Grazia Longo per “la Stampa”
Moby Zaza a Lampedusa
Escono dal pulmino, dove hanno viaggiato tutti stipati gli uni accanto agli altri dall'hotspot fino a Cala Pisana, piuttosto alla rinfusa. Poi, invece, salgono ordinatamente, assistiti da polizia, carabinieri e mediatori culturali, sull'Azzurra, una delle tre navi quarantena.
In tutto 600 migranti hanno lasciato Lampedusa ieri mattina, altri 300 lo hanno fatto in serata sulla nave quarantena Splendid e 250 minori non accompagnati sono stati imbarcati sul traghetto di linea verso Porto Empedocle. Al centro di prima accoglienza di Contrada Imbriacola sono così rimasti circa 500 migranti, e se le condizioni del mare continueranno ad essere buone, potranno anch'essi essere trasferiti sulla terza nave quarantena, l'Allegra.
Nave quarantena Lampedusa
Navi da crociera, dai nomi festosi, prestate alla drammatica esperienza degli uomini, delle donne e dei bambini che attraversano il Mediterraneo in cerca di fortuna. Più il meteo sarà favorevole, più i trasferimenti sulle navi quarantena proseguiranno fino ad esaurimento posti. Come pure è prevedibile, tuttavia, che con il mare calmo riprendano gli sbarchi di migranti.
Quella delle navi quarantena è una scelta che ha scatenato più di una polemica tra residenti e commercianti di Lampedusa, stanchi dell'eccessiva attenzione all'emergenza rispetto alla riqualificazione dell'isola.
Lampedusa centro
Don Carmelo La Magra, 42 anni, parrocco dell'unica parrocchia, San Gerlando, parla dritto al cuore senza troppi giri di parole. «La solidarietà viene al primo posto - osserva - e molti lampedusani sanno bene che la presenza dell'hotspot, per quanto problematica, non compromette gli ingressi economici legati al turismo. Ma il governo sta dimostrando di non essere in grado di affrontare gli sbarchi. A partire dal fatto che ogni mese spende 1 milione di euro per ciascuna delle tre navi quarantena al largo dell'isola».
Per il parroco si tratta di «una spesa inutile, perché tanto alla fine i migranti vanno sistemati sulla terraferma. Per loro non va bene, perché li si fa stare ancora in mezzo al mare. E poi quel denaro potrebbe essere speso per altro, sia per i migranti sia per Lampedusa».
Nave quarantena Lampedusa 2
Sull'opportunità di investire per il territorio interviene anche Giuseppe Cappello, 51 anni, proprietario dell'Hotel Medusa: «La nostra rischia di essere un'isola fantasma, nota solo per gli sbarchi. Mentre invece avrebbe bisogno di un rilancio non solo di immagine ma anche relativo alla riqualificazione delle strutture e infrastrutture. Noi la nostra parte l'abbiamo fatta, abbiamo dimostrato di saper convivere con il centro di prima accoglienza.
Tanto più che per le strade i migranti non circolano e non hai quindi sentore dell'emergenza. Eppure noi siamo tempestati di telefonate di turisti che hanno prenotato e hanno paura di trovare chissà cosa». E ancora: «Lampedusa avrebbe bisogno di iniziative culturali per intrattenere la sera i turisti, anni fa, grazie all'impegno di Claudio Baglioni, si organizzava ogni estate una rassegna canora a cui partecipavano molti artisti. Inoltre è indispensabile il potenziamento del porto e dei collegamenti navali, altro che 1 milione al mese per ogni nave quarantena».
Lampedusa centro 2
Condivide la perplessità anche Claudia Monti, 59 anni, commerciante: «Noi abbiamo sopportato molti sacrifici, oltre che per il lockdown anche per l'annosa emergenza immigrazione. Ma purtroppo i politici, sia di destra sia di sinistra, si interessano solo di quell'aspetto e trascurano il rilancio dell'isola. A confronto Favignana è un gioiellino e qui invece non abbiamo nemmeno l' adeguata pulizie delle strade e delle aree verdi».
Lampedusa
Cambiano i mestieri, ma non il tenore dei commenti. Sempre declinati «questa spesa esagerata per le navi quarantena» come puntualizza Giovanni Mannino, 34 anni, pescatore. «Noi ci spacchiamo la schiena sotto il sole o sotto la pioggia - dice - ma non riceviamo aiuti concreti dallo Stato. Capisco che i migranti soffrono e hanno bisogno di aiuto, due mesi fa col mio peschereccio ne abbiamo salvati 85. Ma anche noi abbiamo difficoltà economiche e abbiamo bisogno di un sostegno. Invece chi sale al governo non ci dà mai retta. Per non parlare dell'isola. Guardi con i suoi occhi: le strade sono tutte rotte, c' è bisogno di un mucchio di lavori».
Nave quarantena Lampedusa 3
Maria Partinico, 32 anni, cameriera puntualizza: «A me spiace molto per questi poverini che viaggiano tre giorni per arrivare da noi tutti bagnati e morti di fame. Hanno bisogno di aiuto ed è giusto aiutarli. Ma i politici non si possono dimenticare di noi».
Francesco Santino, 65 anni, pescatore, punta l'attenzione sulla mancanza di un «ospedale come si deve: ne abbiamo uno ma non è organizzato per interventi importanti. Io per operarmi a un rene sono dovuto andare a Roma. Con tutto il rispetto per l'aiuto che si deve fare a quella povera gente che cerca la fortuna in mare, queste navi quarantena costano troppo. È vero che così i migranti restano isolati, per combattere il rischio Coronavirus ma si poteva ottenere lo stesso risultato con strutture a terra che costano meno».