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    DOPO FILM E MUSICA, ANCHE IL SETTORE DEI VIDEOGIOCHI VUOLE PASSARE ALLO STREAMING – SONO MOLTE LE AZIENDE CHE PROPONGONO SERVIZI DI “CLOUD GAMING” CHE PERMETTE DI RIPRODURRE I VIDEOGIOCHI IN REMOTO SU QUALUNQUE DISPOSITIVO COMPATIBILE PAGANDO UN ABBONAMENTO MENSILE –  IL PASSAGGIO PORTEREBBE MOLTI VANTAGGI SIA PER GLI UTENTI CHE PER I DISTRIBUTORI - MA AL MOMENTO IN ITALIA NON ABBIAMO LE INFRASTRUTTURE ADEGUATE PER FORNIRE UN SERVIZIO FLUIDO…


     
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    Raffaele d' Ettorre per "il Messaggero"

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    In principio era Blockbuster: bastava entrare, scegliere e pagare alla cassa per avere i film e i videogame del momento. Poi è arrivato Netflix, che ha spazzato via non solo l' azienda di Dallas ma anche quel modo di vivere improntato sulla fisicità, trasformando il noleggio in un fenomeno digitale. La parola chiave, allora come oggi, è sempre la stessa: streaming.

     

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    Una rivoluzione che adesso promette di cambiare per sempre anche le regole del mercato videoludico con il cloud gaming, il servizio che permette di riprodurre i videogiochi in remoto su qualunque dispositivo compatibile. Il principio è lo stesso di Netflix: si paga un abbonamento mensile o annuale e si può giocare a tutti i videogame presenti nel catalogo; i contenuti multimediali vengono ospitati sui pc del gestore e riprodotti poi dall' utente in streaming sfruttando la connessione internet.

     

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    Tante le aziende che vedono il cloud come la piattaforma videoludica del futuro, da Sony (che nel 2015 ha lanciato il servizio Playstation Now) alla francese Blade con il suo Shadow, da Nvidia (che già nel 2013 aveva ideato GRID, poi confluito in Geforce Now) a Google, che nel novembre del 2019 è entrata in gioco con Stadia. Di Microsoft conosciamo già l' importanza e la diffusione del suo Xbox Game Pass, la formula all you can eat che meglio rappresenta il modello Netflix applicato ai videogame. Adesso Game Pass si espande per comprendere Xbox Cloud Gaming - permettendo così di giocare alcune esclusive Xbox anche su pc - mentre Facebook ha da poco chiuso un accordo con Ubisoft per portare i titoli mobile dell' azienda francese sulla sua piattaforma streaming.

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    I VANTAGGI

    Molti i vantaggi del cloud anche per gli utenti, soprattutto in termini economici: con un pagamento mensile contenuto, abbiamo accesso immediato a titoli che da soli costano 6 volte tanto. E ce ne sono centinaia.

     

    Inoltre, per chi dispone di un pc un po' datato, lo streaming consente di giocare a titoli di fascia alta progettati per macchine più potenti. Lato sviluppatori, la diffusione dello streaming porterebbe a una vittoria netta e definitiva contro il fenomeno della pirateria. È ancora presto però per pensionare console e pc casalinghi, visto che giocare su cloud ha alcuni requisiti stringenti e qualche svantaggio.

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    Fondamentale innanzitutto la banda larga, e molti provider richiedono almeno una connessione a 10 mega per avere una sessione serena. Ma il fattore più importante e scarsamente pubblicizzato è quello del ping, che in informatica misura la distanza fisica tra noi e i server principali che trasmettono il contenuto. Importantissimo per giocare in multiplayer, nel caso del gioco in streaming il ping diventa vitale per avere un' esperienza fluida.

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    COMPATIBILITÀ E PREZZI

    Prima di iscriversi a un servizio è bene perciò informarsi sulla collocazione geografica dei server principali: più sono vicini, meglio è. Viene avvantaggiato chi, come Google, già dispone da molti anni di server farm (letteralmente fattorie di server) più che rodate dislocate in tutti gli angoli del mondo. Ed è proprio la capillarità della sua infrastruttura il maggior punto di forza dello streaming targato Big G, mentre tra i suoi punti deboli rientra la scarsa compatibilità: si può giocare solo su browser, su una smart tv ma solo a patto di avere Chromecast oppure sul cellulare, ma solo su Android.

     

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    Altra nota dolente è la qualità dell' immagine: alcuni servizi, come PS Now, sono limitati a una risoluzione di 720p, mentre molti si assestano intorno ai 1080p, presentando però alcuni artefatti infelici dovuti alla compressione (un po' come avviene su YouTube): nell' era del 4K, è un compromesso difficile da digerire per i puristi. I costi sono generalmente contenuti, e oscillano nella stragrande maggioranza dei casi intorno ai 9,99 euro mensili.

     

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    Per quanto riguarda la fluidità, non siamo ancora arrivati a una riproduzione esatta dell' esperienza divano e joypad, anche se ci stiamo pian piano avvicinando. Le leggi della fisica sono ineluttabili, e il tempo di risposta tra un dispositivo e l' altro sulla rete internet ha ancora oggi un peso importante: il divario può essere colmato soltanto con la diffusione sul territorio di banda larga e server dedicati. Ma per chiunque non pratichi e-sport a livello competitivo o per chi vuole avere a disposizione un catalogo ampio di videogame ad un costo contenuto, l' offerta del cloud gaming già oggi potrebbe rappresentare un compromesso interessante.

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