DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL…
Francesco Persili per “Dagospia”
A Madrid ora chi avrà il coraggio di mettere in discussione Ancelotti? Dopo 3 pareggi e quattro sconfitte, il Real sfata la maledizione Atletico e vola in semifinale, la quinta in 5 anni per i blancos.
«Al penultimo atto della Champions arrivano 4 squadre fortissime e sono felice che ci sia il Real: se siamo lì vuole dire che siamo forti», arringa Carletto che può andare a vincere la sua seconda Champions di fila. È la notte delle rivincite al Bernabeu.
L’eroe dell’euroderby di Madrid è l’uomo che non ti aspetti, il “Chicharito”, ossia pisellino, Hernandez. L’attaccante messicano, che gioca solo perché si è fatto male Benzema, vidima il passaggio del turno a due giri di lancette dal novantesimo. «Hernandez va festeggiato, ha passato un anno difficile, non ha giocato molto», ammette Ancelotti.
È la notte del riscatto di Carletto che rischia con Sergio Ramos a metà campo al posto di Modric ma spezza il tabù: di derby lui ne vince solo uno. Ma è quello che vale di più. Come nella finale di Lisbona all’Atletico Madrid sono fatali gli ultimi minuti: «Se c’era una partita da vincere, abbiamo scelto quella giusta - spiega il tecnico emiliano - È stata una partita complicata contro una difesa fantastica come quella dell’Atletico».
Sembrava il remake della partita d’andata. Un monologo Real nel primo tempo: possesso palla, tiri in porta, calci d’angolo, il muro Oblak che respinge le sassate di Cristiano Ronaldo. Stesso copione nella ripresa: Chicharito Hernandez non trova la porta su invito di Isco, James Rodriguez con i suoi tagli prova a fare a fette il catenaccione della banda Simeone.
Tutti asserragliati nella loro metà campo. Una trincea di nervi e furore. Guerra di logoramento. Sportellate, pestoni e fallacci: l’arte povera del cholismo di quest’anno. Arda Turan a 15 minuti dalla fine viene espulso e quello sarà per il tecnico argentino il momento «decisivo» del match. L’Atletico non ne ha più. Hernandez sbaglia ancora ma poi a due minuti dalla fine non perdona su invito di Cristiano Ronaldo.
Finisce col Bernabeu che acclama il Chicharito e Ancelotti che guarda avanti, verso "l’Undecima": «Preferenze per la semifinale? Alleno questa squadra per vincere contro qualsiasi avversario». A Madrid sperano di pescare la Juve ma il grande ex Ancelotti glissa: «I bianconeri hanno dimostrato, in campionato e in coppa, di essere una squadra solida che merita di essere tra le prime 4 d’Europa».
Allegri vuole evitare il Bayern, Buffon teme il tridente del Barcellona. Alla fine potrebbe andar bene il Real: «È una squadra che concede qualcosa in difesa - ammette il portierone bianconero - anche se in queste due partite non ha preso gol».
In attesa del sorteggione, Ancelotti pensa a recuperare Bale e Benzema e al testa a testa col Barcellona in campionato ma non rinuncia a togliersi qualche sassolino. «Il futuro? Non ho bisogno di convincere nessuno», il messaggio che consegna ai dirigenti del Real.
Non sarà una “rockstar” come Mourinho ma in due anni ha dimostrato di saper vincere e gestire uno spogliatoio di stelle. Possono contestare le sue scelte, possono dirgli che ha “la mano moscia” ma non possono negare i grandi risultati di questi due anni. Gli anni d’oro del grande Real Carlo.
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