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Il grande bluff dei Friedkin. Cacciato il parafulmine Mourinho, dopo uno scazzo violentissimo in cui lo Special ha ricordato a “Flop Dan” tutte le sue promesse mancate, i proprietari texani della Roma sono davanti a un bivio. Rilanciare o passare la mano. A dar retta a quanto dicono importanti dirigenti sportivi e diversi operatori di mercato, la Roma è in vendita da diversi mesi.
Il 10 agosto i Friedkin avrebbero ricevuto una offerta formale da 860 milioni da un fantomatico gruppo saudita e hanno risposto che era inadeguata. L’impasse sul nuovo stadio e i bilanci in rosso rappresentano una zavorra insostenibile per la proprietà americana che non è in grado di rilanciare perché bloccata dai paletti del Financial Fair Play dell’Uefa. Nel frattempo Dan Friedkin ha versato già più di 1 miliardo nelle disastrate casse sociali e ha fatto capire per “facta concludentia” che non è intenzionato a svenarsi per la Roma.
I padroncini texani, di cui nessuno conosce la voce, sono in un vicolo cieco. Con Mourinho era finita da tempo, tanto che Dan Friedkin lo avrebbe voluto esonerare dopo la finale di Europa League di Budapest quando lo Special tirò bordate contro la società. Dopo la sconfitta col Genoa, c’era voluta la mediazione di Tiago Pinto per evitare la cacciata di Mou. Col doppio ko con Lazio e Milan a Friedkin si è aperta una finestra di opportunità unica: il peggior risultato della Roma nel 21esimo secolo (per punti in campionato) abbinato alla sconfitta nel derby di Coppa Italia.
Se il patron non avesse sfruttato il momento per licenziarlo, Mou avrebbe risalito la china (le prossime 3 partite sono abbordabili per i giallorossi che affronteranno Verona, Salernitana e Cagliari) e sarebbe arrivato per inerzia a fine stagione molto probabilmente nella seguente situazione: nessuna qualificazione in Champions, altro buco mostruoso in bilancio, stretta del fair play, fine decreto crescita, patrimonio calciatori azzerato e nessun ricambio dalla primavera. Tradotto: 10 calciatori da acquistare con vincoli di bilancio ormai invalicabili e grandi difficoltà a individuare un nuovo allenatore, con la tifoseria incattivita sotto casa.
Così Friedkin ha comprato tempo e provato l’ultimo all-in con la scelta di De Rossi per raffreddare la piazza. A giugno si vedrà. Ma siccome non ha nessuna soluzione (e neppure compratori) dovrà inventarsi qualcosa. La realtà, che ha sempre più fantasia dei vaccari texani, potrebbe presentargli un conto salatissimo.
P.S: Quanto a De Rossi non ha niente da perdere e tutto da guadagnare. Peggio di così la Roma non può fare e anche se a fine anno andasse via avrebbe guadagnato 6 mesi di vetrina di lusso.
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