mario draghi emmanuel macron
1 - DRAGHI,TETTO PREZZO GAS FRENA INFLAZIONE, TAGLIA FONDI MOSCA
(ANSA) - "Il consiglio Ue ha approvato di considerare di imporre un tetto dei prezzi per le importazioni di gas russo: questo potrebbe limitare l'incremento dell'inflazione e ridurre i flussi finanziari verso Mosca". Così il premier Mario Draghi aprendo la riunione ministeriale dell'Ocse a Parigi, quest'anno presieduta dall'Italia, sottolineando però che "le discussioni sono ancora in corso e la strada da percorrere potrebbe essere lunga".
2 - DRAGHI,DETERMINATI AD AIUTARE NOSTRI CITTADINI COME UCRAINA
(ANSA) - "Perché i nostri sforzi siano efficaci devono essere sostenibili nel corso del tempo e coinvolgere le economie emergenti e in via di sviluppo. Dobbiamo abbinare la risolutezza mostrata in Ucraina con la stessa determinazione ad aiutare gli stessi cittadini e coloro che si trovano nei paesi più poveri del mondo soprattutto in Africa". Così il premier Mario Draghi aprendo la riunione ministeriale dell'Ocse a Parigi, quest'anno presieduta dall'Italia.
volontari stranieri in ucraina
3 - DRAGHI,SANZIONI DURO COLPO OLIGARCHI E ECONOMIA RUSSA
(ANSA) - "Il g7 e la Ue hanno mostrato una notevole unità e solidarietà nel sostenere l'Ucraina e nel mettere pressione sulla Russia per riprendere i negoziati. La Ue da sola ha approvato 6 pacchetti di sanzioni che hanno dato un duro colpo agli oligarchi vicini al Cremlino e a settori chiave dell'economia russa". Così il premier Mario Draghi aprendo la riunione ministeriale dell'Ocse a Parigi, quest'anno presieduta dall'Italia.
4 - UCRAINA:DRAGHI,SBLOCCARE PORTI,EVITARE CATASTROFE ALIMENTARE
mario draghi emmanuel macron
(ANSA) - "Lo sforzo per evitare la crisi alimentare deve iniziare dallo sblocco dei porti e della migliaia di cereali che sono lì. Lo sforzo di mediazione delle Nazioni unite è un notevole passo in avanti, sfortunatamente è l'unico". Così il premier Mario Draghi aprendo la riunione ministeriale dell'Ocse a Parigi, quest'anno presieduta dall'Italia, a proposito della guerra in Ucraina, sottolineando che il blocco del grano sta facendo "aumentare i prezzi causando una catastrofe a livello mondiale".
5 - «SALUT, MARIO!» E IL PREMIER CONTA SUL SOSTEGNO PER UN RECOVERY BIS
Monica Guerzoni per il “Corriere della Sera”
volontari stranieri in ucraina
Mario Draghi arriva che ha appena smesso di piovere, scende dall'auto nel cortile monumentale ed Emmanuel Macron, che deve farsi perdonare qualche minuto di attesa, lo accoglie come uno di casa: «Salut, Mario!».
L'abbraccio è lungo e affettuoso e così la stretta di mano sui gradini dell'Eliseo, il francese abbronzatissimo e l'italiano pallidissimo. Sorrisi, due parole sottovoce e una mimica da far pensare che davvero «Draghi e Macron sono amici», come suggeriscono dallo staff del premier italiano per rendere evidenti le «ottime relazioni».
macron putin
All'ombra della Tour Eiffel il premier è arrivato per aprire oggi il meeting dell'Ocse che vede l'Italia presidente di turno e non si è fatto scappare l'occasione di una cena all'Eliseo, durata quasi quattro ore.
Nel menu, il sostegno all'Ucraina dopo il via libera della Ue al sesto pacchetto di sanzioni, la necessità di rafforzare l'autonomia dell'Unione sulla difesa e sull'energia e la vicendevole voglia di rinsaldare ancor più le relazioni tra Parigi e Roma sulle basi del Trattato del Quirinale. È il primo bilaterale ufficiale dopo la rielezione del presidente francese e avviene con la guerra che infuria da 105 giorni e con i 27 Paesi dell'Unione pronti a tornare al tavolo del Consiglio europeo, il 23 e 24 giugno.
Riunione cruciale, per la quale i due presidenti studiano un'agenda comune.
volontari stranieri in ucraina
Draghi, che conta su Macron per incassare l'imposizione di un tetto al prezzo del gas, spingerà ancora per un nuovo «fondo di guerra» che utilizzi i 220 miliardi non spesi del Recovery plan pandemico.
Obiettivo comune: rilanciare la risposta europea alle crisi innescate dalla guerra, a cui, insiste Draghi, «i bilanci nazionali non possono far fronte». Due settimane dopo l'aggressione di Mosca a Kiev, da padrone di casa del vertice di Versailles, il presidente francese propose un piano per sviluppare l'autonomia strategica della Ue e fare fronte agli investimenti imposti dalla guerra. Sono passati tre mesi.
emmanuel macron mario draghi
La fine del conflitto è lontana. Inflazione, crisi energetica e crisi alimentare fanno paura e Draghi ha fretta, deve rispondere alla pressione che sale dai partiti della sua maggioranza e dai sindacati, che invocano sostegni a famiglie e imprese per lenire il caro-bollette. Sa bene, l'inquilino di Palazzo Chigi, che al Consiglio Ue la Germania, l'Olanda e gli altri «falchi» del Nord richiameranno alla prudenza sul ricorso al bilancio comunitario.
Giocando di sponda con Macron, Draghi dovrà lottare per ottenere finanziamenti a tassi calmierati sul modello dei fondi Sure, vitali per «attenuare l'impatto dei rincari energetici». In cima all'agenda di Draghi c'è anche la ricerca di una posizione condivisa sulla prospettiva delle adesioni alla Ue. Il premier vuole aprire le porte all'Ucraina dando a Kiev lo status di candidato.
volontari stranieri in ucraina
Parigi frena in asse con Berlino e ieri, tête-à-tête con Macron, Draghi ha provato ad ammorbidire le resistenze del presidente francese, che propone di includere Ucraina, Moldavia e Georgia in una «comunità politica europea». E non è l'unico strappo nella tela di Draghi, che insiste sulla necessità di «muoversi uniti, con iniziative collegiali». La richiesta di Macron di «non umiliare Putin» e il sospetto che Parigi persegua un piano di pace che preveda la rinuncia, da parte di Zelensky, di parte dei territori conquistati dall'esercito russo, continuano a segnare una distanza.
A differenza di Macron, l'ex presidente della Bce resta pessimista sull'intenzione di Putin di dialogare per la pace. Eppure Draghi è arrivato a Parigi fiducioso sulla possibilità di stringere ancor più i rapporti con il presidente francese. L'obiettivo prioritario è lavorare insieme per rilanciare la diplomazia e aprire una strada ai negoziati, dopo la lucina accesa dall'incontro ad Ankara tra i ministri degli Esteri russo Lavrov e turco Cavusoglu.
emmanuel macron mario draghi
6 - DRAGHI-MACRON ASSE SULL'ENERGIA
Alessandro Barbera per “la Stampa”
Emmanuel Macron non lascia a Mario Draghi nemmeno il tempo di scendere dall'auto. Lo abbraccia con gesto plateale: di quelli che piacciono a lui, meno all'italiano. Ma è Draghi ad aver chiesto al cerimoniale di organizzare la cena all'Eliseo con l'alleato francese. Mai come in questo momento l'uno ha bisogno dell'altro.
Nelle prossime due domeniche l'appena rieletto presidente si gioca la conferma della maggioranza alle Camere. Gli ultimi sondaggi dicono che il suo partito - En Marche - potrebbe non avere la maggioranza assoluta al secondo turni delle elezioni politiche. Lo insidia la santa alleanza delle sinistre capeggiata dal populista Jean-Luc Mélenchon. Due giorni dopo i ballotaggi - il 21 giugno - a fare i conti con i numeri in Parlamento sarà Draghi, quando farà le comunicazioni che precedono il Consiglio europeo. Il vertice dei Ventisette di fine giugno è - non a caso - l'argomento principale del rendez vous parigino fra i due alleati.
JEAN LUC MELENCHON
Draghi e Macron sanno di non avere la stessa agenda sull'Ucraina, né lo stesso atteggiamento verso Mosca. Pur di non apparire schiacciato sulle posizioni di Londra e Washington, il presidente francese si è attirato le critiche in casa e a Kiev. La campagna elettorale, il bisogno di piacere a sinistra e ad un pezzo di destra (l'ex Nicolas Sarkozy è un suo sostenitore), il tentativo (fallito) di essere il king maker di una soluzione diplomatica, hanno spinto Macron lontano da una posizione coerentemente atlantista.
Durante la cena i due discutono anzitutto di questo, e di come trattare la richiesta di adesione dell'Ucraina all'Unione europea. Draghi, premier di un Paese che si affaccia sull'Adriatico, è costretto a tenere conto delle richieste di adesione arrivate prima da parte dei cinque Stati della ex Yugoslavia e dell'Albania. Macron, leader di un Paese tradizionalmente contrario alla politica di allargamento dell'Unione, fa il contrario. Al massimo è favorevole ad una "comunità politica", un modo per allontanare la richiesta di adesione di altri Paesi.
Per entrambi i leader la priorità è un'altra: come affrontare il prezzo della crisi.
emmanuel macron olaf scholz
Sin dal vertice straordinario dei Ventisette di Versailles, il primo dopo l'inizio della guerra, Draghi e Macron hanno sostenuto senza successo l'ipotesi di un nuovo Recovery plan. Il "Repower Eu", il programma per finanziare l'autonomia energetica dell'Unione dalla Russia, è fatto in gran parte di fondi fin qui rimasti inutilizzati.
Le probabilità di vincere le resistenze dei Paesi nordici sono molto basse, ma per i due quel che conta è far pesare l'alleanza di chi invece crede alle risposte comuni.
L'alleanza fra Draghi e Macron è fatta anche di dettagli meno visibili: basti qui citare le indiscrezioni a proposito di un piano di emergenza della Banca centrale europea in caso di attacco ad uno dei Paesi della zona euro.
mario draghi emmanuel macron
L'aumento (quasi certo) dei tassi di interesse dopo l'estate costringono la politica a occuparsi anche di questo. Secondo le indiscrezioni raccolte negli ambienti finanziari, sarebbe stato per primo Macron a chiedere alla numero uno di Francoforte (ed ex ministro francese) Christine Lagarde di prepararsi al peggio. Le probabilità di rivivere i mesi drammatici del 2011 al momento sono molto basse. I piani di acquisto di titoli pubblici iniziati con Draghi nel 2014 hanno fatto ridurre l'esposizione dell'Italia e degli altri Paesi più deboli dell'Unione alla speculazione internazionale: la percentuale di Btp e simili detenuti da istituzioni italiane o dalla Banca centrale europea sono quasi il 30 per cento del totale, contro i pochi decimali di un lustro fa.
guerra in ucraina 2
Per Draghi e Macron resta in ogni caso essenziale sostenere la crescita con la spesa pubblica fino alla fine della crisi ucraina. Nella peggiore delle ipotesi, i due si troveranno a negoziare un aumento dei rispettivi deficit oltre i limiti fin qui concessi dalla Commissione europea. Al netto dei grandi obiettivi in agenda, il vertice di giugno dovrà occuparsi anzitutto di questo.