Gluck per Dagospia
meyer
Cronache dal sotto-Scala. Allo storico “Boeucc” di piazzetta Belgioso scalda gli animi dei commensali quella che un loggionista bolla come la pantomima inscenata da Dominique Meyer sulla mancata (o meno) tournée scaligera in Egitto.
Con il sovrintendente che, a sorpresa, veste i panni di Arlecchino servitore di due padroni. Cioè le gazzette locali. L’antefatto è noto. L’altro giorno le cronache di “Repubblica” annunciavano che i lavoratori del teatro (orchestrali compresi) avevano bloccato una tournée al Cairo per solidarietà con il caso Reggiani, il ragazzo ucciso al mentre era nelle mani dei servizi segreti locali. Almeno secondo l’accusa dei genitori e della magistratura italiana.
MEYER SCALA
Ma mentre sullo stesso quotidiano degli Agnelli il sovrintendente ringraziava maestranze e musicisti per aver detto “no” alla trasferta sul Nilo, al concorrente “Corriere della Sera” dava un’altra versione tanto da precisare al giornalista Pierluigi Panza: “Sono rimasto sorpreso quando ho sentito parlare di una nostra tournée in Egitto di cui non ci siamo mai occupati nel nostro ultimo consiglio d’amministrazione”.
Che agli habitué del locale è apparsa subito la più veritiera. Del resto, osservava Luigi Pirandello, nella vita “incontrerai a tue spese tante maschere e pochi volti”. Come quella di multicolore indossata nell’occasione da Meyer.
“BUCA” MILIONARIA PER LA SCALA BIS
meyer
La “buca” non è quella del suggeritore, ma la voragine che si è aperta nei conti del tempio della lirica milanese. Nella costruzione del manufatto destinato a palazzina prove in via Verdi, qualcuno si è scordato (sic) il costo dell’arredamento della nuova torre progettata dall’architetto Mario Botta.
Così l’altro giorno ai 17 milioni già stanziati per realizzare l’opera, l’amministrazione della Scala ha dovuto attingere a un prestito di altri 4 milioni di euro. Nel frattempo, la stessa direzione è stata costretta ad aprire un’indagine interna per scoprire chi ha sfregiato uno schermo nella sala macchinisti disegnandoci sopra una svastica. Di Meyer in peggio.
I MITICI “GHISA” RARI COME I PANDA
Già, la città che non si ferma mai sembra immobile con le serrande del quadrilatero della moda e della movida che abbassano le serrande prima dell’orario di chiusura. E se il foehn abbatte centinaia di alberi e ammacca persone e cose nessuno s’interroga, neppure tra gli ambientalisti, sull’incuria riservata ai parchi cittadini dall’amministrazione comunale.
beppe sala
In Galleria i mitici “ghisa”, scomparsi anch’essi dalle vie, sono fotografati dai rari turisti in circolazione come i Panda allo zoo di Pechino. “Sarà colpa pure della pandemia, ma ormai da alcuni anni i vigili in servizio su strada sono in via di estinzione”, osservano anche i sostenitori del sindaco Beppe Sala alle prese con le scene di comune violenza in piazza Duomo (e dintorni).
monopattini
SALA E IL PEDONE FINITO SUL LASTRICO
“Ma a Milano è ancora in vigore il codice della strada?”, osserva l’ex banchiere investito da un monopattino che ha scritto pure al prefetto, Renato Saccone, per denunciare il caos nelle strade ormai sfuggito di mano alle forze dell’ordine. Ma lui per essere in sintonia con il primo cittadino sorvola sulle violenze in strada per dichiarare alla Repubblica: “Milano tornerà a correre…”.
Ma verso dove? E con l’indice mostra in piazza San Babila un cartellone gigante che recita: “86 milioni di viaggiatori ogni anno” usa la metropolitana. “Tutta gente che va a laurà con i mezzi pubblici mica in bici…e una volta scesa alla fermata si ritrova i marciapiedi inutilizzabili, occupati da auto, motorini, biciclette e percorse a tutta velocità dai monopattini e dai rider.
Altro che piste ciclabili! che non risolvono lo smog che ci ammorba nonostante la pandemia… e che dire del sindaco che si manifesta solo su Instagram anche da Pechino… percorsi green evitati e detestati proprio dai cosiddetti amanti delle due ruote…”.
Duomo di Milano
LA MADUNINA NON BRILET PIU’
“Basta con la rappresentazione quotidiana di una Milano scintillante”, si è spinto oltre l’ex giornalista dell’”Unità” e scrittore Roberto Robecchi, papà del disincantato personaggio Carlo Monterossi (Sellerio editore), con protagonista Fabrizio Bentivogli nella serie televisiva.
Una delle poche voci fuori dal coro che latitano pure a palazzo Marino tra le fila del centro-destra “sdraiato” all’opposizione. “Sembra che tocchi alla sinistra fare pure l’opposizione a Beppe Sala”, ironizza l’ex sindaco Pd, Luigi Corbani. Da mesi impegnato con il suo movimento “Sì Meazza” a impedire la demolizione dello storico stadio per costruirne uno nuovo che definisce “un saccheggio edilizio”.
E L’EX ALBERTINI RIMETTE I PANTALONI
albertti libro
Se l’opposizione latita in comune, a farsi (re)vivo è l’ex sindaco Gabriele Albertini che doveva sfidare Beppe Sala alle ultime amministrative. In libreria è arrivato il volume che aveva preparato proprio in vista di quell’appuntamento (“Rivoglio la mia Milano”, De Ferrari editore).
albertini mutande
L’uomo che sfilò in mutande per il sarto Valentino modestamente spiega come il centro-destra “abbia perso una grande occasione” nel costringerlo al forfait dopo un lungo tira&molla con i suoi presunti alleati.
B. IL CANDIDATO DI PIETRA IN CORSIA
Già, Silvio Berlusconi che in tv Giovanni Minoli (ex Mixer) ne aveva profetizzato addirittura un ruolo di king maker nella corsa al Quirinale… Il candidato di pietra invece era ospite del professor Alberto Zangrillo al “San Raffaele” di via delle Olgettine.
zangrillo blas
Il Cavaliere è riapparso in pubblico (anzi allo stadio) solo l’altro giorno per assistere alla vittoria del suo Monza. Ma al bar “Cova” di via Monte Napoleone a tenere banco non è l’ultima battaglia politica (perduta) e quella vinta (con la salute) del Silvione, bensì il suo medico curante.
ZANGRILLO COME SORDI-TERSILLI
“Ormai rischia di fare il verso a Sordi del film il Dottor Guido Tersilli della clinica Villa Celeste…Prima è scivolato sulla pericolosità del Covid e delle sue varianti, poi si è fatto nominare presidente del Genoa calcio ch’è penultimo in classifica e rischia la retrocessione… Come a dire – si fa notare pur apprezzandone la professionalità -, il San Raffaele di Zangrillo è passato dal paziente B. alla serie B della squadra dei grifoni.
RAIOLA BALOTELLI
RAIOLA RESUSCITA CON BALOTELLI
A proposito del “San Raffaele” dove il potente procuratore Mino Raiola è stato dimesso dopo un breve ricovero, al bar “TedOne” di via Solferino anche i cronisti sportivi del “Corriere dela Sera” parlano dei prodigi del prof-presidente Zangrillo.
“Macché, i veri miracoli li fa il Mino ch’è riuscito a convincere – chissà come -, il direttore tecnico Roberto Mancini a convocare per uno stage della nazionale Mario Balotelli che gioca ad Adana in Turchia con il Demispor Kulubu… Magari lo porta pure agli spareggi per tentare di arrivare ai mondiali 2022”. Solo questione di feeling sportivo?
Baretto
“IL BARETTO” RIAPRE SEMPRE IN VIA SENATO
Nel 2022 “il Baretto” festeggerà i suoi primi sessant’anni nella nuova location di via Senato a distanza di pochi metri dall’hotel “Baglioni Carlton” lasciato due anni fa e in fase di restauro dal nuovo proprietario Rocco Forte.
Per Ermanno Taschera e Vincenzo Zagaria, gran signori dell’accoglienza in sala, è il terzo trasloco dal 1962 quando in via Sant’Andrea furono testimoni della fondazione dell’angusto ex “Monkey Bar” poi divenuta l’attuale bottega storica. E le tre statuine delle scimmie sistemate sopra il bancone-bar troveranno anche loro una collocazione nelle sale del ristorante-mensa di molti morti di fama (e non) milanesi.
ristorante loren
LA “PIZZAIOLA” SBARCA A MILANO
Testimonial di navi crociera, adesso il premio Oscar sbarca a Milano in zona Cordusio-Piazza Affari nel ruolo di pizzaiola per la catena di ristoranti “Sophia Loren restaurant” creato dalla ditta Cimmino. Un ritorno al passato il suo ai tempi de “L’oro di Napoli”. Non soltanto cinematografico, ma anche economico.
ADIEU AVVOCATO ELKAN IN “CITROEN”
Il rampollo della dinastia Pesenti (ex cementieri) si è stropicciato gli occhi dalla meraviglia nel veder sfrecciare in via Borgonuovo Yaki Elkann alla guida di una “Citroen” (Gruppo Stellantis, di cui è presidente); con buona pace dello zio Avvocato. Un amore per la Fiat mai tradita il suo. Una volta aveva licenziato in tronco un dirigente che aveva osato posteggiare nei cortili di Corso Marconi una Mercedes tedesca.