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    SPADAFORA È RIUSCITO A COMPATTARE I PRESIDENTI FEDERALI AL FIANCO DI MALAGÒ, CHE OGGI PROMETTE DI PARLARE CON IL PREMIER CONTE: ''IL CONI È UN FINTO ALIBI. C'È UN PEZZO DI POLITICA CHE È CONTRO UN ALTRO PEZZO DI POLITICA E NOI STIAMO IN MEZZO. STIAMO SCHERZANDO COL FUOCO, LE SANZIONI DEL CIO SAREBBERO UNA SCONFITTA ASSOLUTA PER IL PAESE E UNA PERDITA DI CREDIBILITÀ CLAMOROSA DOPO AVER INCASSATO I GIOCHI 2026'' - PETRUCCI: ''NOI PRESIDENTI TRATTATI COME APPESTATI''


     
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    1. MALAGÒ ATTACCA IL GOVERNO "SCHERZIAMO CON IL FUOCO"

    R.S. per “la Stampa

     

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    Dopo lo stop alla riforma dello sport da parte del Movimento 5 stelle, che ha quasi portato alle dimissioni del ministro Vincenzo Spadafora, a scendere in campo è il presidente del Coni Giovanni Malagò chiamando in causa il presidente del consiglio Conte per tutelare lo sport: «Gli parlerò, il Coni è un finto alibi perché c'è il problema di un pezzo della politica che è contro un altro pezzo della politica e noi stiamo in mezzo e non ci possiamo e vogliamo più stare. Ci era stato detto che questa vicenda sarebbe stata sistemata e invece dopo 20 mesi siamo ancora in questa situazione».

     

    Il numero 1 dello sport italiano ha affondato il colpo dopo la Giunta nazionale, che ha respinto all'unanimità alcuni passaggi della legge delega, replicando anche alle accuse di aver messo "le manine" nelle modifiche alla nuova legge: «Quale è il problema di chiedere? Se non lo fa il Coni chi lo dovrebbe fare? Se non lo avessi fatto avrei tradito il mio mandato».

     

    Malagò ha messo in guardia dai rischi di questa vicenda, ovvero le eventuali sanzioni del Cio qualora si ravvisasse una perdita di autonomia dello sport. «Stiamo scherzando con il fuoco, il provvedimento sarebbe una sconfitta assoluta per il Paese e una perdita di credibilità clamorosa dopo aver incassato i Giochi 2026».

     

     

    2. PETRUCCI, NOI PRESIDENTI COME APPESTATI

     (ANSA) - "Come possiamo essere convinti di questa legge noi, se neanche quelli che l'hanno fatta ne sono convinti? Noi siamo realisti, questa è una legge che, da come la prendi la prendi, è inapplicabile. È diventata una guerra e noi presidenti federali siamo diventati quasi degli appestati. L'ironia con cui ci si tratta, noi siamo il sesto paese al mondo per medaglie vinte".

    GIANNI PETRUCCI GIANNI PETRUCCI

     

    Lo dice nel suo intervento in Consiglio nazionale del Coni, il presidente della Federazione italiana pallacanestro Gianni Petrucci, commentando la bozza del Testo unico sulla riforma dello sport al momento bloccata. "C'e' scritto 'autonomia', ma poi nel contesto della legge quale e' l'autonomia delle federazioni? - ha proseguito Petrucci - Avevamo un controllo o due, ora ne abbiamo quattro. Non si chiarisce quale è il finanziamento del Coni e quello delle federazioni. Siamo costantemente sotto scacco".

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