Sparatoria a un funerale in Wisconsin
Ancora una sparatoria negli Stati Uniti. Questa volta è successo a Racine, nel Wisconsin, nel corso di un funerale. Secondo le prime informazioni diffuse dalla polizia locale, ci sono stati cinque feriti, ma anche «un numero imprecisato di vittime». I testimoni parlano di una trentina di colpi di arma da fuoco.
La sparatoria è avvenuta al Graceland Cemetery, dove diverse persone stavano dando l'ultimo saluto al 37enne DàShontay Lucas King Jr. «Alle 14.26 locali vari colpi di arma da fuoco sono stati sparati al cimitero. Le indagini sono in corso», ha spiegato in un primo comunicato la polizia di Racine. Secondo le prime notizie, a essere colpiti sono stati alcuni familiari del defunto.
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Successivamente le forze dell'ordine hanno diffuso sui social un altro comunicato nel quale hanno spiegato: «Ci sono vittime, ma non si sa quante in questo momento». La polizia di Racine ha anche lanciato un appello alla popolazione: «Se qualche cittadino ha qualche tipo di filmato video dell'incidente al cimitero di Graceland, per favore ce le spedisca via mail».
Alcuni media locali hanno spiegato che «il funerale teatro della sparatoria in Wisconsin era per DàShontay King Jr, ucciso dalla polizia il 20 maggio».
L'uomo, di colore, era morto nei pressi di un posto di blocco della polizia che lo aveva fermato nell'ambito di un'indagine sulle armi. Sarebbe sceso dall'auto armato e avrebbe rifiutato di eseguire gli ordini degli agenti che gli avevano intimato di fermarsi e consegnare l'arma. Un poliziotto avrebbe quindi sparato, uccidendolo.
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Ieri a Racine, un centro a 40 chilometri da Milwaukee, si sono svolti i funerali culminati però con una sparatoria. Secondo un giornale locale (The Journal Times) «l'Ascension All Saints Hospital, dove si stavano curando un numero imprecisato di feriti, era in isolamento per ragioni di grande cautela dopo la sparatoria». L'area del cimitero confina con quella dell'ospedale.
Una donna al pronto soccorso dell'ospedale, scrive il quotidiano, «ha detto che sua figlia era stata colpita da colpi di arma da fuoco ed era stata curata all'interno». «Non posso nemmeno andare a un funerale», ha detto la donna, descrivendo i momenti della sparatoria «come un film».
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Proprio il giorno prima, a Tulsa, in Oklahoma, un uomo aveva esploso colpi d'arma da fuoco in un ospedale e aveva ucciso quattro persone, tra cui due medici. Aveva comprato tre ore prima un l'Ar-15 (l'arma più usata nelle sparatorie di massa americane) e poi era entrato nel centro medico.
Tra le vittime un chirurgo che l'aveva operato alla schiena e che il killer riteneva responsabile per il dolore che continuava a sentire. Il 24 maggio, nel Texas, in una scuola elementare di Uvalde, un ragazzo armato sempre con un Ar-15 ha ucciso 19 studenti e 2 insegnanti. Tutti questi drammatici eventi hanno riacceso il dibattito sulle armi negli Usa.
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