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Sebastiano Vernazza per “la Gazzetta dello Sport”
Una delle ultime foto sul suo profilo Instagram lo immortala in spiaggia, a cavalcioni di un moscone. Una posa da bagnino, sulla battigia di una non precisata riviera. Sotto l'immagine, un diluvio di commenti, in gran parte dalla Turchia, dove continua a suscitare interesse. Oggi Mario Balotelli compie trent' anni, una virata importante, l'ingresso nella maturità della vita, ma il momento, calcisticamente parlando, non gli sorride. Balo è un giocatore disoccupato e non c'è la fila per prenderlo.
In Italia si è mormorato della Samp, ma in concreto non sembra cercarlo nessuno. Costa abbastanza e garantisce poco. L'ultima stagione al Brescia, nel club della sua città, è stata deludente. Mario ha segnato 5 gol in 19 partite di Serie A, la squadra è retrocessa e sono volati gli stracci tra lui e Massimo Cellino, il presidente che credeva di recuperarlo alla causa del calcio italiano e che nel dubbio si era cautelato: il contratto di Balo è stato agganciato alla salvezza ed è decaduto un attimo dopo il declassamento in B. Così Mario aspetta che il suo procuratore Mino Raiola faccia l'ennesimo gioco di prestigio e gli sottoponga un contratto milionario.
È sempre più dura, però. Balotelli ha esaurito il credito, in giro non si trovano tanti allenatori disposti a investire ancora su di lui. Il problema non è tecnico, nessuno ha mai discusso le qualità del giocatore, ma tattico-motivazionale. Da tempo Mario non gioca di squadra, non pressa e non partecipa al recupero della palla, non attacca la profondità e scappa dall'area, spalle alla porta viene incontro ai centrocampisti e non si capisce bene perché. Da anni si è arroccato nel tiro, la sua dote migliore.
La botta di Mario è potente e precisa, ma da sola non basta, serve altro per restare al vertice. Un'involuzione senza freni. Balotelli è rimasto fermo, aggrappato ai ricordi e al suo tiro proverbiale. Assomiglia al Buffalo Bill del Wild West Show: qualche bum bum , gli applausi, il sipario. La rappresentazione statica di un grande giocatore. Balotelli piace ancora in Turchia, ma chissà quanto c'è di fondato nelle voci da Istanbul. I tifosi del Besiktas hanno organizzato una colletta per sostenere le finanze disastrate del club e molti vorrebbero che quei soldi servissero per ingaggiare Mario.
In effetti sotto i post di Balo su Instagram domina l'hashtag #cometoBesiktas. Secondo alcuni anche il Galatasaray, altra squadra della megalopoli turca, lo vorrebbe. In Romania dicono che si sia fatto avanti il Cluj, il club della vecchia capitale della Transilvania, regione in cui lo scrittore Abraham Stoker ha ambientato le imprese del conte Dracula. Secondo altri, Raiola potrebbe piazzare Mario nel campionato americano oppure in Brasile, dove l'attaccante conserva estimatori e dove diversi calciatori hanno deciso di farsi chiamare Balotelli in suo onore.
Lo scenario è questo e non è allettante, con rispetto parlando: Turchia e Romania, Mls e Brasileirão , palcoscenici minori. Se fossimo a Hollywood, diremmo che Balo ha imboccato il Sunset Boulevard, il viale del tramonto. Neppure gli antichi maestri sono più propensi a metter la faccia per lui. Nel momento in cui scriviamo, l'ultima dichiarazione di Roberto Mancini su Balotelli risale a giugno: «La mia speranza è che una mattina si svegli e capisca che continua a buttare via il suo talento - aveva detto il c.t. a Dribbling su Rai 2 -. Mario è un ragazzo straordinario, gentile, educato. Ha un fisico pazzesco e qualità. Gli ho parlato tante volte».
Mancini lo aveva fatto esordire in A ragazzino, nell'Inter, e lo aveva voluto nel City. Gli ha ridato una chance all'inizio del suo percorso da c.t., ma Mario se l'è spesa male. Cesare Prandelli è stato il c.t. che più aveva creduto in Balotelli, gli aveva costruito la Nazionale attorno, e Mario lo aveva ripagato con il grande Europeo del 2012, in particolare con la doppietta alla Germania in semifinale. Poi il tradimento al Mondiale 2014, l'indisponente prestazione contro l'Uruguay e a seguire il gelo.
Un mese fa Prandelli si è così espresso: «Mi dispiace molto della situazione perché è un ragazzo buono, però dipende tutto da lui, dal suo modo di porsi, dal suo modo di fare, dal suo modo di integrarsi nel gruppo. Non saprei cosa dire perché sono anni che non lo sento, non so che cosa stia pensando».
Parole gentili, ma di circostanza. Il tempo corre e trent' anni sono troppi per immaginare un futuro di redenzione e riscatto. Quel che è stato è stato e quel che poteva essere difficilmente sarà. Raiola è un procuratore di vertice, ha rapporti e canali giusti , troverà una squadra a Mario. A trent' anni non si è vecchi abbastanza per smettere, ma quelli che gli vogliono bene dovranno porgli la domanda giusta: «Mario, che cosa vuoi fare da grande?». Perché i soldi prima o poi finiranno e perché di isole dei famosi e di grandi fratelli vip si potrà vivere per un po', non per sempre. Oggi Balotelli compie trent' anni, ma dove sarà e che cosa farà a quaranta?
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