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1. SEMPRE PIÙ PENSIONATI VANNO ALL’ESTERO
Rosaria Amato per “la Repubblica”
Crescono i pensionati italiani che vanno a vivere all’estero, soprattutto in Spagna, Tunisia e Portogallo. A partire sono circa 4.000 l’anno. Le motivazioni, emerge dal convegno Inps-Fondazione Migrantes su “Italia, pensioni e mobilità: storie di partenze e di ritorni”, sono le più diverse, c’è chi vuole vivere vicino ai figli, ma anche chi vuole pagare meno tasse, o avere un migliore potere d’acquisto.
Dal 2017 al 2021 i pensionati italiani in Portogallo sono passati da 994 a 3.555, rileva l’Inps. Meno degli 8.275 che vivono in Spagna, ma colpisce la loro pensione lorda media mensile: 4.240 euro. Non sono pensioni d’oro, ma sono molto più alte della media.
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Una piccola rivincita considerato che i dati dell’Inps mostrano che siamo ancora un Paese dal quale si emigra per lavoro, più che di approdo per i lavoratori stranieri.
«Il solo dato delle pensioni che la Germania paga all’Italia copre il contributo netto che l’Italia dà per i tutti pensionati all’estero», ha affermato il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico.
Secondo i numeri della fondazione Migrantes per ogni cento italiani presenti in Italia ce ne sono nove che vivono all’estero: gli iscritti all’Anagrafe italiana all’estero sono 5.6 milioni.
2. PENSIONATI ALL'ESTERO CON I FIGLI
Estratto dall'articolo di Luca Cifoni per “Il Messaggero”
pensionati estero
[…] Quella della convenienza non è però l'unica motivazione che spinge italiani in età matura a lasciare il nostri Paese: iniziano a essere rilevati dalle statistiche anche coloro che fanno questa scelta per seguire i figli a loro volta in fuga per lavorare, soprattutto in altri Paesi Ue. Sono alcuni dei dati emersi nel convegno Italia, pensioni e mobilità: storie di partenze e di ritorni organizzato dall'Inps insieme alla Fondazione Migrantes. […]
Complessivamente sono 326mila le pensioni che l'Italia paga all'estero, in circa 160 paesi, principalmente in Europa e Nord America. Ma il nostro Paese è ancora di gran lunga beneficiario- in misura maggiore - di pagamenti dall'estero. Le pensioni pagate fuori dai confini nazionali riguardano per il 56,1% l'Europa, seguita da Nord America (22,8%), Oceania (10,7%), America meridionale (8,1%), Africa (1,2%), Asia (0,6%), America Centrale (0,5%).
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Quanto agli immigrati nel nostro Paese, il presidente dell'Inps Pasquale Tridico ha ricordato che il loro saldo è tuttora negativo, nel senso che anche per motivi di età versano in proporzione più contributi di quanti trattamenti previdenziali ricevono: «I lavoratori extra Ue versano 10,8 miliardi di contributi su 163 miliardi totali e percepiscono solo 1,2 miliardi di prestazioni pensionistiche su un totale 300 miliardi».
Sulle scelte di chi lascia l'Italia avendo già conseguito il diritto alle pensione si è soffermata Susanna Thomas, della direzione centrale pensioni dell'istituto.
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Queste persone «si possono suddividere in tre grandi categorie: gli immigrati che, conseguito il diritto a pensione, decidono di far ritorno nel loro Paese; i genitori di persone emigrate, che decidono di raggiungere i figli per aiutarli nella gestione dei nipoti o, più semplicemente, per evitare il senso di solitudine; infine chi lo fa per conseguire vantaggi economicofiscali previsti da alcuni Paesi».
Più sporadici i casi di cittadini che emigrano semplicemente perché cercano luoghi più esotici o maggiormente confortevoli rispetto alle personali esigenze».
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