Stella Dibenedetto per www.ilsussidiario.net
intervento di roberto d agostino foto di bacco (5)
Roberto D’Agostino comincia il racconto della sua vita aprendo la cassettiera di Vieni da me con la bacchetta con cui entrò a far parte del mondo di Renzo Arbore nel 1985. Il discorso entra nel vivo quando Caterina Balivo tira fuori dal cassetto una serie di tazze sulle quali troneggiano i nomi Pamela, Mark, Sebastian e Rebecca.
Il riferimento è alla vicenda di Pamela Prati e Mark Caltagirone sulla quale “Io so che prima di internet, ogni 10 anni, Pamela Prati ha annunciato un marito. Con internet, certi giochini vengono subito sgamati e quando ho parlato con qualcuno mi ha raccontato tutta la faccenda e non era solo la voglia di avere un po’ di pubblicità, ma era una semplice truffa per abbindolare le varie trasmissioni”, spiega D’Agostino. “Lei, però, si definisce vittima”, commenta Caterina Balivo. “Lei può dire quello che vuole“, replica D’Agostino.
ROBERTO D’AGOSTINO: “SONO STATO BALBUZIENTE”
pamela prati video musicale 3
L’intervista a Vieni da me è l’occasione per Roberto D’Agostino di parlare della sua vita e del suo passato. Cresciuto con una mamma che faceva un lavoro che oggi non esiste più ovvero la “bustaia” e con un papà saldatore, D’Agostino svela un retroscena della sua adolescenza che in pochi conoscono. “Sono stato balbuziente fino a 15 anni e questa cosa mi ha portato ad essere un po’ violento. Con le parole non avevo la prontezza di rispondere a chi mi prendeva in giro e quindi picchiavo“, ricorda Roberto D’Agostino.
Resosi conto di avere un problema che non gli permetteva di avere una vita come quella dei suoi coetanei, D’Agostino decide di chiedere aiuto alla mamma. L’incontro con un logopedista gli permette così di risolvere quello che, fino a quel momento, era stato per lui un problema serio. Nonostante tutto, però, nell’essere balbuziente, D’Agostino ha trovato anche un lato positivo. “Essere balbuziente ha un lato positivo perchè mi ha permesso di stare a casa a leggere tanti libri che hanno fatto bene al cervello”, conclude.
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