Marco Bresolin per “la Stampa”
GIUSEPPE CONTE PEDRO SANCHEZ
Spagna e Portogallo non hanno intenzione di utilizzare la loro quota di prestiti del Recovery Fund. Almeno non per il momento, come ha spiegato Nadia Calviño, ministro spagnolo delle Finanze. A differenza dell'Italia, i governi di Madrid e Lisbona hanno deciso di non inserire la richiesta di finanziamenti europei a tasso zero nei loro piani nazionali spediti a Bruxelles.
GIUSEPPE CONTE ANTONIO COSTA
La ragione principale è molto semplice: vogliono tenere sotto controllo il loro debito. Per la Spagna si tratta di oltre 70 miliardi, per il Portogallo una decina di miliardi. È una decisione che potrebbe spiegare anche i loro tentennamenti di fronte al Mes: Pedro Sanchez e Antonio Costa hanno sempre sottolineato che in questa fase i loro governi non ritengono necessario richiedere l'attivazione della linea di credito del Fondo Salva-Stati istituita per la pandemia.
PEDRO SANCHEZ CON LA MASCHERINA
Non conviene (i tassi dei due Paesi sono piuttosto bassi) e al momento non ci sono problemi di liquidità, hanno più volte spiegato i due leader. Che però non hanno mai parlato pubblicamente di "rischio stigma", come invece ha fatto il loro collega Giuseppe Conte. Un'uscita come quella del premier rischia infatti di tramutarsi in un boomerang: dicendo ora che l'Italia non vuole usare questo strumento perché "pericoloso", il governo si espone a rischi reali qualora dovesse effettivamente farvi ricorso più in là (c'è tempo fino al 31 dicembre 2022).
rutte merkel ursula conte by osho
In quel caso, infatti, i mercati potrebbero avere l'impressione di un Paese "alla canna del gas", costretto a usare uno strumento fino a quel momento rifiutato. Tornando alle scelte di Spagna e Portogallo, i due governi iberici non ritengono conveniente chiedere i fondi del Recovery più o meno per gli stessi motivi per cui non intendono chiedere i prestiti del Mes: si tratta di soldi che devono essere restituiti, dunque che fanno aumentare il debito, e che si portano dietro una qualche forma di condizionalità.
GIUSEPPE CONTE URSULA VON DER LEYEN
Nel caso del Mes i soldi devono essere spesi per sostenere i costi sanitari diretti e indiretti. Nel caso del Recovery sono condizionati all'implementazione delle riforme e all'attuazione degli investimenti chiesti da Bruxelles, che verserà i fondi a rate e soltanto in base al raggiungimento degli obiettivi. Secondo alcuni analisti, le condizionalità del Recovery Fund sarebbero persino più rigide rispetto a quelle del Mes.
ANGELA MERKEL PEDRO SANCHEZ
Il ragionamento italiano, invece, ha portato il governo a scelte diverse. Il governo ha programmato di utilizzare tutti i fondi previsti dallo strumento "Next Generation EU": non soltanto le sovvenzioni a fondo perduto (quasi 80 miliardi), ma anche i 127,6 miliardi di euro di presti. Che andranno restituiti e contribuiranno all'aumento del debito.
il giallo dell orologio di conte durante la conferenza stampa 1
I "loans" saranno così suddivisi: 11 miliardi nel 2021, 17,5 nel 2022, 15 nel 2023, 29,9 nel 2024, 26,7 nel 2025 e 27,5 nel 2026. Il Recovery Fund metterà a disposizione fino a 360 miliardi di prestiti ai Paesi Ue. La quota assegnata a ogni Stato non può superare il 6,8% del Pil e per fare richiesta c'è tempo fino al 31 dicembre del 2023. L'utilizzo dei fondi è condizionato al rispetto delle riforme e degli investimenti in linea con le raccomandazioni Ue. Tra i principali Paesi dell'Eurozona, soltanto l'Italia (127,6 miliardi) e la Grecia (12,7 miliardi) hanno pubblicamente annunciato la loro intenzione di ricorrere a questo tipo di finanziamento.
GIUSEPPE CONTE ANTONIO COSTA CORONAVIRUS SPAGNA antonio costa 1 coronavirus spagna persone con la mascherina in spiaggia a malaga