DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE…
Novità sul caso dei fratelli Ronzoni, arrestati a maggio, nell'ambito della cosiddetta inchiesta "Como Papers". L’ inchiesta sul “Sistema Ronzoni” ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati di 9 persone e di un’azienda, la multinazionale Petrolvalves Spa, accusate di vari reati tra cui corruzione, evasione fiscale, emissione di fatture false e riciclaggio.
Agli arresti sono finiti i fratelli Ronzoni, per i quali è stato disposto il sequestro preventivo di 1,1 milioni di euro considerati frutto di reato.
Secondo l’accusa, spiega il Fatto Quotidiano, i fratelli Ronzoni hanno creato negli anni una sorta di fabbrica del riciclaggio al servizio dei loro numerosi clienti. Oltre alla costituzione di società offshore, i due commercialisti avrebbero garantito infatti anche l’esportazione di valuta all’estero grazie a otto società-veicolo europee usate per emettere fatture false.
La doppia opzione offerta ai clienti dai fratelli Ronzoni
Ai clienti, spiega il Fatto, "veniva offerta una doppia opzione, sostiene la Procura di Milano. Consegna del denaro in Italia, tramite spalloni, oppure investimento del tesoretto in Perseus, un fondo domiciliato presso la Amber Bank & Trust di Nassau, Bahamas". Ed è sempre il Fatto Quotidiano, in un articolo di Stefano Vergine, che racconta di come nella lista delle 104 società ci sarebbe anche l'Atalanta Calcio. Spiega però il Fatto:
"L’Atalanta, club che fa capo all’imprenditore Antonio Percassi, ci ha fatto sapere di non essere a conoscenza di indagini a proprio carico e ha assicurato che, da un primo e rapido controllo amministrativo, non risulta aver mai avuto rapporti commerciali con le otto società usate dai Ronzoni per fare uscire i soldi dei clienti dall’Italia".
LA PRECISAZIONE - Riceviamo e pubblichiamo
Egregio Direttore,
in merito all’articolo pubblicato in data odierna dal titolo “Como Papers, fondi neri per 45 milioni. Nella lista anche l'Atalanta” (https://www.affaritaliani.it/cronache/como-papers-fondi-neri-per-45-milioni-nella-lista-anche-atalanta-754514.html), PetrolValves tiene a precisare che:
i fatti riportati si riferiscono a presunti reati commessi nel 2012 da ex funzionari ed ex dipendenti che attualmente - e già da diversi anni - non rivestono alcun ruolo in azienda;
nessuno degli attuali amministratori, dirigenti e dipendenti risulta aver alcun coinvolgimento, infatti nessuno è stato destinatario di provvedimenti da parte dell'Autorità Giudiziaria, e quindi, risulta essere sottoposto ad indagini nell'ambito del procedimento. La Società risulta coinvolta nell’inchiesta solo ai sensi del D. Lgs. n. 231/2001, la disciplina relativa alla responsabilità amministrativa dell'Ente, nel caso di specie esclusivamente connessa alle condotte risalenti consumate dalla precedente proprietà e gestione della Società;
Petrolvalves, a seguito della nuova compagine azionaria (2016) e manageriale, ha operato sin dal 2016 un processo di self cleaning e implementato un rigoroso sistema di controlli interni. La Società si considera, pertanto, parte lesa rispetto ai fatti descritti nell’articolo e si è positivamente attivata in ogni maniera con le autorità inquirenti. PetrolValves sta, inoltre, collaborando appieno anche con l’Amministratore Giudiziario, nominato nell’ambito del giudizio di prevenzione, peraltro, con poteri fortemente limitati e senza interferenza alcuna nell’attività del Consiglio di Amministrazione, né nella gestione delle attività di business, con l’obiettivo di rafforzare ulteriormente il proprio modello organizzativo.
Cordiali saluti,
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Per PetrolValves
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