradotte in inglese, a parte La vera vita di Sebastian Knight completato a Parigi alla fine degli anni Trenta e poco altro. Poi il dramma e la violenza della Seconda guerra mondiale: Nabokov e Vera decidono di fuggire dalla Francia, prendono una nave e come migranti qualsiasi sbarcano a New York, il 28 maggio 1940.

     

    Nabokov si affermerà soprattutto con I bastardi nel 1947 e diventerà presto cittadino americano prima di tornare in Europa 13 anni dopo, nella svizzera Montreux. Nel frattempo però, come racconta Babikov, da esordiente newyorchese il futuro colosso della letteratura russa si arrabatta come può per far brillare la sua classe letteraria oltreoceano.

     

    Come agli inizi in Francia, cerca di fare un po' di tutto: recensioni per quotidiani e settimanali, una bibliografia di Gogol, traduzioni in inglese di Pushkin, e poi poemi, che lui cerca di pubblicizzare, anche in maniera grossolana, storpiandoli pauperisticamente in "versetti" quando li presenta a giornali e riviste. Incluso il New Yorker che in realtà gli ha appena pubblicato un primo componimento, The Refrigerator Awakes (Il frigo si sveglia). Ma poi pone un lapidario veto a The Man of To-Morrow Lament, componimento "alla Rabelais" per i testimoni dell' epoca.

    Nabokov e figlio Nabokov e figlio

     

    Il motivo principale lo cita Pearce nella sua lettera di rifiuto, e un po' se lo aspettava pure Nabokov. Niente di lolitesco, quello arriverà nel 1955. Ma qui Superman, censurato da un settimanale senza complessi come lo chic New Yorker, tra i "versetti" è protagonista di una scena spinta, piuttosto esplicita, con la sua amata Lois Lane:

     

    NABOKOV NABOKOV

    «Sono giovane e sprizzo di linfa prodigiosa, mi sento innamorato come ogni uomo sano, e devo soffocare il mio cuore dinamico perché il matrimonio per me sarebbe un delitto, un terremoto, che rovina la notte delle notti, la vita di una donna, e si porta via le palme, l' hotel Ma anche se quell' esplosione di amore risparmiasse il suo fisico, quali bambini potrebbe accogliere dentro di sé?». Immagini e allusioni sessuali che non indignano nemmeno le studentesse di un college semi-religioso ad Atlanta durante un reading di Nabokov. Ma il New Yorker sì.

     

    Non solo. Perché il Superman ispirato dall' omonimo fumetto uscito qualche giorno prima del poema, viene dipinto dal romanziere russo come un supereroe borghese e afflitto, esistenzialmente dilemmatico, troppo normale. Un problema nell' America bellica del 1942, quando Clark Kent e il suo invincibile e muscolare alter ego sono anche un solido baluardo nell' immaginario collettivo antinazista negli Stati Uniti, vedi un' altra puntata del fumetto di Superman, pubblicato in quelle settimane, proprio nella chiave di caccia a Hitler e che Nabokov addolcisce con inaccettabili monologhi interiori, inni alla normalità e dunque l' ombra di un fallimento per lo Übermensch americano.

     

    Per Babikov, la scoperta di questo poema, a rima baciata e un po' bambinesco, è un gioiello per uno studioso. «Perché questa», spiega sul Times Literary Supplement, è l' unica opera di Nabokov di cui sono assolutamente evidenti le fonti di ispirazione, ossia il numero 16 del fumetto di Superman. Fonti che venivano sempre nascoste dall' autore». Ma qui troviamo anche chiare tracce del Re Lear ("il tronco scacciato") e H.G. Wells.

    SUPERMAN 3 SUPERMAN 3

     

    Tuttavia il Superman di Nabokov è un supereroe troppo debole e inetto in tempi di guerra, preda di insopportabili flussi di coscienza, troppo (post)modernista come Nabokov. Per questo gli Stati Uniti lo respingono senza pietà, fino da farlo dileguare per sempre tra le pieghe della storia e della letteratura. Invece no, e dunque godiamoci gli ultimi versi di The Man of To-Morrow Lament: «E quando lei (Lois Lane, ndr) sospira - da qualche parte a Central Park / dove si staglia la mia immensa statua di bronzo - "Oh, Clark / Non è meravigliosa?!", il mio sguardo resta fisso / come vorrei essere, invece, un uomo normale».

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