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“ALLA ROMA ERO VISTO QUASI COME UN AMICO DA ALCUNI CALCIATORI” – DANIELE DE ROSSI, CHE PARE INVECCHIATO DI 20 ANNI, AL MAXXI TORNA A PARLARE DOPO L’ESONERO DA PARTE DI FRIEDKIN E RACCONTA LA SUA ESPERIENZA GIALLOROSSA DA TECNICO (“DOVEVO GESTIRE I RAPPORTI”), DI TOTTI, GASPERINI E SPALLETTI – ALL'EVENTO ORGANIZZATO DA RCS CON URBANETTO CAIRO E WALTER VELTRONI AVVISTATI ANCHE IL MINISTRO ABODI, IL DUPLEX NEPI-MEZZAROMA E GIAN PAOLO MONTALI... - FOTO BY MEZZELANI

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 (Adnkronos) - "Il giocatore più forte e più affascinante con cui ho giocato è Francesco Totti. Con lui ho giocato tanti anni insieme. Aveva questa luce che si portava dietro, questa leadership anche silenziosa.

 

Parlava con i gesti, l'ho vissuto anche da tifoso come adolescente". Lo ha detto l'ex tecnico e giocatore della Roma, Daniele DE ROSSI a Sport Industry Talk' di Frcs al Maxxi a Roma.

 

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"Da avversario mi affascinava Zidane, era proprio bello da vedere e fortissimo, sia fisicamente che tecnicamente. Il più difficile da affrontare per me è stato Seedorf, marcavo grandi giocatori con grande facilità, ma con Seedorf affrontavo un giocatore più forte fisicamente, più forte tecnicamente e più rapido nelle scelte".

 

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CALCIO: ROMA. DE ROSSI "DA ALLENATORE IMPORTANTE GESTIRE GRUPPO" (ITALPRESS) - "Nella mia seconda esperienza da allenatore sono entrato nello spogliatoio da ex capitano e per alcuni calciatori della Roma ero un amico. In questo caso devi cercare di star loro vicino, senza però dare troppi spazi. Devi saper leggere le persone intorno a te, gestendo e accompagnando gli stati d'animo sia dei membri dello staff sia dei giocatori. Senza conoscenza calcistica non vai da nessuna parte, ma la gestione delle risorse umane e del gruppo è molto importante".

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Lo ha detto l'ex allenatore e calciatore della Roma, Daniele DE ROSSI durante lo 'Sport Industry Talk' organizzato da Rcs al MAXXI di Roma. "Solo la vittoria rende felici nello sport? No, la vittoria rende belli, intelligenti, furbi, ascoltabili e credibili. Forse il più grande esempio è Gasperini perché quello che ha fatto è incredibile, ha cambiato vita ad un club e alla città, prendendo una squadra che faceva l'ascensore tra A e B con grande dignità e ora è club di prima fascia - ha detto sull'allenatore dell'Atalanta -. Adesso è un personaggio affascinante dopo aver vinto l'Europa League, ma a volte finali del genere le perdi anche per un rigore o un episodio e non cambia niente nel tuo percorso.

 

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Lo stesso è successo a Spalletti dopo lo Scudetto. Per me il percorso è la cosa più affascinante, non ho vinto tantissimo a livello di club, ma ho vinto il Mondiale e non ricordo quel trionfo con più affetto e brividi rispetto all'Europeo del 2012 quando perdemmo in finale contro una squadra di marziani. Per me la vittoria non rende felici, ma intorno a me percepisco che chi vince può dire una parola in più", spiega.

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