DAGOREPORT - CHI L’HA VISTO? ERA DIVENTATO IL NOSTRO ANGOLO DEL BUONUMORE, NE SPARAVA UNA AL…
Andrea Galli per il “Corriere della Sera”
Nell' agosto del 2004, i trafficanti padroni del villaggio di Lazarat videro arrivare un elicottero della polizia italiana pronto a sorvolare, a quattrocento metri, le piantagioni. Appena si avvicinò lo colpirono col kalashnikov.
A bordo c' erano due vicequestori, un maresciallo della guardia di finanza e un ufficiale dell' antidroga albanese. Per miracolo nessuno venne ferito e fu bravo il pilota, nonostante la raffica avesse bucato il serbatoio principale, la plancia e il motore posteriore, a tornare in aeroporto.
Da allora sono cambiate altezze, geografia, mezzi, uomini e tattica dell' offensiva, tecniche d' ingaggio, «livello» dei trafficanti. Non la sostanza: l' Albania è la serra europea della marijuana.
L' aereo della guardia di finanza, un «vecchio» e affidabile modello Piaggio della linea P166DP1, quota di crociera mille metri che grazie a un accordo con il Governo di Tirana sorvola ogni anno il venti per cento del territorio (escluse città e montagne, ed esclusi i fiumi significa circa la metà del suolo nazionale), da gennaio ha «censito» 213mila ettari ricoperti da piantagioni.
L' aereo, che si muove in prevalenza da giugno a settembre, il periodo della maturazione degli arbusti, non passa più per Lazarat, due anni fa liberato dopo venti giorni di assedio e guerra vera. Anche perché la metastasi ha ormai invaso l' intera nazione. Da gennaio in 42 missioni sono state scoperte 753mila piante di marijuana. Ovunque. Tenendo come produzione media di una pianta due chili e mezzo di droga (può essere anche il doppio), e calcolato che con lo smercio in Puglia c' è un guadagno di 1.300 euro al chilo, questo significa che immesse sul mercato quelle piante, poi distrutte dalla polizia di Tirana, avrebbero portato ricavi abbondantemente superiori ai 2 miliardi di euro.
Quasi un quarto del Pil dell' Albania.
Non si tratta di colpevolizzare un intero popolo. Seppure con una cronica e lacerante contrapposizione che «gioca» parecchio proprio sul tema della droga ma a volte provoca tensioni, i politici albanesi si muovono, ci provano.
Ugualmente non si può dimenticare il grande sforzo della guardia di finanza (in raccordo con lo Scip, il Servizio per la cooperazione internazionale di polizia) e in particolare del gruppo-missione in Albania guidato dal colonnello Joselito Minuto: anzi, soltanto negli ultimi tre anni il Piaggio P166DP1 ha «coperto» 600mila ettari di territorio e s' è di continuo «rimodulato» per non perdere il passo dei trafficanti.
Che hanno scelto di partire dalle isole greche così da essere «già» dentro l' Unione europea, hanno una poderosa rete di protezione specie in Puglia, sono un' evoluzione degli scafisti dell' esodo degli anni Novanta diventati oggi ancor più tecnologici, sfrontati, avventurieri perfino nell' Adriatico in tempesta.
I guadagni del resto valgono il rischio. La domanda di marijuana è incessante e incalzante: i clan non se la fanno ripetere. Eppoi sulle imbarcazioni, mischiate ai carichi, vengono trasportate cocaina e armi, qualcuno dice anche i mujaheddin in andata o ritorno per la «guerra santa» in Medioriente.
L' aereo è munito di sensori che «tracciano» il suolo. I dati acquisiti vengono elaborati nella facoltà di Architettura della II Università degli studi di Napoli. In laboratorio i tecnici dell' ateneo e l' esperto personale della finanza «leggono» i risultati dei sensori. La successiva mossa è legata alla tempistica, entro 48 ore al massimo le piante vanno distrutte per poter aggredire i criminali che gestiscono i campi.
Il Piaggio, come detto, viaggia a mille metri, dunque a una «distanza» di sicurezza. Ma ci sono casi di corruzione nell' apparato albanese, ancorché in diminuzione. I salari dei poliziotti sono bassi, una manciata di centinaia di euro, e il senso d' onore per la divisa, un animo integerrimo e il rispetto per se stessi non evitano che ci siano agenti comprati dai trafficanti. Trafficanti potenti, mafiosi, ricchi, con agganci pesanti.
Dice un investigatore che il problema della marijuana non ha avuto un' improvvisa crescita: c' è sempre stato. Semmai è migliorata l' intensità della presa di coscienza. E la consapevolezza che arrestare i contadini che seguono le piantagioni oppure gli autisti che col furgone portano la droga ai gommoni, non basta. Bisogna risalire ai vertici delle organizzazioni. I boss fanno la spola tra Albania e Italia; tornano là e si nascondono quando sentono una brutta aria e temono l' arresto. Per quale ragione?
Succede che non si concretizzi un ordine di cattura lanciato dall' Italia (ci sono «talpe» da noi?), che in Albania si lascino incredibilmente sfuggire i latitanti e che questi medesimi latitanti scompaiano. Protetti dai clan. Dall' omertà. Dal terrore. Dalle minacce sulla povera gente costretta a prenderseli in casa e tacere. Pena l' uccisione d' un parente.
Gira una stima: con 400mila euro un ricercato riesce a sistemare la pratica e campare sereno.
In eterna libertà.
Forse non c' è una soluzione, non ci sarà mai.
Forse sì ed è (anche e in parte) qua. Il prezzo d' un chilo di marijuana in Puglia è di 1.300 euro; se portato e venduto nel danaroso, «affamato» Nord Italia quel chilo subisce un forte rialzo e raggiunge i 1.800 euro.
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