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MOU E ABRAMOVICH, AMICI MAI - ALLE 17 C’E’ CHELSEA-MANCHESTER, MOURINHO SFIDA CONTE E IL SUO PASSATO: “ABRAMOVICH NON E’ UN MIO AMICO. I TIFOSI BLUES POSSONO ACCOGLIERMI DA NEMICO O CON AFFETTO. IO PENSO SOLO ALLA PARTITA”. E SU CONTE NEANCHE UNA PAROLA

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Enrico Franceschini per la Repubblica

MOURINHO ABRAMOVICHMOURINHO ABRAMOVICH

 

Non soltanto il ladro torna sul luogo del delitto. Ci tornano talvolta anche gli allenatori di calcio. Come Josè Mourinho, che stamane rimette piede a Stamford Bridge, teatro dei suoi 7 titoli (tra cui 3 di Premier) con il Chelsea ma pure di due rancorosi licenziamenti (soprattutto il secondo).

 

Adesso il portoghese ritorna nello stadio dei suoi trionfi e delle sue disfatte inglesi per la prima volta alla guida di un’altra società di Premier. Chelsea-Manchester United è la partitissima della giornata: chi perde rischia di perdere anzitempo il treno per la vetta. Sull’uomo che ha preso il suo posto, Antonio Conte, Josè non spreca una sillaba: parla per lui la stampa londinese, ricordando che, quando se ne andò a metà stagione, Mourinho aveva una percentuale di vittorie del 25 per cento, mentre quella del tecnico italiano con il Chelsea attualmente è del 61.

 

MOURINHO CONTEMOURINHO CONTE

In compenso, Mou si toglie sassolini dalle scarpe con il suo ex-datore di lavoro. «Roman Abramovich non è un mio amico », afferma alla vigilia del big match. «Abbiamo sempre avuto un rapporto proprietario-allenatore, una relazione di grande rispetto. Ma non siamo mai stati amici. Non siamo entrati in confidenza ». Ce n’è anche per i tifosi: «Avrò una reazione negativa se il pubblico mi accoglie male? No, ho la maturità per controllare le mie emozioni.

 

CONTE VS MOURINHOCONTE VS MOURINHO

Possono ricordarmi con affetto o considerarmi un nemico. Non è che non m’interessa, non ci penso. Sono concentrato sulla partita». Forse sono i soliti giochetti psicologici dello Speciale per provocare gli avversari. Oppure per mettere le mani avanti, se il ritorno “a casa” gli andasse male. Attenzione però: a Stamford Bridge, da nemico, ci era già tornato una volta. Con l’Inter, in Champions, nel 2010. Vinse lui 1-0.

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